Principe: Regione non nomini dirigenti Aziende sanitarie - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Principe: Regione non nomini dirigenti Aziende sanitarie

22 ago 14 "In Calabria si sono oramai consumati circa tre mesi senza che il Governo abbia provveduto a nominare il commissario ad acta per il piano di rientro della sanità per intraprendere ciò che non si è mai fatto, per correggere ciò che si è fatto male e per continuare ciò che si è fatto di buono, a causa del comportamento dilatorio del Ministro Lorenzin. Non solo. E' scaduta la quasi totalità dei direttori generali di Asp e Ao ancora al loro posto, in regime di prorogatio legislativa, con tutti i dignitari al seguito. Chi non è scaduto è lì per scadere". E' quanto afferma in una nota Sandro Principe, capogruppo del Pd al Consiglio regionale. "Per intanto - prosegue - la Giunta regionale, presieduta, peraltro, da una vice-presidente chiamata dal Presidente decaduto, che dovrebbe essere attiva solo per l'ordinaria amministrazione, si comporta così come se fosse il governo regionale voluto dagli elettori. La Giunta, infatti, ha appena approvato, con la delibera agostana n. 344/2014, la lista degli idonei alla nomina dei manager della salute: 157 quelli promossi, pollice verso per gli altri 39, al netto dei 4 esclusi in partenza. A quanto è dato sapere il prossimo 25 agosto la Giunta procederà alla nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali e di quelle ospedaliere. Tutto ciò, 4 giorni prima che il Consiglio dei Ministri, per come annunciato dello stesso Premier, nomini il 29 agosto, il commissario ad acta. Qui nasce il problema. Può la Giunta nominare i manager delle aziende, ancorché commissariata ex art. 120 della Costituzione? E poi, può una Giunta, così precaria com'è quella calabrese, perfezionare atti che impegnino la Regione e gli enti che da essa dipendono per la durata di tre anni? Ma, soprattutto, può condizionare la futura gestione commissariale, posta a tutela del diritto alla salute dei calabresi? L'attuale disciplina che regola il commissariamento ad acta delle Regioni incapaci a gestire positivamente il piano di rientro è rintracciabile nella legge 191/2009 (la finanziaria per il 2010), e successive modifiche. Una legislazione che è applicativa dell'art. 120, comma secondo, della Costituzione e che individua i poteri esercitabili dal nominato commissario governativo a tutela dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Dalle intenzioni della Giunta regionale, emerse a margine dell'approvazione dell'apposito elenco degli aspiranti manager, si ricava la illogica e illegittima pretesa della medesima di possedere il potere di nomina dei direttori generali delle aziende della salute. Al nominando commissario ad acta resterebbe così, solo l'esercizio di un mero potere di ratifica degli atti di Giunta, utile solo per suggellare quanto deciso dall'organo esecutivo della Regione, cui lo stesso commissario, è bene ricordarlo, si sostituisce per decisione sanzionatoria del governo. Con un tale intento 'espropriativo' si pone in essere il tentativo della Giunta regionale di riappropriarsi dell'esercizio dei poteri che sono propri del commissario ad acta, al quale nessun atto può essere sottratto, men che meno di natura negoziale. Il tutto con conseguente nullità dei provvedimenti assunti in violazione dei predetti principi e responsabilità erariale di chi, consapevolmente, li adotta per l'eventuale danno economico causato alle casse pubbliche". "Rinnoviamo, pertanto - conclude Sandro Principe - l'invito formale alla presidente f.f. di astenersi dal compiere atti illegittimi e, comunque, scorretti sotto il profilo politico, tendenti a condizionare fortemente la politica Sanitaria del nuovo Governo Regionale, che i Calabresi eleggeranno nel prossimo autunno".