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    Regionali, dichiarazioni dei candidati e commenti

     

     

    Regionali, dichiarazioni dei candidati e commenti

    05 nov 14 "A parte le considerazioni oggettive e soprattutto, il massimo rispetto nei confronti della persona deceduta, della famiglia che vuole la verità, su questa vicenda si inseriscono delle valutazioni che in punto di diritto risultano poco credibili". E' quanto afferma in merito al caso di Stefano Cucchi il senatore Nico D'Ascola, avvocato penalista e candidato per Alternativa popolare, composta da Ncd e Udc, alla Presidenza della Regione Calabria. "Lo Stato avrebbe dovuto in qualche modo funzionare - prosegue D'Ascola - quale posizione di garanzia nell'evitare quello che poi, si è verificato. La Corte d'appello ha dichiarato che non c'erano prove sufficienti per il giudizio di responsabilità, un'affermazione che deve essere rispettata. Dobbiamo, pertanto, aspettare la sentenza di assoluzione per valutare le ragioni della Corte d'appello di Roma nel giungere ad una conclusione, comunque da rispettare, ma che ha sollevato obiezioni da parte della famiglia e dell'opinione pubblica, che giustamente aspetta una risposta in termini di certezza. La vicenda si è conclusa sostanzialmente con un nulla di fatto e l'impossibilità di accertare le responsabilità. Un caso che merita la riapertura delle indagini. Tuttavia in questo contesto che non può essere solo argomentativo, in maniera tale da dare sfogo alle diverse esigenze, perché deve essere un contesto regolato dal diritto, c'è da fare tutta una serie di osservazioni. Intanto, visto che c'è una sentenza di assoluzione in appello e un già previsto grado di ricorso per Cassazione, c'è da osservare che le nuove indagini, ammesso che giungano all'ammissione di nuovi elementi probatori, certamente non sarebbero utilizzabili davanti al ricorso per Cassazione". "La Suprema Corte - sostiene ancora D'Ascola - non potrebbe essere investita dall'esistenza di nuovi elementi di prova a carico dei soggetti assolti dalla Corte d'appello di Roma, perché il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità. Potrebbe la Corte di Cassazione muoversi nell'ambito delle valutazioni degli elementi acquisiti dal giudice di primo grado e oggetto della sentenza della Corte d'Appello, non potrebbe oggettivamente in alcuna considerazione, non per difetto di volontà, quanto per la struttura del giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, ammettere elementi nuovi che fossero acquisti nel corso di indagini scaturite dopo la sentenza di assoluzione in Corte d'Appello. Se la Corte di Cassazione annullasse con rinvio la sentenza di assoluzione, sia pure con qualche forzatura, si potrebbe chiedere la riapertura del dibattimento e consentire che nel giudizio di rinvio entrino prove eventualmente acquisite. Se queste prove riguardassero la responsabilità di altri, ossia intendendosi per altri soggetti diversi da quelli già giudicati, si darebbe luogo ad un altro giudizio. Nel caso in cui l'acquisizione di elementi di prova riguardasse soggetti già giudicati e definitivamente assolti, nel caso in cui la Corte di Cassazione rigettasse i motivi di ricorso eventualmente proposti dalla pubblica accusa, ovvero dalle parti civili, è chiaro che una sentenza definitiva di assoluzione nei confronti dei soggetti già giudicati determinerebbe la preclusione, rispetto all'intervento anche successivo di nuovi elementi di prova. Nel nostro sistema processuale la revisione è possibile soltanto nei confronti di sentenze penali di condanna, mai nei confronti di sentenze penali di assoluzione".

