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    Cgil: Renzi e il Governo portino fatti concreti per la Calabria

     

     

    Cgil: Renzi e il Governo portino fatti concreti per la Calabria

    13 ago 14 "Fino ad oggi Renzi e il Governo non hanno avuto idee e progetti per il Sud. Vi è stata una vera e propria assenza di strategia. Anzi, diventa inquietante ritornare a parlare dell'articolo 18 che non può essere considerato un totem ma un diritto sociale che misura la civiltà di un popolo e arricchisce la democrazia di un Paese". E' quanto sostiene, in una nota, la segreteria regionale della Cgil alla vigilia della visita in Calabria del presidente del Consiglio. "E per il Mezzogiorno - prosegue la Cgil - in quest'ottica, sarebbe necessario creare più lavoro aumentando i diritti dei precari, come sta facendo la Germania sotto la spinta della Spd. Per questo vediamo nell'azione del Governo Renzi una evidente insufficienza strategica e, soprattutto, per il Mezzogiorno una ingiustificabile assenza di azione concreta. E la Calabria, che soffre di più delle altre regioni del Sud, ha bisogno di fatti immediati e non di parole dispensate da presunti o autonominatesi plenipotenziari che ricordano altre epoche politiche. Ed allora ci aspettiamo dalla visita di Renzi poche ma buone notizie: risorse per gli ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro; sostegno per le fasce sociali che sono state catapultate nella povertà; provvedimenti da parte del governo in grado di far cambiare linea alle grandi aziende di Stato come le Ferrovie, l'Anas, l'Enel e l'Eni per l'ammodernamento della Calabria e del Mezzogiorno; un grande piano per la logistica, con l'istituzione dell'osservatorio della logistica del Mediterraneo, che faccia di Gioia Tauro non solo più un porto di trashipment ma che aiuti l'intero territorio calabrese verso una necessaria nuova industrializzazione; investimenti produttivi in grado di creare vera e stabile occupazione, come per esempio il rigassificatore ed il Mercure; adeguamento dell'organico della magistratura; progetti per la valorizzazione dell'immenso patrimonio culturale e archeologico di cui è profondamente ricca ogni provincia calabrese. Se Renzi viene in Calabria, insomma, davvero per cambiare verso e per invertire la rotta delle politiche nazionali sbagliate degli ultimi decenni allora avrà da noi incoraggiamento e sostegno; ma se, al contrario, si limiterà, nella tradizione della vecchia politica, a prendere atto delle condizioni difficili di una regione con gli indicatori economici e sociali da record negativi, allora troverà anche in noi dei critici obiettivi e determinati. Renzi convochi nel più breve tempo possibile un tavolo di coordinamento sulla nascente Citta metropolitana. La Calabria non può più aspettare. E dopo il fallimento degli ultimi governi regionali si deve dare una immediata svolta. Senza fare più errori, evitando per esempio sulla sanità di nominare politici da riciclare ma tecnici competenti. Il governo Renzi deve essere più incisivo anche per porre rimedio alle inconcludenze della Regione nel mancato utilizzo dei fondi ordinari e di quelli comunitari. Per la Calabria serve una vera e propria terapia d'urto per rilanciare l'economia e l'occupazione. A cominciare dai fondi comunitari che sono stati la cartina di tornasole del fallimento politico dell'ultima Giunta regionale come più volte abbiamo denunciato in questi anni. Ma anche la nuova programmazione è partita male, con delle inutili riunioni di settore con gli assessori regionali ma senza un respiro politico in grado di disegnare un progetto di crescita e di sviluppo. Regione e Governo nazionale devono prestare attenzione particolare alla programmazione ed alla spesa delle risorse comunitarie concentrando in pochi ma significativi progetti opere per lo sviluppo vero della Calabria. Anche di questo si deve occupare questa cabina di regia istituita dal Governo che fino adesso è stata solo uno specchietto per le allodole ed uno strumento di propaganda". "Renzi ed il Governo - conclude la Cgil - portino dunque fatti concreti. E' questo che la Cgil chiede; è questo che i calabresi vogliono".

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