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    Naccari e Greco "A rischio i fondi UE per bonifica siti"

     

     

    Naccari e Greco "A rischio i fondi UE per bonifica siti"

    01 feb 14 "Quelle che usa il Governo regionale sono armi di distrazione di massa. Un gioco di parole che vuole denunciare come si preferisca occuparsi, in sede di Consiglio regionale, di problemi contro i quali ormai nulla si può fare a causa del disimpegno, della sottovalutazione e della poca, per non dire nulla, capacità di incidere sulle scelte politiche del governo nazionale, anziché aprire un dibattito e un confronto su un tema grave come quello lanciato negli ultimi giorni dal procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho". Lo sostengono, in una nota, il consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi e l'ex assessore regionale all'Ambiente, Silvio Greco. "Il Capo della Procura reggina - aggiungono - ha infatti manifestato pubblicamente la sua convinzione che possa esserci una 'Terra dei fuochi' anche in Calabria. Cafiero de Raho ha parlato di un'attività di contrasto su questo argomento non ancora compiuta, nonostante lo sversamento di rifiuti sia avvenuto tanti anni fa. Di fronte ad una denuncia di tale gravità, il Governo regionale ha pensato fosse meglio occuparsi in Consiglio del trasbordo dell'arsenale chimico siriano nell'area di Gioia Tauro. Tema ormai obsoleto, visto che il trasbordo si farà, in barba alla volontà dei calabresi, e che l'ipotetica richiesta di fare effettuare i lavori per rottamazione della Costa Concordia probabilmente non reggerà poiché sarebbe stato scelto a tale scopo il porto di Piombino, già attrezzato come cantiere e già destinatario di un primo finanziamento". "Non ci si preoccupa affatto, invece - sostengono ancora Naccari Carlizzi e Greco - dalla presenza sul nostro territorio di aree inquinate e tossiche. Eppure i motivi di preoccupazione reale ci sono eccome. Discariche abbandonate, centri storici invasi dall'eternit, falde acquifere contaminate: in Calabria ce ne sono centinaia. Il numero esatto, anzi, è 637, sparsi in tutte e cinque le province. A stilare questa lunga lista degli orrori è stata la Regione Calabria nel 2009. Queste bombe ambientali erano infatti state inserite nel 'Bando di gara per la realizzazione dei piani di caratterizzazione ambientale dei siti definiti a medio e basso rischio del piano regionale delle bonifiche'. Da allora, però, tutto si è fermato e i fondi che l'Europa aveva stanziato per gli interventi di bonifica rischiano di andare perduti. Tra il 2005 e il 2009 la Giunta regionale aveva individuato, sulla scorta di indagini dell'autorità giudiziaria, di procedure di infrazione comunitarie o a seguito di specifiche informazioni, una serie di aree sulle quali si era ritenuto necessario far partire degli interventi di bonifica. Il 23 marzo 2010 viene emanato il decreto 3662 con il quale si dava avvio alla procedura aperta per la redazione dei piani di caratterizzazione ambientale, le attività erano inserite nell'ambito del POR Calabria Fesr 2007 - 2013 per il recupero dei siti inquinati e alla loro messa in sicurezza, con una copertura finanziaria di 6.527.600 euro. A giugno 2010, però, la nuova Amministrazione regionale di centrodestra ha deciso di rinviare i termini per l'apertura delle offerte e ad oggi non si è mai proceduto alle successive operazioni di gara". "Il 7 dicembre 2010 - affermano Naccari e Greco - la Giunta regionale presieduta dal Governatore Giuseppe Scopelliti ha deciso di revocare, 'in via di autotutela', il decreto del 23 marzo 2010. Secondo l'esecutivo di centrodestra era, infatti, necessario aggiornare l'elenco. Una mazzata per le Amministrazioni comunali che su quei finanziamenti avevano fatto affidamento per poter intervenire sui siti inquinati. Ma il rischio è ancora più grande. E i vertici della Regione ne erano a conoscenza. Tanto è vero che nella delibera di revoca del bando viene inserito l'avvertimento dell'Europa circa il rischio di perdere i finanziamenti. Sei mesi dopo la Giunta regionale ha invece annullato il bando. Sono passati tre anni dalla revoca e la caratterizzazione per i siti inquinanti sembra essere scomparsa dall'agenda delle priorità della Regione".

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