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    CGIL-Guccione sulla sanità è scontro su Pezzi

     

     

    CGIL-Guccione sulla sanità è scontro su Pezzi

    13 dic 14 Neanche il tempo di insediarsi a Palazzo Campanella ed il nuovo Consiglio regionale ha il primo scontro tutto interno alla sinistra sulla gestione della sanità. Da un lato la Cgil che da "consigli" ad Oliverio. Dall'altra la piccata replica di Guccione, che ha impostato molto della sua campagna elettorale sulla sanità, che si dice meravigliato della cosa

    La nota della Cgil. "Le pressioni che sta facendo in questi giorni il neo-presidente alla Regione per farsi nominare commissario alla sanità, dal nostro punto di vista rappresentano un errore politico, che gli consigliamo di non fare". E' quanto si afferma in una nota congiunta delle segreteria regionali di Cgil e Fp. "Il commissariamento dei presidenti delle regioni in regimi di piano di rientro - prosegue la nota - non ha dato buoni risultati, men che meno in Calabria, dove la politica del presidente Scopelliti ha aggravato notevolmente i già difficili problemi finanziari e di efficienza della sanità calabrese. Il vero elemento di discontinuità sta nel mettere fuori la politica dalla gestione della sanità, e in alcune aree e servizi, anche la criminalità. Il presidente Oliverio, pertanto, dovrebbe rivendicare con forza maggiori poteri di indirizzo, battersi per il merito e la valorizzazione professionale di tutte le competenze, coinvolgere i cittadini, cambiare radicalmente le linee del piano di rientro portato avanti dal presidente Scopelliti, destinare risorse anche comunitarie agli investimenti tecnologici per la modernizzazione e l'efficienza sanitaria, garantire i livelli essenziali, contrastare la migrazione sanitaria passiva verso le regioni del nord. Ma bisogna affidare la gestione a un commissario tecnico che sia capace di coinvolgere e creare ampio consenso sulle scelte che il presidente realizza". "Sottrarre la sanità allo scontro politico e alla sostituzione di vecchie lobby con nuove lobby - riporta ancora la nota - è fondamentale per aprire una pagina nuova della sanità e della cura in Calabria. D'altra parte il generale Pezzi può essere un elemento di garanzia e di esperienza in questo senso. D'altronde i nomi che circolavano in ambito di centro sinistra, prima della nomina del genera Pezzi, non erano tra i più qualificati e significativi per garantire discontinuità e qualità per la sanità calabrese. Tutti dobbiamo misurarci con questa sfida, tutti dobbiamo cambiare. Noi ci stiamo provando e ci proveremo. Ora tocca al presidente imboccare una strada nuova e coraggiosa. Ma ai parlamentari e alle 'parlamentare', in caduta libera di credibilità dopo l'approvazione della legge di stabilita e del jobs act diamo un consiglio: state fuori dalla gestione politica della sanità".

    La replica di Guccione. "E' davvero stupefacente che la Cgil inviti Oliverio a lasciare il passo al generale Pezzi come Commissario della sanità calabrese. La posizione assunta oggi dal sindacato rinnega e contrasta con le battaglie comuni che in questi anni abbiamo condotto, sia come espressioni sindacali che dai banchi dell'opposizione consiliare a Scopelliti e al centrodestra". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione. "Le critiche, anche da parte della Cgil - prosegue Guccione - le abbiamo rivolte soprattutto alla gestione del Piano di Rientro e, rispetto a questa gestione, il generale Pezzi non può essere considerato estraneo. Il mandato di governo conferito dai calabresi con grande fiducia, è una forte domanda rivolta al presidente Oliverio affinché garantisca prima di tutto ad ogni cittadino il diritto alla cura della salute che ora in molte aree della Calabria è precluso. Suona quasi come una beffa, ancora di più quando lo fa la Cgil, chiedere ad Oliverio di mettersi da parte e affidare la gestione al generale Pezzi. E' davvero curioso che la Cgil non riesca ad essere consapevole che una simile posizione rischia di convergere con quanti oggi sono intenti a difendere probabili interessi lobbistici che magari da anni si annidano nel sistema pubblico e privato e negli apparati della sanità calabrese". "Ed è altrettanto strano - sostiene ancora il consigliere regionale del Pd - l'atteggiamento dell'Ufficio del Commissario che, mentre i calabresi decidevano da chi fare governare la Calabria nei prossimi 5 anni, era intento a convocare riunioni con i dirigenti delle Asp e delle Ao per definire il documento di programmazione della rete ospedaliera, dell'urgenza-emergenza e della rete territoriale che va nella direzione di fare dipendere sempre di più la sanità calabrese da quelle di altre regioni facendo aumentare l'emigrazione passiva che dopo oltre quattro anni di commissariamento è passata da 240 milioni ad oltre 300 milioni di euro. E' da qui che si esercitano pressioni, anche a Roma, proprio al fine di impedire ad Oliverio di esercitare una efficace azione di risanamento e moralizzazione. Se Oliverio dovesse accogliere il consiglio della Cgil non farebbe altro che assumere una posizione pilatesca che potrebbe essere intesa come copertura ad una continuità di gestione. In ogni caso compete al Governo nazionale decidere la nomina del Commissario". "La normativa vigente - evidenzia Guccione - impone al Governo che sia Oliverio il Commissario della sanità calabrese, essendo egli stato eletto Presidente della Regione in data antecedente al 31 dicembre 2014. Le pressioni vengono esercitate da tutt'altre direzioni e sono tese a forzare la legge proprio perché vogliono impedire ad Oliverio di tagliare gli sprechi, contenere la spesa ed operare per garantire sin da subito i livelli essenziali ed una efficiente rete di assistenza - emergenza. Ad Oliverio va solo riconosciuto il coraggio di metterci la faccia ed assumersi direttamente la piena responsabilità nel dare conto ai calabresi della sua effettiva capacità di amministrare una sanità che la faccia finita con le gestioni affaristiche e clientelari e sia dedicata, invece, alla cura della salute".

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