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    Primarie centrosinistra, il dibattito

     

     

    Primarie centrosinistra, il dibattito

    11 ago 14 "La Calabria non ha bisogno né di balie né di protettori, ma di essere aiutata a costruire condizioni di crescita e di sviluppo". Lo ha detto il candidato alle primarie del centro sinistra per la presidenza della Regione Mario Oliverio, intervenendo alla festa dei Giovani democratici di Pietrapaola. "Di fronte ad una affollata platea di cittadini, in gran parte ragazzi e ragazze, ed al significativo e qualificato intervento di numerosi sindaci del basso ionio cosentino - è scritto in una nota - Oliverio ha affrontato le problematiche relative alle condizioni della Calabria ed ha illustrato le proposte programmatiche, i contenuti ed il profilo di quella che dovrà essere la sua azione di governo alla guida della Regione". "Il centrodestra e Scopelliti - ha sostenuto - ci lasciano una situazione disastrosa, contrassegnata da fallimenti e macerie in tutti i campi fondamentali della vita economica e sociale di questa regione. È necessario cambiare passo, invertire rapidamente questa tendenza negativa ed uscire finalmente dal disastro creato in questi anni. Io credo che si possa invertire la rotta e determinare il cambiamento a patto che, noi calabresi, per primi, mettiamo da parte lamentele e piagnistei, rompiamo le gabbie degli interessi trasversali e ci dedichiamo, tutti insieme, alla ripresa e al riscatto di questa terra. Populismo e demagogia non portano da nessuna parte. Oggi ci è richiesto un atteggiamento di grande serietà e responsabilità. Dobbiamo riprendere in mano il nostro destino e disegnare il futuro della nostra terra e delle nuove generazioni. Tutto ciò passa, inevitabilmente, attraverso un'idea di Calabria, un progetto di crescita e di sviluppo che tutt'insieme dovremo concorrere a disegnare e a costruire. Per questo mi sono messo in campo e per questo intendo lavorare. Si può fare, anche se so bene che non è semplice, ma sono convinto che anche in Calabria si può dar vita ad un percorso virtuoso e positivo, necessario per dare un futuro ai giovani, alle imprese, alle professioni e ai territori. Per fare questo non c'è bisogno né di balie né di tutori, ma di strumenti e risorse utili a costruire condizioni di crescita e di sviluppo". "Questa regione così ricca di umanità, storia e cultura - ha concluso Oliverio - non merita di essere sempre in coda a tutte le altre. Riprendiamo il nostro orgoglio, rialziamoci in piedi ed impariamo a camminare sulle nostre gambe. Nessuno ci regalerà nulla. E' venuto il momento di dimostrare al Paese che la Calabria è davvero una terra fiera, forte, orgogliosa e desiderosa di costruire con le proprie mani il proprio futuro e quello dei suoi figli".

    "Non c'è 'il candidato' del partito, ma 'i candidati'. Quando si indicono le primarie ci 'limitiamo' a 'decidere' gli uomini e i programmi da sottoporre al giudizio dei cittadini". Così Massimo Paolucci, eurodeputato del Pd, risponde, è scritto in una nota, "a Debora Serracchiani, vicesegretaria nazionale del Partito Democratico, che negli scorsi giorni durante un'iniziativa in Calabria ha indicato in Gianluca Callipo il candidato del partito alla corsa per la presidenza della Regione". "Trovo del tutto 'legittimo' - prosegue - che i dirigenti nazionali prendano posizioni e scelgano chi sostenere tra Mario Oliverio e Gianluca Callipo: nel Pd non è sospeso il diritto di parola. Quel che francamente non mi convince è una affermazione della vicesegretaria, secondo la quale 'il Pd sta con Callipo'. Il partito con le primarie 'cede' un pezzo di sovranità ad i suoi elettori: non c'è un candidato 'ufficiale', ma due o più candidati che rappresentano il partito con pari dignità e hanno lo stesso grado di legittimazione. Noi siamo il Pd, un partito organizzato su base federale, che fa dell'autonomia regionale uno dei suoi tratti distintivi. Con la stessa franchezza vorrei aggiungere che commetterebbe un errore grave chi, in Calabria, come in Campania ed in Puglia, nei prossimi giorni provasse a trasformare, indirettamente, le primarie in un referendum pro o contro Matteo Renzi sulla base dei candidati in campo. Come è del tutto evidente Renzi non è assolutamente in discussione. Non è utile al Pd, riportare 'forzatamene' le lancette al 8 dicembre 2013. Non si tratta di scegliere sulla base della maglietta che abbiamo indossato quando si è trattato di eleggere il segretario nazionale. Le primarie non sono i tempi supplementari del congresso". "Scegliamo con serenità sulla base delle proposte in campo - conclude Paolucci - discutiamo di contenuti, del futuro delle nostre terre. Scegliamo sulla base della credibilità dei candidati".

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