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    Aiop: Regione si opponga a decreto Balduzzi

     

     

    Aiop: Regione si opponga a decreto Balduzzi

    27 mar 14 Un invito ai vertici della Regione Calabria ''ad intervenire in maniera decisa al fine di evitare le nefaste conseguenze che avrebbe sul territorio l'approvazione delle proposte contenute nel Decreto dell'ex Ministro della Salute Balduzzi, che prevedono la chiusura di tutte le strutture sanitarie con meno di 60 posti letto'', è stato rivolto dal direttivo regionale dell'Aiop riunitosi sotto la presidenza di Massimo Miraglia. ''Lo scenario che si presenterebbe a livello nazionale - è scritto in una nota dell'Aiop - sarebbe la chiusura di 135 strutture private con la perdita di circa 9mila posti letto e, cosa ancora più grave, con la perdita di 11mila posti di lavoro oltre l'indotto che ruota intorno alla sanità privata e che consta di centinaia di piccole e medie aziende e di professionisti. La situazione calabrese diventerebbe addirittura catastrofica considerato che sono minacciate di chiusura ben 20 strutture private su 24, l'abolizione di circa 700 posti letto e di 1350 posti di lavoro, in una regione con il più alto tasso di disoccupazione d'Europa. L'ipotesi prospettata è ancora più aberrante in Calabria, non solo in considerazione della peculiarità socio-economica, orografica e dei tempi di percorrenza del territorio, con strutture diffuse di piccola e media dimensione, che rispondono alle articolate domande di salute dei cittadini in realtà in cui non esistono le strutture pubbliche. Ma principalmente perché l'attuale assetto delle aziende private, con 20 case di cura con meno di 60 posti letto, è stato voluto proprio dalla Regione che ha razionalizzato la rete ospedaliera eliminando ben 796 posti letto privati, cioè il 44% della dotazione complessiva, e in parte riconvertendoli in riabilitazione e lungodegenza. Tale assetto, definito sulla base degli approfonditi studi commissionati dalla Regione ad Agenas, nasce proprio dalla considerazione che in Calabria la rete ospedaliera privata riesce a dare risposte appropriate e adeguate al territorio, con un modello organizzativo e strutturale di 30 posti letto. Appare dissennato rimettere in discussione tale assetto, a distanza di pochissimi anni e immediatamente dopo aver costretto le aziende ad affrontare pesanti costi finanziari e organizzativi per adeguare le strutture agli standard necessari per l'accreditamento. E' solo il caso di ricordare che, proprio in Calabria, la sanità privata è parte integrante, se non decisiva, del sistema pubblico ed assolve, in molti casi, ad una vera e propria funzione di supplenza, assicurando prestazioni di alta specialità e di eccellenza in settori in cui il pubblico è totalmente assente o garantendo essenziali prestazioni, soprattutto di specialistica ambulatoriale, laddove le strutture pubbliche fanno registrare interminabili liste d'attesa. Le Case di Cura calabresi rappresentano una realtà insopprimibile, garantiscono il 25% di tutte le prestazioni erogate in favore dei cittadini calabresi, al costo dell'8% del bilancio regionale per spese ospedaliere''. ''Ecco perché - conclude il comunicato - è indispensabile che la Regione Calabria, attraverso le sue rappresentanze politiche e istituzionali, sostenga la battaglia portata avanti da Aiop coinvolgendo anche le rappresentanze sociali a difesa dei posti di lavoro e del diritto alla salute dei cittadini che si realizza anche attraverso la libera scelta e l'integrazione dell'offerta sanitaria tra pubblico e privato''.

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