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    Primarie centrosinistra, il dibattito

     

     

    Primarie centrosinistra, il dibattito

    18 ago 14 "Il ministro della Cultura Dario Franceschini propone l'ennesima commissione per valutare se i Bronzi di Riace possano essere trasferiti all'Expo di Milano. Il ministro Franceschini invece di varare l'ennesima commissione di studio dovrebbe impegnarsi pubblicamente e lavorare fattivamente perché il Museo della Magna Grecia venga riaperto nella sua interezza al più presto". Lo afferma, in una nota, Gianni Speranza, candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione. "Dovrebbe impegnarsi - prosegue - in modo che il Museo possa ospitare una serie di eventi, mostre, a carattere nazionale e internazionale. Dovrebbe impegnarsi a far sì che il Museo della Magna Grecia sia inserito nei circuiti internazionali dei maggiori tour operator internazionali e nei loro pacchetti per l'Expo 2015. Non devono essere i Bronzi di Riace ad andare a Milano ma devono essere i turisti, che verranno a Milano da tutto il mondo per l'Expo, a venire in Calabria. Questa telenovela sui Bronzi sta procurando un grave danno all'economia turistica calabrese. I tour operator internazionali che stanno programmando la stagione 2015 di fronte a questa indecisione stanno valutando di togliere la Calabria dai loro circuiti culturali. Il ministro Franceschini dovrebbe sapere che la Calabria è creditrice verso lo Stato italiano. Dopo solo 6 mesi dalla riapertura del padiglione dove sono esposti i Bronzi e dopo 5 anni di chiusura totale del Museo non si può accettare una discussione simile. Il presidente Renzi che tanta attenzione mostra per la Calabria, dovrebbe intervenire per stoppare questa discussione inutile e assurda. E dovrebbe prendere impegni concreti per il rilancio del Museo della Magna Grecia". "La Calabria - conclude Speranza - attende un impegno preciso per la riapertura del Museo della Magna Grecia entro dicembre 2014 e che il ministero della Cultura punti sul museo con i suoi bronzi ad iniziative e mostre di carattere internazionale".

