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    Civati: "Basta parlare di tessere, fare proposte. Calabria non è colonia"

     

     

    Civati in Calabria: "Basta parlare di tessere, fare proposte. Calabria non è colonia"

    09 nov 13 "Non era questo il senso delle primarie, il partito ha la necessità di essere più credibile nei confronti di un Paese che vuole più trasparenza". Lo ha detto il candidato alla segreteria del Pd, Pippo Civati, stamane a Cosenza, circa la vicenda delle tessere e dei congressi provinciali. "Il Pd - ha aggiunto - deve tornare a rappresentare i tanti elettori che ha deluso, per farlo però, deve comportarsi meglio. Basta consumare il tempo parlando di tessere, bisogna fare proposte alla gente. Io mi sono battuto fin dall'inizio perchè si rispettassero le regole poi, però, ho incentrato la mia campagna elettorale cercando di lanciare delle proposte. Alla fine sarò premiato per questo". "Io sono per dire le cose - ha concluso Civati - in maniera semplice e chiara: mettere in campo delle proposte concrete soprattutto nel Mezzogiorno, altrimenti parliamo del niente"

    Calabria non è colonia per parlamentari. "Il fatto che in Calabria il Pd sia ancora in regime di commissariamento è gravissimo". Lo ha detto Pippo Civati incontrando i giornalisti a Cosenza. "D'Attorre - ha aggiunto - era stato mandato dalla direzione nazionale del partito per avviare il congresso, così non è stato. E' come se la Calabria fosse una colonia romana dove sistemare qualche parlamentare, questo non è rispettoso nei confronti degli elettori calabresi". "Mi auguro - ha concluso Civati- che si faccia il congresso al più presto in questa regione per costruire un progetto politico alternativo a quello di Scopelliti".

    Ricostruire rapporto con Sel. ''Nel caso in cui dovessi essere segretario cercherò di riunire gli altri tre candidati perché il confronto con loro possa maturare per lavorare insieme, e poi vorrei che il Pd tornasse ad essere vicino agli elettori". Lo ha detto Pippo Civati a Vibo Valentia. "In questa fase politica - ha aggiunto - siamo diventati un partito di centro. Io invece vorrei ricostruire un rapporto con Sel che all'inizio di questa storia doveva far parte di un unico soggetto politico, poi dopo le elezioni a maggior ragione avremmo dovuto stare insieme. Quindi il mio invito, il 9 dicembre, sarà quello di fare un unico partito con Sel, di rivolgerci ad uno dei calabresi più influenti che si chiama Stefano Rodotà che abbiamo sottovalutato per molti motivi da aprile in avanti". "Insomma, aprire una nuova stagione - ha concluso Civati - che abbracci tutte quelle figure politiche, quali ad esempio, verdi Italia dei Valori, Socialisti, che ci possano consentite di avere maggiore forza''

    Stop a tessere iniziativa curiosa. "Questo stop ai tesseramenti mi sembra una iniziativa un po' curiosa". Lo ha detto Pippo Civati a Vibo Valentia. "Prima hanno fatto - ha aggiunto - tutti le tessere in maniera forsennata, anche se in Calabria meno che altrove, si sono "menati" nelle commissioni di garanzia con ricorsi e controricorsi, e ad un certo punto si è gridato alla "vergogna". Io, però, tutto questo lo avevo denunciato per primo quando mi trovavo a Catania. In quell'occasione dissi che se i miei sostenitori avessero fatto le tessere a macchinetta, prepagate, pagandole fuori dal seggio, li avrei allontanati. Se anche gli altri avessero detto la stessa cosa sarebbe stato meglio, ma purtroppo non è successo". "Lunedì - ha concluso Civati - ci sarà lo stop, ma in questo "tranquillo weekend di paura" le tessere si continueranno a fare, e questo non va bene"

    Basta larghe intese al governo. "In caso di mia elezione l'atteggiamento verso il governo Letta sarà molto serio e molto franco. Non capisco perché le larghe intese debbano durare all'infinito". Lo ha detto Pippo Civati a Vibo Valentia. "Chiederei, piuttosto, in caso di reale presenza di larghe intese - ha aggiunto - che venga approvata la nuova legge elettorale. Se Quagliariello e Violante, che da due anni scrivono bozze, ci dicessero anche qual è il punto di arrivo, allora alla prima assemblea nazionale del Pd si potrà discutere con i nuovi gruppi dirigenti se andare o meno a votare. Anche perché queste larghe intese non le ha votate nessuno. E adesso, mi domando, queste sono rappresentative almeno del 50% della popolazione? Io credo di no. Questa è, dunque, la mia proposta".

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