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    M5S: Trasferimento Bronzi per Expo evoca ladrocinio nazista

     

     

    M5S: Trasferimento Bronzi per Expo evoca ladrocinio nazista

    25 ago 14 "Quella dei Bronzi di Riace all'Expo è un'idea scellerata che evoca un triste parallelismo con il ladrocinio artistico di memoria nazionalsocialista". Lo afferma, in una dichiarazione, il senatore di M5S Francesco Molinari. "Questa volta, dietro il pretesto misero, se non squallido, vista la visione culturalmente subordinata, di promozione commerciale dell'arte - prosegue Molinari - viene malamente celata la marginalizzazione della Calabria: un'annessione strisciante del territorio calabrese, schiavo agli interessi di Roma in modo non diverso dalla schiavitù italiana dalla visione germanocentrica dell'Europa che condanna il Sud ad essere due volte schiavo. I Bronzi di Riace non possono che far parte del nostro orizzonte culturale, in uno spazio fisico che deve caratterizzare tutta la Calabria e che, per questo motivo, deve segnarne, al contempo, la rifondazione morale e non essere piegata a beceri interessi economici che, come al solito, altri coglieranno. Il nostro no al trasferimento lombardo tiene parimenti conto delle considerazioni di ordine puramente tecnico espresse dai massimi conoscitori della 'salute' dei due antichi guerrieri, ci riferiamo non solo alla Soprintendente ai beni archeologici calabresi, Simonetta Bonomi, ma anche al professor Settis, che hanno bocciato senza appello la peregrina proposta di vecchi e nuovi intellettuali talvolta melliflui talaltra irruenti ma sempre sostanzialmente volgari nel voler imporre il loro miope punto di vista: parliamo del critico nazional-popolare Sgarbi ma anche di chi, solo poco tempo fa, è andato a fare convenienti parate anti-Expo". "Lasciamo, allora, ai consueti sottrattori di pubbliche risorse - conclude il parlamentare - la comoda ideologia dell''Italia da bere': noi siamo, oltre che demagoghi, populisti e qualunquisti, anche campanilisti. Non vogliamo che l'arte venga considerata una semplice merce, insieme alla riduzione a stereotipi culturali della storia dei popoli dell'Italia: le storie di queste genti possono essere veicolate, rispettosamente, dalla fruizione delle loro opere, ma nel contesto dell'ambiente in cui hanno visto la luce".

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