    "L'acuta analisi dell'on. Mario Maiolo sulle cause del divario che separa la Calabria dal resto del Paese è, a mio parere, condizionata dall'obiettivo politico che vuole promuovere con il suo ragionamento". Lo afferma, in una lettera aperta, Gianluca Callipo, candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione. "Nel tentativo, infatti, di dimostrare la necessità di un 'governo regionale di responsabilità', interpretato dagli attori in scena ormai da decenni - prosegue Callipo - Maiolo assolve la vecchia classe dirigente che ha inesorabilmente condotto la Calabria verso le ultime posizioni in Europa in termini di sviluppo e attribuisce la colpa principale di come stanno oggi le cose alla logora dicotomia tra un Nord predone, che sfrutta e incassa, e un Sud vittima, che subisce e paga. Quella che in origine, cioè dall'unità d'Italia, poteva essere una verità storica, è divenuta poi un luogo comune estremamente dannoso e limitante, perché ha rappresentato, e ancora rappresenta, l'alibi perfetto per una classe dirigente che non si è dimostrata all'altezza del suo compito. La conseguenza è stata un vittimismo epocale mai sopito, che ci ha condotti a perdere fiducia nelle nostre capacità e nei nostri mezzi, consentendo a chi ci ha governato di continuare a consolidare i suoi privilegi senza essere costretto a pagare il conto del proprio fallimento politico. Così la colpa è sempre degli altri, di un Nord avido, di un'Europa che impone regole opprimenti, di una criminalità famelica e asfissiante. Il nemico è fuori, è altro, è appostato ai confini. In questo modo la classe dirigente attuale, frutto di un'evoluzione decennale basata sempre sugli stessi geni politici incrociati tra loro, viene assolta da ogni responsabilità, la sua incapacità di spesa dei fondi europei dimenticata, la sua atavica inadeguatezza perdonata. Anzi, viene addirittura indicata come la 'cura', l'unica possibile. A riscattarla, ancora una volta, dovrebbe essere un rinnovato senso di responsabilità, che nasca non si sa bene come e dove, e trasformi per incanto, o semplicemente per accordo politico, tutti gli uomini di buona volontà in Amici della Calabria. Mi sembra un'ipotesi troppo ottimistica e indulgente". "L'unica vera cura - prosegue Callipo - non può che essere un profondo rinnovamento, che consenta di mettere in prima fila una nuova classe dirigente, dando ad essa la possibilità concreta di provare a cambiare davvero le cose. Per molti il risultato non è scontato perché i problemi da risolvere sono immensi, ma i calabresi sanno che ormai non hanno nulla da perdere, perché allo stato attuale già tutto è perduto: il lavoro, il primato culturale, la speranza in un futuro degno di essere vissuto. Una sola cosa resiste: l'orgoglio di essere calabresi. Un orgoglio che va coltivato nell'humus dell'autodeterminazione, mostrando di essere capaci di rialzare la testa, senza cercare più capri espiatori a cui affibbiare responsabilità che spesso sono solo nostre. In quest'ottica, ritengo vittimistico accusare il premier Renzi di non aver voluto incontrare i cassintegrati e i disoccupati che lo attendevano dinnanzi alla prefettura di Reggio Calabria, durante la sua recente visita. Innanzitutto perché le ragioni di chi protestava sono state raccolte dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, sollecitato proprio da Renzi affinché approfondisse con i manifestanti le questioni che venivano sottoposte all'attenzione del Governo. Chi cercava ascolto per le proprie legittime istanze, dunque, lo ha ottenuto, per giunta proprio da parte di chi, nell'esecutivo, ha competenza specifica in materia di occupazione. Allo stesso tempo, l'equilibrio dimostrato da Renzi ha evitato possibili strumentalizzazioni in un momento politico molto delicato per la Calabria. Insomma, credere che la visita di un presidente del Consiglio, chiunque esso sia, rappresenti l'ennesima occasione per la solita, petulante questua, è profondamente sbagliato ed esprime tutti i limiti di una politica abituata soprattutto a chiedere senza mai dare un contributo concreto di idee e di azione". "E' da questo - conclude Callipo - che vogliamo cominciare per cambiare la Calabria, scardinando la cultura del vittimismo e riconquistando quella dignità che può derivare soltanto dall'essere artefici del proprio destino".

    "Appena il tempo di riprendere fiato nella sola giornata di Ferragosto e il candidato alle primarie del centro sinistra per l'elezione del Presidente della Regione, Mario Oliverio, ha ripreso a pieno ritmo il giro della Calabria e gli incontri con le comunità locali". È quanto si afferma in un comunicato del Coordinamento regionale dei Comitati per Oliverio presidente. "Stamattina - si aggiunge - Oliverio si è intrattenuto con un gruppo di imprenditori a cui ha chiesto di suggerire idee e proposte da inserire nel programma di cambiamento che dovrà caratterizzare la sua azione di governo. Nel corso dell'incontro più volte è stata sollecitata dai presenti un'azione forte e determinata, finalizzata a non disperdere più le risorse che la Comunità Europea destina alla Calabria". "Il nostro impegno - ha risposto Oliverio - sarà quello di portare, in breve tempo, la Calabria al primo posto nell'utilizzazione delle risorse dell'Unione Europea. Nemmeno un euro dovrà essere perduto. Utilizzeremo tutte le risorse per creare lavoro e fare crescere la nostra regione Alla pratica della discrezionalità e dei tempi lunghi sostituiremo quella dell'automatismo e della rapidità nella selezione delle domande. La nostra terra ha assolutamente bisogno di utilizzare bene e rapidamente le risorse destinate ad essa dall'Unione Europea. Sono risorse consistenti che possono e devono essere utilizzate per la realizzazione di obiettivi di crescita, di sviluppo economico e sociale, attraverso la realizzazione di progetti concreti capaci di valorizzare le risorse del nostro territorio e di creare lavoro. È necessario, pertanto, chiudere con l'esperienza negativa di restituire le risorse finanziarie all'Europa per incapacità di utilizzarle a sostegno della crescita e della modernizzazione infrastrutturale della nostra regione, così come si è verificato in questi anni". "Anche in questa regione - ha detto ancora Oliverio - è possibile utilizzare al meglio i fondi della Comunita europea per realizzare progetti di qualità, per produrre ricchezza, per costruire una rete infrastrutturale moderna, per sostenere il sistema delle imprese e la loro capacità di competere e di innovare. Anche qui, in Calabria, è possibile snellire le procedure smantellando una struttura burocratica inefficiente, pachidermica, ostacolo alla voglia di intraprendere iniziative imprenditoriali ed innovative. Il cambiamento è possibile anche qui. Basta chiudere gli sportelli della clientela ed affermare la meritocrazia". "I cittadini, le imprese, i professionisti e gli amministratori locali - ha concluso - devono avere pari opportunità. Anche in Calabria i diritti devono essere garantiti a tutti. L'accesso alle risorse pubbliche non può essere privilegio di cerchie ristrette. I talenti e le buone idee progettuali devono essere valorizzati e sostenuti".

