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    Coldiretti: Regione intervenga sull'agricoltura, pronti a conflitto

     

     

    Coldiretti: Regione intervenga sull'agricoltura, pronti a conflitto

    11 mar 14 - "E' giunto il momento che il Governo regionale intervenga nel settore primario senza ulteriori rinvii ed alibi populistici, la pazienza degli agricoltori non è illimitata e non si può scambiare la disponibilità e la responsabilità di Coldiretti come rinuncia al conflitto". Questo è quanto si legge in una lettera che all'indomani del Consiglio regionale dell'organizzazione, il presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro ha inviato al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e agli assessori all'agricoltura e forestazione Michele Trematerra e al bilancio e programmazione Giacomo Mancini. A sostegno, la Coldiretti Calabria, è scritto in una nota, "rivendica il ruolo che l'agricoltura e l'agroalimentare calabrese, hanno avuto in questi ultimi quattro anni, la cui strategicità (avvalorata da tutti gli indicatori economici e sociali) ha consentito di mettere in campo tutti i nostri valori in difesa dei beni comuni e dell'interesse generale quali: coesione sociale, lavoro ed occupazione vera, produzione di valore aggiunto sostenibile, servizi, cibo". "Ciò - continua la lettera - ha rafforzato sempre di più la credibilità verso i cittadini e le Istituzioni locali con una forte innovazione che oggi è segno distintivo della nostra agricoltura multifunzionale che si sviluppa con una vera osmosi con il territorio. Questo, in uno dei periodi più duri, che ha visto la caparbietà di chi è abituato a soffrire, lavorare e offrire alla collettività i frutti veri del lavoro in quell'insostituibile ruolo di motore della crescita e a servizio dello sviluppo rinunciando a posizioni egoistiche, corporative o peggio ancora a rendite parassitarie e praticando sussidiarietà e solidarietà". Guardando le risorse ordinarie regionali, Coldiretti denuncia "forti ed indistinti tagli lineari con la conseguenza che si stanno azzerando alcuni dei servizi reali a disposizione dell'agricoltura e come contraltare invece si sono mantenuti e si continuano a mantenere in piedi Enti che, come agricoltori e cittadini, non incrociamo da ormai oltre 7 anni. I fondi comunitari, che non possono sostituire le risorse ordinarie, sono stati sempre utilizzati distinguendoci come il settore più virtuoso nella rendicontazione verso l'Unione Europea. Nelle politiche del Governo regionale siamo gli ultimi. Esempio eclatante è il Bilancio di previsione, che nel 2014 ha destinato allo sviluppo dell'agricoltura lo 0,67% del totale delle risorse". "Una scelta ingiustificabile ed ingenerosa nei confronti delle migliaia di agricoltori e pescatori calabresi - scrive Molinaro nella missiva - che oltre ad assistere ad innumerevoli sprechi e rendite hanno visto 'requisire' le risorse FEOGA e SFOP provenienti dalla chiusura del POR 2000-2006 e presenti nei Capitoli del Bilancio Regionale. Tali considerazioni sono state già espresse al Presidente Scopelliti, in occasione di un incontro avvenuto lo scorso 8 luglio, alla presenza dell'assessore Trematerra, che sollecitato continuamente in questi anni ha sempre condiviso le nostre preoccupazioni ritenendo legittime le aspettative. Si era stabilito, di procedere con l'utilizzo delle risorse per attivare gli interventi strategici per l'agricoltura e l'agroalimentare calabrese quali accesso al credito e ristrutturazione delle passività onerose e a breve, pagamento dei debiti regionali ai Consorzi di bonifica, saldo dei programmi dell'ARA Calabria, avvio del riordino fondiario, sostegno alla cooperazione agricola ed avvio di un pacchetto di interventi per ristrutturare l'agrumicoltura da industria della provincia di Reggio Calabria, sviluppare e consolidare la rete dei Consorzi Agrari sul territorio regionale, ect. . Questo non è avvenuto. Infatti non c'è stata nessuna traccia nel Bilancio di Previsione 2014, così come d'altronde nei precedenti". "Ancora si è in tempo per porre rimedio altrimenti - conclude Molinaro - in assenza di riscontri concreti non possiamo fare altro che avviare il conflitto".

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