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    Approvata legge elettorale regionale: commenti e reazioni

     

     

    Approvata legge elettorale regionale: commenti e reazioni

    04 giu 14 "La nuova legge elettorale della Calabria favorisce gli accordi tra politica e 'ndrangheta, che muove migliaia di consensi, dentro la regione e fuori". Lo dichiarano i parlamentari M5S Dalila Nesci, Paolo Parentela, Nicola Morra e Federica Dieni, che aggiungono: "Il Consiglio regionale che di corsa ieri l'ha approvata avrà piena responsabilità degli effetti. Si tratta di una legge che cancella il confronto democratico, che leva ogni spazio alle minoranze e che, nella migliore delle ipotesi, spinge a patti elettorali innaturali, in nome del potere e lontano dall'interesse pubblico". "Oltre ad evidenti dubbi di costituzionalità, che stiamo già verificando, la nuova legge elettorale della Calabria - aggiungono - presenta un impianto vecchio, concepito apposta per salvare note rendite di posizione e perpetuare la politica dei favori e dei ricatti, in parte già sconfitta alle europee. Questa nuova legge elettorale, però, non ci meraviglia affatto. È l'ultimo rozzo tentativo di restare a galla da parte di responsabili politici dell'emigrazione giovanile, dell'emergenza ambientale e della malasanità calabrese. Il popolo calabrese, però, è consapevole e maturo, sa reagire e scegliere. Faremo la differenza con i programmi e i candidati".

    La neoeletta europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Laura Ferrara, interviene in merito alla nuova legge elettorale della Calabria. "Il vergognoso - afferma - ed irresponsabile atto consumatosi martedì, in seno al Consiglio regionale della Calabria, è il triste aneddoto che mette a nudo, semmai ve ne fosse stato bisogno, la spudorata arroganza e la sfacciata mancanza di rispetto delle più elementari regole di democrazia di chi oggi governa la nostra Regione. Ritenere che una forza politica che raggiunga percentuali di consenso dell' 11, 12, 13 e persino oltre il 14%, non abbia diritto avere rappresentanza in Consiglio, ancor prima che contrario alla Costituzione della Repubblica italiana, è in spregio delle più elementari norme di buon senso e al minimo senso delle istituzioni democratiche. Mi verrebbe da chiedere a questi signori: qual è il loro concetto di "Democrazia"? Il No alla preferenza di genere è la ciliegina sulla torta dell'ignominia. Ritengo opportuno battezzare questa legge con il nome di "Cinghialum". Il nome più calzante per descrivere un atto sconsiderato che coprirà di vergogna la nostra amata terra di fronte alla nazione intera". *** "Ancora una volta la democrazia ha subito un duro attacco. L'approvazione della nuova legge elettorale da parte del Consiglio regionale della Calabria segna un ulteriore arretramento del nostro assetto istituzionale. E' una deriva imperiosa che, da inizio legislatura, ieri, ha raggiunto il suo apice". Questo è il commento della Segreteria Cgil della Calabria. "Ci lascia perplessi - prosegue - e veramente preoccupati ciò che è accaduto ieri. A colpi di maggioranza, ancora una volta, è stata approvata una norma monca del concreto spirito democratico, inscritta in una logica autoritaria, che ha innalzato la soglia di sbarramento dal 5% al 15%. Una scelta che lede la rappresentanza politica in seno all'assemblea regionale e la valenza stessa dei partiti, limitando indirettamente la libertà di voto dei cittadini. La bocciatura dell'emendamento sulla doppia preferenza di genere non solo è un atto deficitario per la Calabria, in quanto non viene così recepita una legge nazionale che, al contrario, è già attiva in altre regioni italiane; ma soprattutto, è sintomo della mancanza di una reale democrazia paritetica".