    "Se Giunta e Consiglio regionali dovessero procedere, in questo ultimissimo periodo di attività, alle nomine negli enti e nelle aziende pubbliche calabresi, commetterebbero un abuso. E sarebbe inoltre un atto politicamente grave e inaccettabile". Lo afferma, in una dichiarazione, Gianluca Callipo, candidato alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. "Esistono istituti di legge e di regolamento - aggiunge - che prevedono prorogatio di organismi in scadenza, anche attraverso commissariamento a tempo. Ipotesi già attuate in Emilia Romagna, che si trova ora nelle stesse condizioni della Calabria. Ma se, qui da noi, c'è chi pensa di fare, sul finire della legislatura, un pastrocchio clientelare, il gruppo Pd in Consiglio regionale e tutto il partito si opporrebbero fermamente". "Noi abbiamo, per il futuro - dice ancora Callipo - un'idea di nomine e incarichi che si basa esclusivamente sulla competenza e sul merito. Mai più nomine figlie di clientelismo di basso livello. Chiederemo ai partiti di rimanere fuori dalle scelte, perché vanno individuate, con metodi trasparenti e sotto gli occhi di tutti, le migliori professionalità per gli incarichi dirigenziali e per guidare gli enti della regione".

    "Callipo mi ha deluso nella sua analisi, eccessivamente strumentale, della mia proposta, travisandone il significato ed estendendolo a contenuti che non sono presenti". Lo afferma, in una dichiarazione, il consigliere regionale del Pd Mario Maiolo replicando a quanto affermato da Gianluca Callipo, candidato alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. "Il mio appello a tutti, e ripeto tutti, i soggetti economici, sociali e politici della Regione, nessuno escluso - aggiunge - non assolvono tout court la vecchia classe dirigente ma anzi pongono le basi per un cambio di passo di cui la nostra regione ha estremamente bisogno, da un punto di vista politico e amministrativo. Qualunque critica a un tale approccio, senza una controproposta percepibile, è meramente strumentale. Allo stesso modo quella che Callipo definisce un''analisi lucida' della situazione italiana, chiama alla responsabilità la classe dirigente calabrese così come il Governo nazionale. Non si può tacere su dati di fatto che sono sotto gli occhi di tutti i cittadini, famiglie e imprese calabresi e che per tali motivi hanno bisogno di soluzioni strutturali e di lungo termine. Qui non si tratta di vittimismo, né di meridionalismo dell'ultima ora, o forse il mio approccio è troppo complesso per ridurlo in 140 caratteri. Così com'è complesso prendere le redini della Regione e portarla in Europa, con esperienza e lungimiranza. La mia proposta apre un confronto su un programma condiviso che fa a meno, e non per questioni anagrafiche, della retorica giovanilistica di slogan senza sostanza. Una retorica che quasi riecheggia il primo Scopelliti. Come Callipo sa perfettamente, laddove si sia amministrato o ci si è impegnati politicamente, si va incontro a successi e insuccessi e sono sempre le storie personali e gli obiettivi raggiunti a parlare". "Per queste ragioni - conclude Maiolo - non temo il confronto e sono certo che la mia storia, e quella di altri amministratori della Calabria, sia iscrivibile tra gli 'amici' della Calabria mentre non avrei difficoltà a individuare qualche giovane e iscriverlo d'ufficio, per la sua storia amministrativa, tra i 'nemici' della Calabria".

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