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    Presidenti Tar: Con taglio sezioni sarà caos

     

     

    Presidenti Tar: Con taglio sezioni sarà caos

    19 giu 14 Il ventilato taglio delle sezioni distaccate dei Tar "produrrà il caos", con l'aggravio per le sedi centrali, dove confluiranno migliaia di fascicoli di arretrato, e la mancanza di spazi per udienze e personale: la misura, non ancora ufficiale, ma annunciata, che prevede la soppressione delle sezioni di Catania, Lecce, Salerno, Brescia, Latina, Pescara, Reggio Calabria e Parma, entro il primo ottobre, mette in allarme la giustizia amministrativa, che ha riunito oggi un Consiglio di presidenza straordinario, l'organo di autogoverno dei magistrati dei Tar e del Consiglio di Stato. Secondo il presidente del Tar della Campania, Cesare Mastracola, non ci sarà riduzione dei costi, anzi: "Saremmo costretti a lasciare l'attuale sede di Napoli, che è demaniale e non ci costa niente, perché non potrei metterci dentro tutto il personale e i magistrati in arrivo da Salerno, se non violando tutte le norme sulla sicurezza sul lavoro". Non ci sono le condizioni per la mobilità del personale, aggiunge: "Nessuna sede distaccata dista 50 chilometri dalla sede principale". "Nessuna delle sedi centrali è in grado di accogliere le sezioni distaccate, e in nessuna delle sezioni distaccate ci sono le condizioni per migliorare l'efficienza con l'accorpamento", ha detto Antonio Cavallari, presidente della sezione distaccata del Tar Puglia a Lecce. Il presidente del Tar della Sicilia Filoreto D'Agostino ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "primo magistrato d'Italia", per manifestargli "la più viva preoccupazione per la preannunziata soppressione" della sezione distaccata di Catania, alla quali sono addetti 20 magistrati, e che ha ricevuto 3.334 ricorsi nel 2013, più che a Palermo. "La misura soppressiva - sottolinea D'Agostino - determinerà pesanti effetti sulla funzionalità della giurisdizione amministrativa in Sicilia e inciderà negativamente sui cittadini", e "farà aumentare gli oneri dovuti per indennizi per la legge Pinto", sulla durata dei processi.

    "Nessun risparmio, anzi sarà il caos". E' l'allarme dei presidenti dei Tar, che hanno riunito il loro organo di autogoverno, il Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, in via straordinaria sul ventilato taglio delle sezioni distaccate: 8 in tutto, Catania, Lecce, Salerno, Brescia, Latina, Pescara, Reggio Calabria e Parma, entro il primo ottobre. "Non siamo in grado di accogliere il personale, e non ci sono le condizioni per la mobilità", dicono i magistrati, che hanno sollecitato il presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giovannini, a prendere una posizione forte nei confronti del provvedimento. Alcuni presidenti hanno anche scritto al Capo dello Stato, chiedendogli "come primo magistrato d'Italia" di analizzare la questione. "Non sono un nemico dei Tar", risponde a distanza il ministro della Giustizia Andrea Orlando, "ma - aggiunge - il frazionamento dei controlli è una delle cause di inadeguatezza del nostro sistema nel contrasto alla corruzione. Ci sono paesi che non conoscono la giustizia amministrativa e non hanno un tasso di corruzione più alto del nostro". Ed è proprio quello della cancellazione lo spettro che aleggiava al Consiglio di questo pomeriggio. Qualcuno lo ha anche detto esplicitamente. "A ricordare una 'slide' del presidente del Consiglio con il superamento della giustizia amministrativa mi tremano i polsi", ha affermato, aggiungendo pepe alla discussione, il presidente del Tar Sicilia Filoreto D'Agosto che teme quindi che quello sulle sezioni distaccate sia solo il primo passo. "Non c'è paragone con il taglio delle sedi della giustizia ordinaria, per la quale c'è stata una interlocuzione e due anni per adeguarsi", ha lamentato Linda Sandulli, presidente di sezione del Tar del Lazio. E quella "interlocuzione, per manifestare le nostre perplessità", è la richiesta espressa dal Consiglio a governo e parlamento, che ha proposto - nella delibera finale - una collaborazione per arrivare ad una riorganizzazione della giustizia amministrativa "nel segno della ragionevolezza, senza arrecare un vulnus all'operatività dei Tribunali". Intanto, in attesa di essere soppressi, gli uffici (tre dei quali hanno sede in palazzi in affitto, mentre gli altri sono in palazzi demaniali) vanno avanti in una cronica carenza di organico a fronte di un consistente arretrato: a Salerno ci sono 11 magistrati su 14 previsti, 17 a Catania su 25 con quasi 55mila fascicoli pendenti, 15 a Lecce su 16. In questi ultimi due casi la mole di ricorsi è maggiore che nelle sedi principali. I ricorsi depositati infatti, è stato elencato alla riunione di oggi, sono 3.334 a Catania, contro i 3.237, a Lecce sono 2.296 contro i 1.728 di Bari. "Il problema è che in questo caso unendo le forze si pregiudica il risultato": grande non è bello, per il presidente del Tar Sicilia D'Agostino, che prevede un ulteriore ingolfamento sommando gli arretrati di Palermo e Catania. Secondo Cesare Mastrocola, presidente del Tar della Campania, non ci sono le condizioni per la mobilità del personale, "nessuna sede distaccata dista 50 chilometri dalla sede principale". Angelo De Zotti, Tar Brescia, profila "il caos". Una follia - ha detto De Zotti - anche sotto il profilo delle spese da affrontare: "A Brescia abbiamo acquistato l'immobile nel 2010 per 11 milioni di euro, ed effettivamente siamo sovradimensionati. Ma a Milano dovremmo andare a fare udienza in cortile".

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