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    Coisp "Ministero non esaustivo su morte mediatore in Questura Crotone"

     

     

    Coisp "Ministero non esaustivo su morte mediatore in Questura Crotone"

    04 dic 14 "Prendiamo atto della prontissima risposta che ci è giunta dal Dipartimento, nel giro di 24 ore dalla nostra missiva relativa al decesso per meningite di un mediatore culturale avvenuto a Crotone, ma non possiamo che rilevare quanto essa sia purtroppo non esaustiva e come anzi confermi, in sostanza, le circostanze che abbiamo lamentato e denunciato chiedendo interventi concreti e ufficiali dei quali, però, ancora non v'è traccia". Lo afferma, in una nota, Franco Maccari, segretario generale del Coisp, Sindacato indipendente di polizia, tornando a a scrivere al Capo della Polizia Alessandro Pansa, dopo la nota ricevuta dall'Ufficio relazioni sindacali del dipartimento della Ps in risposta alle sollecitazioni fatte dal sindacato della morte di Mohamed Ebno Errida, 37 anni, marocchino, mediatore culturale che lavorava nel Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto colpito da meningite. Nella risposta del Dipartimento, si legge nella nota del Coisp, è scritto che "...risulta che già da pomeriggio 27 novembre sono state attuate, a cura dell'Asl locale, tutte le misure di prevenzione atte a sanificare gli ambienti di contatto" e che "contestualmente è stata tempestivamente avviata dall'Ufficio sanitario provinciale della Questura di Crotone la profilassi per il personale della Polizia di Stato, nonché sono state fornite le occorrenti comunicazioni a tutto il personale per il tramite dei dirigenti". "Ebbene - afferma Maccari -, il tutto corrisponde esattamente a quanto da noi denunciato, nel senso che anche dal Dipartimento si fa riferimento a poco più di un 'sentito dire'. Ed è proprio questo il nocciolo della questione. Il vero problema è che se per il Dipartimento i referenti sono l'Asl o Uffici vari, per noi i referenti sono i colleghi che operano sul territorio, che hanno vissuto in prima persona questa assurda vicenda e che smentiscono in sostanza una 'versione ufficiale' non corroborata da atti di alcun genere. Ora, non si capisce in base a cosa siamo noi a dover avere torto. È ovvio che speriamo che sia così ma deve essere provato che sia proprio così. Certe questioni come quelle che riguardano la salute dei poliziotti non sono cose che possano essere affrontate nel chiuso degli uffici o gestite come un banale e fastidioso contrattempo. Qui parliamo di una persona morta di meningite. Una persona che ha operato a contatto con centinaia e centinaia di altre persone. E non c'è traccia di documenti, atti o provvedimenti scritti che riguardino tutti noialtri che accanto a lui abbiamo operato? E come è possibile? Dove sono le note ufficiali, a firma del Questore di Crotone, dirette ai colleghi? Dove sono i certificati dell'Ufficio Sanitario della Questura? Dove sono gli atti in cui è messo nero su bianco che gli ambienti di lavoro sono perfettamente salubri? Quando sono iniziati e dove sono terminati gli accertamenti finalizzati a stabilire se tutto non abbia avuto inizio proprio in quel centro che ospita migliaia di persone che vanno e vengono?".

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