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    Esposto di Chizzoniti in Procura su Villa Betania a Reggio

     

     

    Esposto di Chizzoniti in Procura su Villa Betania a Reggio

    13 mag 14 Dopo l'esposto del 17 aprile relativo alla gestione dell'Associazione di Servizi psicopedagogici Villa Betania di Reggio Calabria, il presidente della Commissione speciale di Vigilanza del Consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti, ha redatto un'istanza "in relazione a qualsivoglia ipotesi penalmente rilevante nella specie ravvisabile". L'istanza è stata inviata a Federico Cafiero De Raho, procuratore capo della Repubblica presso Tribunale di Reggio Calabria; a Paolo Pennesi, direttore generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; a Giuseppe Patania, direttore regionale e provinciale dell'Ufficio del Lavoro di Reggio Calabria; a Bruno Calvetta, dirigente generale; a Vincenzo Caserta, dirigente di settore del Dipartimento 10 della Regione Calabria - Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato; a Franco Sarica - direttore generale Asp 5 di Reggio Calabria. "Il presidente Chizzoniti - è scritto in una nota - chiede l'estensione della già richiesta attività istruttoria alle seguenti circostanze: Rapporti intercorrenti fra Villa Betania e la concorrente Casa Serena che ha recentemente assunto la signora Simona Facciola nuora della dottoressa Lazzaro - presidente in carica di Villa Betania - la cui ex presidente oggi presiede Casa Serena pur continuando a far parte fino poco tempo addietro del Cda di Villa Betania con la carica di vicepresidente; verificare se il ricorso alle consulenze esterne in realtà mascherano rapporti di lavoro subordinati con conseguente omesso versamento dei Tfr, oneri previdenziali e quindi pregiudicando seriamente il diritto pensionistico in ordine alle cui circostanze appare doverosa una maggiore attenzione degli ispettori del lavoro rispetto alle distrazioni registrate nel corso della visita ispettiva del maggio 2012, analizzando scrupolosamente anche i Cud emessi, perché si sussurra che possano non corrispondere alla realtà dei numeri ivi compendiata; la riduzione degli orari di lavoro del servizio segreteria con trasformazione dei contratti da full-time a part -time, in stridente violazione della legge regionale 24/08 che dovrebbe stimolare l'attenzione della Regione Calabria e dell'Asp n. 5; se nel recente passato i componenti del Cda di Villa Betania siano stati anche membri dell'Assemblea dei soci (organo di controllo); i motivi per i quali nell'aprile 2013 l'Associazione, pur non essendo tenuta in quanto tale, ha comunicato alla Camera di commercio "l'inizio dell'attività economica" la cui richiesta non è stata accolta poiché Villa Betania non dispone di partita Iva; se il dott. Gregorio Gangemi, del distretto notarile reggino, già socio e amministratore di Villa Betania si oppose all'approvazione del bilancio consuntivo 2009/2010 facendo presente che lo stesso indicava, tra le attività, anche il valore del fabbricato che , sorgendo su un terreno intestato a terzi, non poteva e non doveva essere ritenuto di proprietà dell'Associazione e valutato, circa tre -quattro anni addietro, quasi un milione e mezzo di euro; se il predetto immobile costruito da una nobile famiglia reggina sorge su suolo concesso in donazione dal Comune di Reggio Calabria; la voragine debitoria (come, quando e perché si è formata?) letteralmente "scoppiata" a cavallo degli anni 2007/2008; la ratio della duplicazione del ruolo di direttore sanitario, dei rapporti con il Cif, quantificazione del buco in bilancio, il perché della carenza della partita Iva (esattamente come Casa Serena) e del depotenziamento dell'assistenza non soltanto "contra ius" ma a dir poco immorale ed ingannevole con innegabile danno sicuramente causato alla salute dei piccoli utenti incolpevoli vittime; le ragioni dei diversi licenziamenti compensati da assunzioni sospette in una situazione di dissesto finanziario scandita". Il presidente Chizzoniti, infine, chiede che sia disposto "l'urgente sequestro di tutta la documentazione di riferimento. Ciò perché potrebbe andare distrutta e comunque astutamente sottratta alle superiori valutazioni degli organi inquirenti".

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