    "Il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Partito Democratico dimostrano ancora una volta una straordinaria attenzione verso la Calabria". Lo afferma, in una dichiarazione, Mario Oliverio, candidato alla Presidenza della Regione per il centrosinistra. "La decisione, del tutto inedita, di far svolgere a Reggio l'assemblea nazionale del partito che chiuderà il 2014 - prosegue Oliverio - è un fatto politico di grande significato che testimonia un altissimo livello di considerazione verso questa terra. Una Calabria che, attraverso il prossimo governo regionale di centrosinistra, avrà la possibilità di ripristinare un'interlocuzione non solo istituzionale ma anche politica diretta e molto forte con il governo centrale. In questo contesto ha, a mio avviso, anche un grande valore la scelta di ripartire da Reggio, città in cui è sbocciata una nuova primavera, con il giovane sindaco Giuseppe Falcomatà, figlio dell'indimenticato Italo, dopo lo sfacelo e le macerie lasciate da dieci anni di malgoverno della destra".

    ''La Calabria è il luogo in cui il lavoro è il meno tutelato al mondo. La politica ha creato illusioni e ingannato migliaia di persone, riducendole a un precariato perpetuo e sempre più indecoroso''. Lo dichiara il candidato Governatore del Movimento 5 Stelle, Cono Cantelmi, in relazione alla protesta attuata ieri dai precari in Calabria. ''M5S è stata la forza politica - prosegue Cantelmi - che ha denunciato penalmente i ritardi nei pagamenti e ha interrogato il governo per accelerare i tempi. È singolare che i parlamentari calabresi del Pd abbiano scritto a Delrio come fossero all'opposizione. La verità è che arriveranno tagli inimmaginabili, perché destre e sinistre non hanno mai voluto creare lavoro vero, al fine di ricattare i lavoratori e di obbligarli a votare i soliti noti. La politica non deve creare lavoro, ma creare le condizioni affinché i nostri giovani possano realizzare professionalmente le loro competenze e le loro passioni. Questo è il senso del lavoro che vogliamo affermare nella Calabria che governeremo: meno favori e più cultura d'impresa''.

    "Il commissario per il Piano di rientro non può essere il Governatore della Regione". Lo afferma, in una nota, la deputata M5S Dalila Nesci "che al riguardo, oltre ad aver interrogato già il Governo insieme al deputato Paolo Parentela - riporta un comunicato - oggi ha presentato uno specifico emendamento insieme ai suoi colleghi Cinque Stelle". "Il nostro Movimento - aggiunge Nesci - è stato il solo ad intervenire su questa grave distorsione del sistema, come insegna la vicenda di Giuseppe Scopelliti, il quale ha creato danni enormi nella veste di governatore e commissario per il rientro. Le due vesti devono essere totalmente distinte perché questo è l'unico modo per garantire una riorganizzazione sanitaria in Calabria che assicuri a tutti il diritto alla salute. La politica deve stare lontana dalla gestione de debito sanitario. Troppi interessi e abusi, dalle nomine ai favori alle cliniche private, ci sono stati a causa degli intrecci tra governo regionale e gestione commissariale. Vedremo se Ferro, Oliverio e D'Ascola si pronunceranno con la nostra stessa franchezza su questo tema essenziale".

    "Dopo le elezioni sarà necessario che tutte le forze politiche responsabili, dalle loro rispettive posizioni, esprimano coesione istituzionale. La Calabria è una polveriera con drammi occupazionali e sociali che non potranno essere gestiti a colpi di maggioranza". Lo afferma, in una nota, il capolista Ncd di Cosenza alle elezioni regionali Pino Gentile. "Penso che negli anni - prosegue Gentile - si sia sbagliato a governare dando la colpa a chi aveva governato prima e senza assumersi fino in fondo le proprie responsabilità. Con Nico D'Ascola abbiamo scelto la strada dell'autonomia e della governabilità cercando una legittimazione elettorale proprio sulla strada della difesa del lavoro, della famiglia, dei diritti. È una strada che apre alla discussione tra le forze serie di questa Regione, che deve diventare un caso nazionale. Senza un aiuto serio da parte di Roma che preveda un sostegno per superare il precariato storico, il commissariamento infinito di ambiente e sanità e senza atteggiamenti di forte responsabilità, non ne usciremo. È necessaria una stagione simile a quella vissuta dalla Lucania sulla gestione dei fondi comunitari e anche un sussulto di orgoglio: Roma può e deve chiederci di fare pulizia degli sprechi, ma non può e non deve commissariarci".

