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    Lettera aperta ai candidati dal Pd di Catanzaro

     

     

    Lettera aperta ai candidati dal Pd di Catanzaro

    29 ott 13 ''Riteniamo che in Calabria, oggi, sia necessario (ri)partire dalla fondamenta e che queste per essere forti debbano essere fortemente intrise di 'Etica Politica', unico scudo contro trasformismo e uso becero della clientela come mezzi di raccolta del consenso. L'etica in politica è l'unico collante cui riconosciamo valore e che ci permette di convivere a prescindere dalle diverse posizioni che via via possono maturare. L'etica ci rende uniti anche nelle differenze che nascono all'interno di una sensibilità comune e da una onestà intellettuale che non cela secondi fini''. E' quanto affermano i promotori della componente Azione democratica in una lettera aperta ai candidati alla segreteria del Pd, Matteo Renzi, Giuseppe Civati, Gianni Cuperlo e Gianni Pittella. ''Ovviamente, chi non la pensa in questo modo - sostengono Salvatore Bullotta, Giovanni Davoli, Marco Gentile, Michele Gigliotti, Chiara Macrì, Attilio Mazzei, Mario Muzzì, Italo Reale e Salvatore Scalzo - si sta organizzando preparando pacchetti di tessere e colpi di mano, che già ci stanno esponendo al ridicolo aiutati da un regolamento nazionale che consentendo il tesseramento sino al voto finirà con il costruire situazioni che ci danneggeranno pesantemente senza altresì aprire realmente ad una consultazione più ampia che vada al di là delle correnti all'interno del partito. C'è un principio non scritto ma utilizzato da tutto il gruppo dirigente del Pd nazionale e che può essere sintetizzato nella massima: 'Meglio non interessarsi delle questioni del partito calabrese per non finire in una palude'. Ora, la cosa in parte corrisponde alla realtà ma in parte è una giustificazione per non smentire i capi bastone delle correnti calabresi che garantiscono voti alle primarie e tessere nel partito. Quindi, e lo dimostra l'ultimo Commissariamento, poco importa ai vertici del PD se il partito calabrese sia ridotto ai minimi termini nella stima e nei consensi dei cittadini e che il suo gruppo dirigente perda oramai tutte le elezioni possibili ed immaginabili (anche quelle nei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose), atteso che ciò che importa è solo non sporcarsi le mani, traendone magari anche un lauto profitto. Tale principio sta ripetendosi anche in occasione del congresso in corso in Calabria, dal momento che i responsabili organizzativi dei vari candidati guardano, senza esporsi, alla costruzione ed al rafforzamento di nuove e vecchie cordate in cui la parola d'ordine è trasformismo per tutti coloro che, garantendosi 'un posto al sole', sono balzati sul carro del presunto vincitore anche solo 48 ore prima della presentazione della candidatura''. ''Questa è la ragione che ci induce, ormai da mesi - conclude la lettera aperta - a lavorare per costruire un'area politica che, prescindendo dalle collocazioni nazionali, divenga un punto di riferimento utile a realizzare un Pd sgombro da quel passato inglorioso prima descritto''.

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