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    Chizzoniti "Scopelliti non formalizzi le dimissioni"

     

     

    Chizzoniti "Scopelliti non formalizzi le dimissioni"

    30 mar 14 "Nel rinnovarti la mia sincera vicinanza in ordine ad una vicenda sempre più pirandelliana, la cui chiave di lettura non può non essere demandata alle motivazioni che il Tribunale a quo non mancherà di fornire soprattutto sul versante della irrinunciabile componente psicologica che l'arcigno e tenebroso legislatore pretende dopo aver 'novellato' il previgente 'abuso innominato in atti di ufficio', non avendo potuto partecipare al recentissimo meeting di Catanzaro, del cui contenuto sono stato informato dal mio capogruppo Giulio Serra, avverto la sensibilità di esplicitarti il mio pensiero". E' quanto ha scritto il presidente della Commissione Vigilanza del Consiglio regionale Aurelio Chizzoniti in una lettera inviata al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti. "Sono da sempre orientato - ha aggiunto - a rispettare le idee e le decisioni di chiunque, soprattutto quando, come nel caso di specie, le ritengo sbagliate per cui devo puntualizzare che, ove le tue preannunciate dimissioni, per come si sussurra, fossero finalizzate a neutralizzare l'emettendo provvedimento sospensivo, in armonia con la previsione di cui all'art. 33 dello Statuto della Regione Calabria (che consente l'esercizio delle funzioni Istituzionali al Presidente della Regione dimissionario), avverto il dovere di segnalarti che, secondo il mio modestissimo e deferente avviso, dubito che detta opzione possa essere realmente praticabile. Almeno per due motivi di fondamentale centralità e rilevanza: in primis, perché l'escamotage vanificherebbe la ratio ispiratrice della legge Severino, palesemente volta ad impedire, sia pure temporaneamente, l'esercizio di funzioni istituzionali all'amministratore condannato in primo grado per uno di quei reati espressamente dalla stessa indicati (attesa la non applicabilità agli eletti della misura cautelare interdittiva di cui all'art. 289 c.p.p.), ragion per cui paradossalmente l'espletamento delle stesse pur precluse ope legis al Presidente condannato e non dimissionario sarebbero incredibilmente consentite a quello condannato però dimissionario! In secondus - sempre Chizzoniti - perché non bastano spericolate acrobazie sul baratro dell'assurdo giuridico per sovvertire lo spirito della gerarchia delle fonti normative nel cui contesto la previsione statutaria regionale ex art. 33 mi appare sicuramente di grado inferiore rispetto ad una norma nazionale - quindi prevalente - qual è la legge Severino". "Ciò posto - ha proseguito - sul piano prettamente tecnico, su quello politico residuano invece, galleggianti alla deriva di un peculiare tempus storico scandito da tantissimi volteggianti sciacalli rapaci (molti inopportunamente presenti anche in Tribunale il 27 scorso), alcune considerazioni che sono saldamente ancorate proprio a quel programma che ti ha consentito di vincere 5 a 0 le elezioni regionali del 2010; risultato strepitoso la cui democratica verifica appartiene al corpo elettorale, indipendentemente dall'applicazione di leggi conflittuali con il civilissimo modello tecnico di cui all'art. 27 della Carta Costituzionale, fra l'altro, retroagendo all'esperienza sindacale ed a nulla rilevando quindi con l'attività di Governatore della Calabria. Certo è un momento particolarmente delicato, ma non si può rifuggire da precise responsabilità quando mancano pochi mesi alla naturale conclusione della legislatura, poiché sarebbe veramente difficile spiegarlo alla gente in un'ottica politica ove si esibiscono oppositori particolarmente impegnati a programmare improbabili vittorie elettorali sulle disgrazie altrui, candidando strumentalmente vedove, orfani, Prefetti compiacenti, Magistrati". Chizzoniti sostiene inoltre che "nella vita non è rilevante quante volte si finisce a terra, ma appaiono decisive tutte le volte che ci si rialza. Tu hai tutte le qualità per farlo, ben potendo guardare negli occhi i tuoi oppositori, palesi ed occulti, per cui ti invito a continuare a combattere perché. Anche se la modulazione della pena mi appare apocalittica, escludo qualsivoglia intento persecutorio da parte di un Tribunale, egregiamente presieduto ed altrettanto squisitamente integrato, alla cui sentenza dovrà essere conferito l'imprimatur da parte dei giudici di secondo grado. Un motivo in più per non formalizzare le tue dimissioni consentendo quella conclusione della legislatura, ex adverso preoccupatamente osteggiata, anche perché le stesse alla fine, per un verso, sembrerebbero accreditare una sorta di contestazione aprocessuale (nei confronti di chi?), per altro sfocerebbero in una sostanziale e collaterale penalizzazione di una coalizione regionale vincente che aspira a completare l'azione di Governo anche sul terreno di importanti riforme Istituzionali. Che senso ha emulare Sansone di biblica memoria?". "Sono certo - ha concluso - che maturerai decisioni responsabili per cui, conclusivamente, ti invito a produrre uno sforzo 'ultra vires' in questa direzione, ma nello stesso tempo non sarei me stesso se non richiamassi la tua attenzione al fine di discernere razionalmente pro futuro fra collaboratori di autentica qualità e adulatori magari esperti in assalti alle diligenze".

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