    "'Non chiedetevi che cosa il vostro Paese può fare per voi, ma quello che voi potete fare per il vostro Paese'. Una frase che John Fitzgerald Kennedy amava ripetere e che sembra guidare anche l'impegno di Marco Ambrogio, candidato al consiglio regionale della Calabria nella fila del PD, a sostegno del candidato Presidente Mario Oliverio". È quanto si afferma in un comunicato diramato da Ambrogio. "Una straordinaria partecipazione - si aggiunge - ha scandito il primo appuntamento elettorale presso il Caffè letterario di Cosenza. Cittadini giovani e meno giovani, rappresentanti del mondo delle associazioni e delle professioni a sostegno della candidatura di Marco Ambrogio, giovane sì ma dalle importanti esperienze amministrative alle spalle che ha fatto del rinnovamento e del merito il proprio cavallo di battaglia, la propria bandiera. 'Una così ampia partecipazione - ha detto Ambrogio - è un segnale importante: è il segnale che la gente è in sintonia con il nostro impegno per il cambiamento e la modernizzazione di questa terra dai tanti problemi, ma che ha voglia di guardare avanti con fiducia per, come recita il nostro slogan, 'una giusta ragione, una giusta regione''''.

    ''La Calabria deve ripartire dall'innovazione, dal digitale e dai talenti della sua regione: solo così possiamo dare un futuro ai tanti giovani che si formano nelle nostre università''. Lo afferma Giuseppe Giordano, candidato al Consiglio regionale nelle liste del Pd a sostegno di Mario Oliverio. ''I recenti successi delle startup calabresi - ha aggiunto Giordano - ci indicano chiaramente qual è la via da percorrere: abbiamo un bacino di talenti incredibile, che si formano nelle nostre università e che provano a fare impresa restando in Calabria. Noi dobbiamo fare in modo di aiutarli, di sostenerli e di creare un ecosistema digitale che trovi nella Regione una sponda e non un avversario''.

    "Sulla sanità, in questi anni di governo Scopelliti, abbiamo assistito ad un teatro di becero campanilismo misto a dannosa improvvisazione e infondati proclami, a danno, soprattutto, dell'area centrale della nostra regione". Lo sostiene, in una nota, Vincenzo Capellupo, candidato al Consiglio regionale con la lista Democratici progressisti. "Spesso, durante il mio lavoro in Consiglio Comunale a Catanzaro - aggiunge - mi sono trovato ad affrontare questo tema con particolare attenzione alle difficoltà quotidiane che vivono pazienti e operatori del settore. I principali nosocomi cittadini vivono un disagio assistenziale pesantissimo: il pronto soccorso dell'ospedale Pugliese, ad esempio, regge solo grazie alla solerzia dei dipendenti, che con turni massacranti e grande dedizione, combattono quotidianamente per garantire i livelli essenziali di assistenza. Tutto questo determinato dal tentativo scellerato dell'ex commissario Scopelliti di declassare il comparto dell'emergenza-urgenza del Pugliese, con tagli indiscriminati ai servizi ed ai posti letto, come il famigerato decreto 136/2011. Il tutto avallato dall'intero centrodestra catanzarese".