    "Non posso che esprimere rammarico per l'occasione tristemente persa da questo Consiglio regionale di dotarsi di uno strumento in grado di attuare una compiuta democrazia paritaria e di contraddistinguersi, per una volta, in quanto capace di riconoscere il contributo delle donne come imprescindibile per una crescita complessiva della comunità". E' quanto afferma la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Giovanna Cusumano. "L'Assemblea legislativa calabrese - aggiunge - ha sempre registrato un numero esiguo di presenze femminili, giungendo all'apice dell'assenza di rappresentatività delle donne proprio nell'ultima legislatura. Ieri si sarebbero potute stabilire le condizioni di diritto atte a dare concretezza alle legittime istanze che i cittadini calabresi hanno da ultimo manifestato - sostenendo con un entusiasmo ed una convinzione certificati da ben 7.000 preferenze - l'iniziativa legislativa popolare promossa dalla Commissione regionale per le Pari Opportunità per l'introduzione della doppia preferenza di genere nella nuova legge elettorale regionale. Nessuna corsia preferenziale veniva richiesta con l'adozione di questo strumento, ma solo un'azione positiva in ossequio al principio delle pari opportunità sancito dalla nostra Carta Costituzionale. Stupisce poi, per quanto riguarda l'andamento dei lavori ieri in Aula, il comportamento tenuto da gran parte dei consiglieri, alcuni dei quali, non hanno neppure ritenuto di motivare il rigetto dell'emendamento sulla doppia preferenza di genere, fino all'atteggiamento paradossale del presidente della prima Commissione consiliare Giuseppe Caputo che ha espresso il proprio voto negativo sulla proposta".

    "E' una ex maggioranza ormai alla canna del gas. Infatti, nonostante il giudizio del Settore legislativo del Consiglio, secondo cui la riduzione delle circoscrizioni 'suscita dubbi di legittimità costituzionale in quanto potrebbe porsi in contrasto con i principi dettati dal complessivo quadro ordinamentale', ha proceduto ugualmente, ben sapendo che la Corte costituzionale azzererà tutto". Lo afferma il consigliere regionale Giuseppe Giordano, secondo cui "in Consiglio regionale la maggioranza che non è più maggioranza nel Paese e men che meno in Calabria, si è messa sotto i piedi il principio di legalità. Non soltanto perché sulla riscrittura delle regole ha proceduto da sola, ma soprattutto perché sta spacciando per buona una legge elettorale carica di contraddittorietà. Se per approvare regole che riguardano la qualità della democrazia, questa ex maggioranza s'è fatta un baffo della legalità costituzionale, figuriamoci che accadrà mercoledì prossimo quando arriverò in Aula l'assestamento del Bilancio. Prevedo una manovra finanziaria che sarà approvata a pomeriggio inoltrato o a notte fonda, appositamente perché i calabresi non capiscano. Forse per evitare l'ennesimo assalto alla diligenza, con norme ed emendamenti clientelari, ci sarebbe bisogno della diretta televisiva o la presenza di osservatori speciali che facciano da deterrente agli scempi amministrativi di cui saranno capaci".

    "Il Consiglio regionale ha lasciato una pesante eredità alla nostra regione, approvando, come ultimo atto, una legge elettorale che, con una soglia di sbarramento al 15% e senza doppia preferenza di genere, presenta forti dubbi di costituzionalità". Lo dice la senatrice Doris Lo Moro, capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali, che è stata relatrice al Senato del disegno di legge sulla parità di genere per le elezioni europee. "In particolare - prosegue - la normativa approvata appare irragionevolmente discriminatoria e in contrasto con l'articolo 51 della Costituzione sulle pari opportunità di genere nell'accesso agli organi elettivi e con la legge 215/2012, con la quale si promuove il riequilibrio della rappresentanza di genere nei consigli e nelle giunte di Comuni e Province e nei consigli regionali. E' per questo che chiedo alla ministra degli Affari regionali, la calabrese Carmela Lanzetta, di garantire un attenta e rigorosa verifica di questa legge, per valutare la possibilità di sottoporla al vaglio della Corte costituzionale".

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