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    Stato di agitazione dei medici di famiglia contro Conferenza Regioni

     

     

    Stato di agitazione dei medici di famiglia contro Conferenza Regioni

    10 feb 14 La Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) ha dichiarato lo stato di agitazione della categoria nei confronti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per denunciare le ''gravi inadempienze della stessa nei confronti della Medicina Generale''. In una lettera inviata oggi ai ministri competenti e ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome, il segretario nazionale Giacomo Milillo ha sottolineato come la legge n. 189 del 2012 ''prevede l'obbligo per le Regioni di pervenire alla stipula degli Accordi Collettivi Nazionali per la medicina generale entro l'11 maggio 2013. Non solo la Conferenza delle Regioni non si è attivata per adempiere all'obbligo, ma a tutt'oggi - rileva Milillo - il Comitato di Settore non ha ancora approvato l'atto di indirizzo necessario all'avvio delle trattative". Per Milillo, ''l'inerzia non trova alcuna giustificazione nella crisi economica perché è chiaro che il rinnovo deve avvenire a costanza di risorse, e proprio la riscrittura della Convenzione costituisce momento fondamentale per l'improcrastinabile riorganizzazione dell'assistenza primaria, per un uso più razionale delle risorse rese disponibili dal finanziamento del SSN, e rappresenta quindi un contributo alla sostenibilità del SSN stesso che qualsiasi amministratore interessato al bene della popolazione dovrebbe perseguire nel più breve tempo possibile". La Fimmg denuncia quindi la ''gravità di una simile condotta politico-amministrativa che, unitamente al rifiuto ormai triennale delle Regioni a definire il Patto della Salute con tutti i Governi succedutisi, costituisce un grave pregiudizio alla tutela della salute prevista dall'art. 32 della Costituzione''. Perciò, la FIMMG dichiara lo ''stato di agitazione e, trascorsi i termini previsti dalla legge per eventuali procedure di conciliazione, si riserva di mettere in atto ogni legittima forma di protesta fino ad individuare e comunicare le date e le modalità di eventuali scioperi".

    Amarezza da Conferenza Regioni: "Esprimiamo stupore ed amarezza per la posizione assunta dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) nei confronti della Conferenza delle Regioni in relazione all'atto di indirizzo per la nuova convenzione della medicina generale". lo affermano il presidente del Comitato di settore e vicepresidente della Regione Liguria, Claudio Montaldo, e il coordinatore della Commissione salute per la Conferenza delle Regioni, Luca Coletto. "Stupore - affermano Montaldo e Coletto in una nota - perché sono stati espletati, come è noto alle organizzazioni sindacali, tutti i necessari passaggi per pervenire ad un documento condiviso al massimo livello e da parte di tutte le Regioni. Nelle prossime ore invieremo alla SISAC (struttura interregionale sanitari convenzionati) l'Atto di indirizzo per la nuova Convenzione di medicina generale''. Con i rappresentati sindacali ''è stata condivisa da tempo l'opportunità di andare ad una revisione sostanziale degli accordi nazionali vigenti. L'amarezza è dunque dovuta al fatto - sottolineano Montaldo e Coletto - che in più occasioni e in diversi incontri si è convenuto su questo percorso, così come è stata condivisa una strategia di massimo coinvolgimento nelle scelte. Certe osservazioni sembrano non tener conto del contesto politico-economico particolarmente complesso degli ultimi anni''. La ''necessità di un finanziamento certo del SSN e la definizione del patto per la salute sono elementi imprescindibili - proseguono - per la definizione degli atti normativi e contrattuali del personale a cui verrà chiesto di accompagnare un cambiamento rilevante per tutto il Servizio Sanitario Nazionale''. Per questo, concludono, ''appare del tutto priva di fondamento l'affermazione relativa al fatto che le Regioni rifiutino di sottoscrivere il nuovo Patto per la salute. E' vero piuttosto il contrario. Sono state le Regioni a sollecitare un nuovo Patto per la salute fondato su risorse che lo rendano economicamente più sostenibile''.

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