    "Ho ascoltato e compreso le ragioni dei 60 studenti che per due anni hanno frequentato il corso di Scienze infermieristiche a Crotone e che, per non meglio specificate motivazioni, dal primo ottobre scorso (data d'inizio dell'Anno accademico) sono stati richiamati dall'Università Magna Greacia di Catanzaro a recarsi nel capoluogo di regione per completare il loro percorso". Lo afferma, in una dichiarazione, Giancarlo Devona, candidato al Consiglio regionale con la lista "Oliverio Presidente" nella circoscrizione Centro. "A causa del trasferimento dei corsi a Catanzaro - aggiunge Devona - questi 60 studenti stanno vivendo non poche vicissitudini, sia a livello familiare, che personale. Tra l'altro non si comprende come l'Università Magna Graecia abbia potuto adottare unilateralmente tale decisione senza nemmeno comunicarla all'Azienda sanitaria di Crotone, cofirmataria della convenzione. È necessario, dunque, sospendere tale provvedimento in attesa di giungere ad un nuovo accordo tra le parti".

    "Uno dei settori più importanti su cui la Calabria deve scommettere per determinare una forte inversione di tendenza rispetto alla grave crisi in atto, è sicuramente l'agroalimentare, il settore che produce maggiore incidenza nell'economia regionale, nella produzione lorda vendibile e per quanto riguarda l'occupazione. Un settore che, per fortuna, non parte da zero, grazie al sistema delle imprese che, pur in una condizione di seria difficoltà determinata dal gap delle relazioni con i mercati, in questi anni ha saputo innescare seri processi di innovazione". Lo ha detto Mario Oliverio, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, incontrando a Corigliano Calabro una delegazione di rappresentante del settore agricolo. "Nonostante ciò - ha aggiunto Oliverio, secondo quanto riferisce una nota del suo ufficio stampa - restano ancora tante le potenzialità inespresse. Basti pensare al settore olivicolo, in cui la Calabria è al primo posto in Italia per la produzione. Di questa solo il 2,4% dell'olio prodotto nella nostra regione viene imbottigliato in loco e arriva sul mercato come olio calabrese. Il resto viene esportato altrove, tagliato e immesso sul mercato con una etichetta che non ne valorizza il luogo di produzione. Dobbiamo, quindi, dare forza alle nostre produzioni per creare un valore aggiunto che rimanga e ricada sul nostro territorio regionale. Una filiera dell'agroindustriale che si collega e si irrobustisce crea inevitabilmente maggiori opportunità di lavoro e favorisce l'incremento del PIL. Occorre, quindi, lavorare perché le imprese agricole calabresi siano aiutate ad abbattere i costi per diventare più competitive sui mercati nazionali ed internazionali. Per fare questo bisogna investire su un grande progetto che favorisca ed incentivi l'immissione dei giovani nel mondo del lavoro e dell'impresa. In tal senso quello dell'agroalimentare è il settore che meglio si presta a questo tipo di operazione, poichè le nostre imprese agricole sono, perlopiù, a carattere familiare". "Anche per quanto riguarda la ricerca, infine - ha concluso Oliverio - occorre superare una vecchia impostazione secondo cui essa doveva essere concentrata in centri avulsi dall'esperienza agricola concreta. Le più avanzate realtà di questo settore confermano, invece, che la ricerca deve svolgersi nelle aziende e diventare un fattore di collegamento e di aiuto ad esse. L'agricoltura, insomma, va fatta sul campo e le aziende devono essere protagoniste di un progetto avanzato di ricerca, in collaborazione con le università e il mondo scientifico".

