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    Censore "In Calabria non garantito diritto alla salute"

     

     

    Censore "In Calabria non garantito diritto alla salute"

    20 set 13 ''Come volevasi dimostrare: l'ennesimo, inconfutabile ed evidente riscontro, che avvalora le mie denuncie rimaste sempre inascoltate, è arrivato direttamente dal Governo, che ha fatto emergere un vero e proprio "caso Calabria", regione in cui, come ha rilevato lo stesso rappresentante dell'esecutivo Letta, è stato sostanzialmente messo in discussione il diritto costituzionale alla salute''. E' quanto afferma il deputato del Pd Bruno Censore commentando, riporta una nota, quanto ''ha riferito alla Camera il sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda, rispondendo ad un'interpellanza urgente dello stesso Censore sullo stato della sanità in Calabria''. ''Dalla risposta - prosegue Censore - registro che il Governo conviene sulle criticità che ho sollevato e questo non può che farmi ritenere soddisfatto dal punto di vista politico. Da calabrese, però, rimango amareggiato perché quello che vado denunciando ormai da tempo non è solo più certificato da un organo terzo qual è il Tavolo Massicci ma da oggi anche dal Governo italiano. Dunque è vero: in Calabria non è garantito il diritto alla salute - prosegue Censore - non sono garantiti i Lea, la pressione fiscale di Irap e addizionale Irpef è ai tetti massimi. Inoltre, nella risposta del sottosegretario, è stato messo in evidenza il grave ritardo con il quale si sta procedendo alla riorganizzazione del sistema sanitario calabrese. D'altronde, e i calabresi lo sanno benissimo, la rete emergenza-urgenza è poco funzionale, le liste di attesa sempre più lunghe, la dotazione di posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie risulta pari a circa 0,4 posti letto per 1.000 abitanti residenti al 10 gennaio 2013, inferiore, quindi, rispetto al valore di riferimento (0,7) fissato dal decreto-legge n.95 del 6 luglio 2012''. ''Risulta carente - sostiene ancora Censore - l'assistenza domiciliare e l'assistenza residenziale e semiresidenziale rivolta ad anziani, disabili e ai malati terminali e, oltre al ritardo sul cronoprogramma per il processo di riconversione delle strutture ospedaliere in più appropriate strutture territoriali, sono state riscontrate criticità nell'erogazione dei servizi afferenti all'area della prevenzione, con particolare riferimento al settore degli screening oncologici. Insomma, questa mattina alla Camera è emerso quello che si configura come un vero e proprio 'caso Calabria'''. ''Ecco perché - conclude il deputato del Pd - ho inteso rivolgere al Governo un pressante invito affinché possano rapidamente essere individuate le sedi istituzionali capaci di fronteggiare l'emergenza calabrese. L'approfondimento del 'caso Calabria', così a questo punto mi piace chiamarlo, può essere affidato ad un'apposita sessione della Commissione parlamentare competente, alla presenza del Governo o addirittura attraverso una specifica iniziativa che il Ministro potrà promuovere''.

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