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    D'Attorre: "Su vicenda Ora Calabria intervenga Governo"

     

     

    D'Attorre: "Su vicenda Ora Calabria intervenga Governo"

    07 mag 14 Una interrogazione al Presidente del Consiglio al Ministro dello Sviluppo economico sulla vicenda della chiusura del quotidiano L'Ora della Calabria è stata presentata dal deputato del Pd Alfredo D'Attorre, che ha chiesto l'intervento del Governo. "Il 18 febbraio - scrive D'Attorre - scoppia il caso relativo all'Ora della Calabria, edito dalla società C&C e diretto da fine dicembre da Luciano Regolo. In quella data il giornale si prepara a pubblicare la notizia di un'indagine della magistratura che coinvolgerebbe Andrea Gentile, figlio del senatore Tonino. In quella stessa serata, come poi riportato da tutti gli organi di informazione, Andrea Gentile contatta, via sms, l'editore Alfredo Citrigno 'ringraziandolo per quello che farà' (cioè, in sostanza caldeggiando la non pubblicazione della notizia). A tardissima serata lo stampatore Umberto De Rose, già presidente regionale di Confindustria Calabria e attuale presidente della Fincalabra Spa, finanziaria della Regione, telefona a Citrigno parlando a nome della famiglia Gentile e chiedendo di non pubblicare la notizia. Il dato di fatto è che alla fine di quella giornata il giornale non va in edicola. Lo stampatore adduce il motivo al guasto alla rotativa, ma la coincidenza con quella telefonata suscita non poche ombre. All'indomani Regolo denuncia l'aggressione alla libertà di stampa e il tentativo di censura. Il clamore mediatico impedisce al senatore Gentile di rimanere al posto di sottosegretario e la Procura di Cosenza apre un'inchiesta. Qualche giorno dopo, nonostante il consistente aumento di vendita registrato dall'inizio dell'anno, la società C&C viene messa in liquidazione. Citrigno indica come liquidatore il commercialista Giuseppe Bilotta con il compito di gestire l'ordinario e di raccogliere proposte di acquisto. Vengono presentate due proposte, che anche se non formalmente ma sostanzialmente riconducono allo stesso De Rose, il quale vanta un credito di circa un milione dall'editore. All'assemblea dei giornalisti, che ha presentato manifestazione di interesse all'acquisto, non viene nemmeno concesso il tempo per visionare la contabilità. Questo elemento accompagnato alla preoccupazione per le spettanze economiche avanzate, induce l'assemblea a preannunciare un pacchetto di 10 giorni di sciopero. Questa protesta nasce con l'obiettivo di evitare che la testata non finisca nelle mani di colui che aveva tentato di censurare la notizia su Gentile e di avere precise garanzie sulle spettanze. Lo stesso Regolo, che in poco tempo aveva fatto aumentare del 30% la vendita, denuncia le 'manovre' intorno al giornale. Il 17 aprile, dopo l'ennesimo infruttuoso incontro tra il Cdr, accompagnato dal segretario regionale del sindacato dei giornalisti Carlo Parisi, e il liquidatore Bilotta l'assemblea dei giornalisti proclama tre giorni di sciopero. Il 18, primo giorno di sciopero, Bilotta comunica l'interruzione delle pubblicazioni in versione cartacea e anche l'oscuramento del sito che tra l'altro non è intestato alla società editrice. Regolo definisce le decisioni del liquidatore come una palese e brutale ritorsione, che viola la libertà di stampa, il diritto al lavoro e anche il diritto di sciopero costituzionalmente garantito. A sostenere la protesta dei giornalisti dell'Ora interviene anche il sindacato regionale dei giornalisti che a sua volta denuncia le irregolarità, a partire dal fatto che il liquidatore per almeno un mese non era stato registrato alla Camera di commercio. Parisi, affiancato anche dalla Fnsi attraverso le parole del segretario Franco Siddi, si rivolge alla magistratura chiedendo di fare chiarezza sull'intera vicenda, di fare luce sulla legittimità delle procedure del liquidatore e chiedendo l'affidamento temporaneo della testata agli stessi giornalisti. Lo stesso sindacato si è fatto promotore di un tavolo di confronto presso la prefettura di Cosenza con tutte le parti, che dovrebbe partire nei prossimi giorni. Il 23 aprile il liquidatore mette tutti i giornalisti in ferie forzate per 15 giorni e comunica l'avvio delle procedure di licenziamento collettivo per i circa 70 dipendenti (giornalisti, poligrafici, amministrativi). Da quel giorno i giornalisti dell'Ora hanno 'occupato' la sede del giornale a Cosenza con presidi in altre redazioni. Si tratta di una vicenda a dir poco inquietante che non può passare sotto silenzio". "Si chiede pertanto - conclude D'Attorre - se il Governo è a conoscenza di tale situazione e quali iniziative intenda assumere, con la massima urgenza, per garantire innanzitutto il diritto costituzionalmente garantito della libertà di stampa nonché tutte le prerogative in capo ai lavoratori dell'Ora di Calabria soprattutto se il caso viene rapportato al complesso e difficile contesto in cui si trovano a dover operare".

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