    "Ritengo indispensabili delle azioni mirate per ridurre il disagio sociale e ripristinare forme di assistenza adeguate, migliorando la qualità della vita dei soggetti che vivono situazioni di disagio sociale". A sostenerlo è Nico D'Ascola, candidato alla Presidenza della Regione per la coalizione Ncd-Udc. "Un settore in cui purtroppo - prosegue D'Ascola - i tagli lineari a cui siamo stati abituati in questi ultimi anni sul versante della riduzione della presenza dello Stato sociale, hanno determinato un gravissimo disagio sociale, ma soprattutto situazioni obiettivamente gravi nei confronti di persone che uno Stato civile dovrebbe certamente assistere. In tempi di bisogno economico, commenta D'Ascola, di gravi difficoltà finanziarie dello Stato, dobbiamo fare non tagli lineari, ma una riduzione della spesa che sia selettiva, ossia che individui le situazioni di massimo disagio come inderogabili. Non si può pensare che le persone possano soffrire una riduzione degli spazi di assistenza di cui hanno bisogno, in mancanza, tra l'altro, della capacità di possibili alternative. Uno Stato civile deve garantire i livelli di assistenza, con percorsi atti a ripristinare l'equità, la giustizia sociale e lo sviluppo sostenibile". D'Ascola, inoltre, ha reso noto il Piano della sua coalizione per le famiglie. "Il nostro Piano per la famiglia - ha sostenuto - prevede cose semplici e immediate da realizzare, con una copertura adeguata dei costi e delle misure a sostegno per i nuclei medio bassi che, in Calabria come nel resto d'Italia, arretrano spaventosamente. Innanzitutto, riteniamo che debba essere alleggerita la pressione fiscale sui nuclei deboli e su quelli che, con due figli a carico, non eccedono i venticinque mila euro lordi annui. Per queste famiglie è possibile la riduzione dell'aggravio Irpef portandolo ai superminimi e l'esonero dell'addizionale sulla Tasi. Per circa ventimila calabresi si tratterebbe di risparmiare annualmente trecento euro, con la copertura derivante dal taglio ai costi per la dirigenza esterna (5 milioni di euro, uno dei quali destinato a funzionari e quadri c) e con due milioni di euro di tagli sul costo sostenuto per le società partecipate (taglio complessivo, cinque milioni di euro). Con gli altri tre milioni di euro, la Regione potrebbe istituire il quoziente familiare fiscale, che consentirebbe alle famiglie più numerose di avere un fiscal drag di circa 700 euro annuali. Si tratta complessivamente di 100 euro mensili in più per ceti molto deboli e pur essendo una cifra non risolutiva sarebbe capace di alleviare diversi disagi".

    "Il Commissario per il piano di rientro del debito sanitario deve avere competenze specifiche e deve essere lontano dai partiti e da ogni genere di conflitto d'interesse". Lo sostiene, in una dichiarazione, Cono Cantelmi candidato governatore del Movimento 5 Stelle. "La nostra deputata Dalila Nesci, dopo aver depositato a riguardo un'interrogazione cofirmata da Paolo Parentela - prosegue Cantelmi - ha presentato un emendamento attraverso cui si vuole tradurre in norma gli impegni contenuti nel Patto per la Salute, secondo cui il Commissario per il rientro del debito sanitario non può essere il Governatore della Regione. La classe politica calabrese ha letteralmente devastato il diritto alla salute. Anni di gestione clientelare hanno portato la sanità calabrese ad un passo dal baratro e la figura del Commissario, che dovrebbe servire a riorganizzare efficientemente il sistema sanitario, è stata utilizzata soltanto per favorire le cliniche private, amici e compari". "I cittadini calabresi - conclude Cantelmi - devono andare in ospedale e sapere di essere ben curati, per questo bisogna allontanare la politica dagli interessi della sanità. Noi lo stiamo facendo. Cosa faranno Ferro, Oliverio e D'Ascola?".

