Cgil "Addetti pesca a rischio eclusione sociale" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Cgil "Addetti pesca a rischio eclusione sociale"

11 mar 13 "I circa tremila lavoratori del settore pesca in Calabria, ormai da qualche anno, non hanno alcuna fonte di reddito e sono a rischio di esclusione sociale". E' quanto sostiene, in una nota, il segretario generale della Cgil della Calabria, Michele Gravano che parla di "grave crisi del settore" e sollecita un incontro all'assessore regionale all'Agricoltura e alla pesca, Michele Trematerra. "Le imprese - prosegue la nota - sono gravate da debiti che non riescono a pagare a causa delle restrizioni normative che hanno reso diseconomica e quindi impraticabile l'attività di pesca. Le numerose proteste dei lavoratori del settore e i conseguenti incontri con l'Assessorato regionale sono serviti a focalizzare i problemi ma non a dare soluzioni concrete alla gravità della crisi della pesca in Calabria. Pertanto la segreteria della Cgil regionale chiede un altro incontro per avanzare eventuali proposte al Ministero, tramite l'Assessorato, per le tematiche di interesse nazionale che, nel contempo, sia risolutivo per i problemi di competenza regionale. In particolare viene proposta una nuova e diversa ripartizione delle quote tonno da avanzare al Mipaaf; un progetto pilota per la sperimentazione di attrezzi selettivi per la pesca dell'alalonga, diversi dai palangari derivanti che si sono rilevati inefficaci e antieconomici; un progetto stralcio al Piano di gestione per la pesca del rossetto, del bianchetto e del cicerello; l'istituzione di un fondo di garanzia per la ristrutturazione dei debiti e per la copertura dei costi di gestione; un focus group sull'attuazione del Fep 2007- 2013 per eventuale rimodulazione rispetto le attuali problematiche della pesca e il bando per la demolizione con misure accompagnatorie per personale imbarcato".