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    Salerno: Su Fondazione Campanella intervenga Governo

     

     

    Salerno: Su Fondazione Campanella intervenga Governo

    25 giu 14 "Partiamo da un dato inequivocabile, la Fondazione Campanella è una straordinaria risorsa ed il suo ruolo, con riferimento ai servizi sanitari di eccellenza, è strategico nell'ambito della complessiva gestione del sistema sanitario regionale; se questo è il condiviso dato di partenza, e lo è, va da se che l'inevitabile conseguenza riguarda la determinazione istituzionale nel conferire alla Fondazione mezzi, risorse, possibilità e prospettive". Lo afferma, in una nota, l'assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno. "Purtroppo - prosegue - come spesso è accaduto in questa Regione ad alcune buone idee seguono gestioni sbagliate, problemi, iter amministrativi e burocratici che complicano la situazione e depotenziano o rallentano l'efficacia di quelle idee e di quei progetti; è accaduto cosi per la Fondazione Campanella ed ora, con tutte le immani difficoltà che conosciamo, il percorso è accidentato e segnato da ritardi e continui stop and go. Il protocollo d'intesa sottoscritto il primo ottobre dell'anno scorso è rimasto totalmente disatteso e la Fondazione si è vista costretta a sostenere gli oneri finanziari per la gestione delle unità operative non oncologiche che dovevano essere trasferite all'Azienda Mater Domini sin dal gennaio 2012. Tale situazione di indefinitezza e ritardo ha generato una situazione economico-finanziaria particolarmente difficile, i fornitori vantano un credito di circa 15 mln di euro ed in molti casi si rifiutano di fornire farmaci e dispositivi medici indispensabili per la vita dei pazienti che la Fondazione ha l'obbligo di curare ed assistere. Mi sono occupato di questa situazione da Presidente della Commissione Sanità ed intervengo nella mia qualità di assessore regionale non perché, come qualcuno erroneamente dice, il salvataggio della Fondazione è reso prioritario dalla volontà di preservare 250 posti di lavoro ma perché la Campanella, lo ripeto, è strategica nel dare una risposta di elevata qualità e professionalità a tutti quei cittadini che sono affetti da patologie gravi. Il Consiglio regionale ha espresso un chiaro indirizzo e con decisione quasi unanime ha affermato che la Fondazione deve essere mantenuta e resa operativa al massimo delle sue potenzialità. La Calabria nell'anno 2012, solo per i ricoveri ospedalieri, ha pagato il rilevante importo di circa 50 mln di euro per far curare i propri cittadini in altre Regioni, a questo importo va aggiunto quello, altrettanto rilevante per le prestazioni ambulatoriali (Pet, Radioterapie, Chemioterapie, ecc); abbiamo l'obbligo di ridurre queste voci ed il compito del Commissariamento della Sanità in Calabria non è, dunque, quello di ridurre la quantità delle prestazioni erogate, purché appropriate, ma di eliminare sprechi e disfunzioni nell'utilizzo delle risorse finanziarie. Il circolo vizioso è presto descritto, non corrispondere le risorse finanziarie per prestazioni sanitarie effettivamente rese significa portare la Fondazione al fallimento, incrementando l'emigrazione sanitaria e gravando ulteriormente i bilanci della sanità regionale. D'altro canto se le unità operative non oncologiche fossero state trasferite in tempo utile alla Azienda Ospedaliera Mater Domini, alla quale dovevano essere corrisposte le connesse risorse finanziare, ovviamente a carico del Fondo sanitario regionale e già quantificate in euro 26 mln, la Fondazione non si troverebbe in uno stato di grave insolvenza. Da questo punto di vista le responsabilità certo non sono della Regione anzi il Governo Regionale in questi ultimi anni ha dimostrato con atti concreti, condivisi peraltro anche dalla quasi totalità della minoranza, di voler dotare la Calabria di un polo oncologico di eccellenza cosi come accade in tutte le regioni d'Italia; e se negli anni passati sono state fatte scelte errate nella gestione della Fondazione ma è pur vero che dai primi mesi del 2010 si è avviato un percorso che ha portato alla definizione dello stato giuridico della Fondazione quale ente di diritto privato, che non rappresenta uno svilimento delle sue funzioni ma un'opportunità che va colta per un uso razionale ed efficiente delle risorse". "Oggi - conclude Salerno - è impossibile far finta di non vedere che a fronte di costi fissi mensili per circa 2,5 mln di euro venga corrisposto un importo pari a circa 1/3 (800.000 euro); dunque non è più tempo di tergiversare, servono soluzioni immediate ed ognuno deve fare scelte coerenti con l'obiettivo da raggiungere. Penso che qualora fosse necessario, intorno a questa vicenda, vada coinvolto il Governo Nazionale, ed in primo luogo i Ministri della Salute e dell'Economia, perché le poche risorse finanziarie di cui la Regione dispone non devono essere sperperate in contenziosi inutili e dannosi privando migliaia di cittadini calabresi del diritto alla cura di gravi patologie nella propria Regione".

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