    "Mi sono candidato alla guida della nostra Regione ben sapendo che dobbiamo recuperare una credibilità, una immagine positiva agli occhi del mondo. Ho piena consapevolezza che dobbiamo recuperare fiducia, ma per farlo occorre che chi ha funzioni di rappresentanza, a partire da chi è chiamato a dirigere la Regione, dai consiglieri agli assessori, deve essere al di sopra di ogni sospetto". E' quanto afferma, in una nota, il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione, Mario Oliverio. "La mia - prosegue Oliverio nella nota - non è una affermazione moralistica. Chi mi conosce sa bene che quando parlo, cerco sempre di non parlare a vanvera. In Calabria le corde della fiducia sono ormai sfibrate perché c'è stato un modo spregiudicato di gestire la 'cosa pubblica'. Per questo motivo dobbiamo recuperare rapidamente la cultura del rispetto del bene comune con la coerenza dei comportamenti, con il rispetto delle regole, con l'utilizzazione corretta delle risorse pubbliche, in modo da favorire la crescita e lo sviluppo di questa nostra terra. La Calabria o si salva in questo modo o muore. In queste ore ho visto, invece, forze che sono state reclutate dal centrodestra per racimolare qualche voto, muoversi in tutt'altro senso". "C'è qualche ispettore forestale, infatti - dice ancora Oliverio - che in questi giorni sta percorrendo in lungo e in largo la provincia di Cosenza parlando della necessità di liberarsi dal feudalesimo. Lo invito, se vuole davvero contribuire a liberare questa terra dai rapporti feudatari che la soffocano, ad essere coerente fino in fondo. Non si può essere, allo stesso tempo, candidati alle elezioni regionali e continuare ad esercitare le funzioni di ispettore forestale, convocando presso i propri uffici allevatori ed imprese boschive. Chi si trova in queste condizioni ha il dovere di dimettersi. Non si può utilizzare una postazione istituzionale per ricattare i lavoratori e le imprese . Così come non si possono pubblicare bandi ed avvisi regionali per illudere e recuperare personale promettendo immissioni in ruoli apicali e promozioni così come sta avvenendo anche nelle aziende sanitarie. C'è una mobilitazione delle strutture pubbliche della Regione utilizzate per la ricerca del consenso che fa paura. Tutto questo è insopportabile". "Questi - conclude - sono i metodi che allontanano i cittadini dalla politica, producendo danni irreparabili. Di questa politica fatta di personalismi, clientele e favori bisogna definitivamente liberarsi, per inaugurare, finalmente, una nuova stagione che abbia nel rispetto e nella ricerca del bene comune i suoi principi fondamentali"

    "Forza Italia in Calabria è in mano a un cerchio tragico di 4-5 dirigenti che sono nelle istituzioni senza alcun consenso e che dopo 15 anni dicono ancora di essere il 'nuovo'". Lo afferma il senatore Antonio Gentile, coordinatore regionale dell'Ncd. "La loro improvvisazione - prosegue Gentile - è frutto della totale incapacità politica: non hanno rispetto per un grande elettorato che si è sentito tradito e abbandonato dalla rinuncia a competere.I difensori della purezza di Fi sono ex parlamentari Udeur e Udc confluiti ora con Berlusconi dopo averlo massacrato in aula e tra la gente per anni. La loro candidata a governatore non dice nulla su come affrontare la questione del superamento del precariato o quella della politica della famiglia, ripetendo la coazione secondo cui lei sarebbe il nuovo: è una brava signora che si è prestata a un Seppuku di massa. La grande tradizione eretica e sociale del Msi: anche negli anni difficili c'era gente come Beppe Niccolai che studiava le evoluzioni sociali e che aveva interazioni con il Psi; quel patrimonio appartiene a segmenti che la signora Ferro non rappresenta e nemmeno conosce. Gentile parla di "generazione over 50 che ha seguito prima dogmaticamente Fini salvo far finta di non conoscerlo e oggi vive per garantire se stessa. In Calabria continuano una tragica pantomima , con un mimo che va in giro a recitare una parte utile solo a garantire il suo ego. Non dicono nulla sullo stato sociale, non rappresentano un'idea alternativa di società perche hanno il solo obiettivo di salvaguardare se stessi. L'assenza totale di persone alle loro conferenze è il simbolo di una decadenza inarrestabile a cui tenteranno di porre rimedio con il solito, triste canovaccio: la telefonata di Berlusconi, un paio di feste, tutto come se 20 anni fossero passati invano". "Alternativa Popolare - conclude il leader calabrese dell'Ncd - è un contenitore di idee che serve anche ad evitare che l'emorragia inarrestabile di Fi finisca tutta nei rivoli del non voto o addirittura confluisca in altre parti, tenendo alta la bandiera dei moderati calabresi".

    "Non deve rimanere inascoltata l'accorata richiesta di giustizia di Mario Congiusta, che con l'annuncio di voler rispedire al Ministro Orlando la sua tessera elettorale ha lanciato un vero e proprio grido di dolore in favore dell'affermazione della legalità. A lui va la mia solidarietà e la mia vicinanza nella sua coraggiosa e determinata battaglia". A dichiararlo è il candidato al Consiglio regionale Giovanni Manoccio "in seguito alla notizia - è detto in un comunicato - dell'estrema forma di protesta attuata dal padre di Gianluca Congiusta, giovane imprenditore di Siderno assassinato dalla criminalità nel maggio 2005". "Una protesta - si aggiunge - motivata dal fatto che con riferimento al solo delitto del giovane imprenditore di Siderno, la Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio ad altra sezione della Corte d'assise d'appello, il processo al presunto omicida, il boss sidernese Tommaso Costa, già condannato per associazione mafiosa e altri reati in primo e in secondo grado". "La storia di Gianluca - dice ancora Manoccio - è l'emblema di una Calabria che vuole ribellarsi al tentativo di sopraffazione da parte di chi propugna l'illegalità ed è per questo che come sindaco di Acquaformosa, nel 2009, ho voluto che a lui fosse intitolata una via cittadina. Per questo le istituzioni non devono lasciare solo Mario Congiusta e, al di là dei cavilli giuridici, devono far sì che sia fatta giustizia per dare un segnale forte e chiaro lo stato è presente e che in questa terra vuole abbattere il soffocante muro della 'ndrangheta e dell'illegalità "

    "La Commissione UE e il Governo hanno convenuto di dimezzare il cofinanziamento per gli interventi in Calabria, Campania e Sicilia? Se la notizia dovesse essere vera tutti insieme dobbiamo operare per scongiurare il rischio di perdere questi fondi che, in un contesto di revisione complessiva della spesa e in mancanza di investimenti pubblici, sono una risorsa irrinunciabile per enti locali, imprese, artigiani, agricoltori e cittadini tutti". Lo afferma, in una nota, Giovanni Puccio, candidato al Consiglio regionale con la lista del Pd. "A questo si aggiungerebbe - dice ancora Puccio - il rischio di perdere circa 30 miliardi di euro per l'incapacità di spesa di Regioni come la Calabria che renderebbe inutilizzabili queste ingenti risorse provenienti dai fondi strutturali 2007-2013. Anche di questo la nuova Regione dovrà concretamente occuparsi a partire dalla prossima e imminente visita che il Presidente del Consiglio, Renzi, ha già programmato in Calabria".

    Il candidato del Centro democratico al Consiglio regionale, Luciano Marranghello, è detto in un comunicato, "continua la sua campagna di incontri con i cittadini. Ieri in un pubblico dibattito ha ribadito ancora una volta come il fulcro del suo programma politico sia rappresentato dalla centralità dai cittadini". "Occorre restituire ai calabresi - ha affermato Marranghello - il ruolo di attori sociali, fornendo loro le condizioni basilari affinché ciò sia possibile". In tema di Ambiente, inoltre, il sindaco di San Lorenzo del Vallo non ha dubbi sulla "necessità di voltare pagina: si deve partire da un approccio innovativo - afferma - al problema dei rifiuti. Sotto questo aspetto la Calabria deve immediatamente riacquistare la dignità di regione civile, mettendo i suoi cittadini nelle condizioni di massima sicurezza sia sotto l'aspetto dell'igiene che sotto quello della salute pubblica. Su questa scia sarà proposta la creazione dei cosiddetti 'distretti ambientali', all'interno dei quali non solo si esaurirà il ciclo dei rifiuti ma attraverso i quali si creerà ricchezza e sviluppo grazie alla nascita di imprese che, per mezzo dello stesso riciclo dei rifiuti, potranno creare materiali di consumo".

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