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    Elezioni, commenti e dichiarazioni

     

     

    Elezioni, commenti e dichiarazioni

    01 mar 13 "L'esito del voto del 24 e 25 febbraio non lascia dubbi al fatto che l'Italia sia a un bivio tra il caos istituzionale, la conservazione o un inaspettato laboratorio di cambiamento". Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Catanzaro, Salvatore Scalzo. "Queste elezioni - aggiunge - ci consegnano due indicazioni certe da parte degli italiani. In primo luogo una diffusa, maggioritaria, rabbiosa richiesta ai partiti e alle istituzioni di riforma radicale della politica, testimoniata sia dal massiccio risultato del Movimento 5 stelle sia dal livello storico di astensione che nel Mezzogiorno arriva a sfiorare punte imbarazzanti. Per riforma radicale della politica si intende mutamento del suo linguaggio, delle sue pratiche, dei suoi tempi, delle sue abitudini, dei suoi luoghi di produzione, del suo personale e della natura e dei valori dei suoi rappresentanti. Si potrebbe addirittura aggiungere che, nella richiesta persino di cambiamento del sistema economico si sottende un metaforico schiaffo alla politica, un invito a svegliarsi e a riprendersi con autorevolezza un ruolo di guida della società, di mediazione positiva degli interessi rifiutando la subalternità alle lobbies economiche che frenano lo sviluppo, alle rendite, forti e durature, che paralizzano la Repubblica". "Il secondo elemento - dice ancora Scalzo - è che, pur nell'esiguità del margine di differenza, il Partito Democratico é la forza delegata dagli italiani a 'dare le carte', a prendere l'iniziativa, a guidare il difficile momento storico; ad assumere l'iniziativa di governo. Il PD è un partito sull'orlo di una crisi di nervi, non ha colto il risultato sperato, ma è in quella 'opzione di prima mossa' che si gioca la partita decisiva che riguarda la propria identità e il proprio ruolo. Come sempre avviene nei momenti di estrema difficoltà, capiremo davvero di che pasta è fatto il nostro partito, su che fondamenta è stata costruita la creatura nata nel 2007. Il partito nel quale io credo è quello che ha deciso di fare proprie le grandi tradizioni e sensibilità che hanno scritto la Costituzione italiana raccogliendo una missione storica di cambiamento dell'Italia in una visione riformista di tipo europeo, ancorata ai valori di solidarietà e giustizia sociale. A questa missione storica abbiamo assegnato, negli ultimi anni, una vocazione ulteriore, cioé fare del PD una punta avanzata di servizio nei confronti del civismo e delle nuove forme organizzate di partecipazione politica, sperimentata di recente con i referendum, le elezioni amministrative o il movimento 'Se non ora quando'. Tutto questo è il PD da costruire, in cui io e milioni di Italiani abbiamo voluto credere"

    "Nella qualità di militante del Pci e successivamente del Pds, dei Ds ed ora del Pd, scrivo questa lettera aperta a pochi giorni dalla competizione elettorale e dei deludenti prevedibilissimi risultati elettorali conseguiti dal Pd per porre qualche quesito e avanzare alcune proposte. E' apparso chiaro un appannamento di proposte del Pd, soprattutto sul piano locale, per fronteggiare i drammatici problemi economici e sociali di cui non ci rende pienamente conto e l'assenza di obiettivi credibili per modernizzare la Calabria e la sua più grande città, Reggio". E' quanto afferma, in una nota, il presidente del Cids, Demetrio Costantino, in una lettera aperta al commissario regionale del Pd Alfredo D'Attorre, e al coordinatore provinciale reggino Girolamo De Maria. "E'da tempo che si assiste - prosegue Costantino - alla continua crescita del rischio povertà, dell'enorme esclusione sociale di tanti giovani, esposti al gravissimo disagio e a condizioni economiche inaccettabili, inducendo alcuni a intraprendere strade sbagliate e spesso senza ritorno. La sola denuncia delle responsabilità altrui è ben poca cosa, invece occorre agire con continuità, tenacia e possibilmente con la più ampia unità per realizzare determinati obiettivi. E' urgente affermare la democrazia all'interno del Pd, altrimenti le stesse primarie perdono, per tanti aspetti, efficacia e valore. Per Costantino è necessario che "il Pd non si chiuda e decida con pochissimi elementi, ma si rapporti con militanti e cittadini con una visuale nuova per dare slancio e forza alle proposte. Altrimenti il rischio può essere l'esaurirsi della stessa funzione fondamentale anche del Pd".

    "Se avessi inteso la mia partecipazione alla campagna elettorale come rincorsa ad ogni costo al seggio avrei ceduto a ben altre proposte. Ma ho accettato la candidatura al Senato, come capolista in Calabria con Io amo l'Italia, perché il leader Magdi Cristiano Allam è stato l'unico interlocutore ad avermi dato garanzie sul piano dei valori non negoziabili". LO afferma il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori "che, nell'ambito del partito che lo ha schierato - riporta una nota - si è posizionato al primo posto nazionale". "Quando parlo di valori non negoziabili mi riferisco - sostiene Marziale - ad un'etica cattolica di fondo, che non ammette matrimoni gay, adozioni gay ed altre tematiche inconciliabili con il cattolicesimo. Berlusconi ha aperto ai matrimoni gay quindi non si capisce perché un cattolico dovrebbe militare nella sua coalizione, Bersani e Rosy Bindi navigano sulla stessa barca con Nichi Vendola le cui posizioni sono onorevolmente chiare, Monti e Riccardi hanno candidato paradossalmente esponenti di rilievo della cultura gay".

    Il Patto per il sud e per le riforme ha sostenuto con convinzione critica Bersani ed il Pd nello sforzo generoso di dare al paese una via di uscita dalle macerie del berlusconismo e rimboccarsi le maniche per ricostruire l'Italia. In tal senso ha apprezzato i passi compiuti per accorciare la distanza fra i cittadini e la politica con le primarie e per rimettere il lavoro al centro di ogni iniziativa di governo del paese". Lo sostengono, in una nota congiunta, Aldo Pugliese, componente della Consulta del partito, e Tonino Perrelli presidente del Centro orienamento emigrati calabresi. "Una campagna elettorale - proseguono - urlata sull'onda del populismo di destra di Berlusconi, resa possibile dal sostanziale controllo dei mezzi di comunicazione di massa, in assenza di una normativa cogente sul conflitto di interessi. Una legge elettorale indegna di un paese civile, che invano abbiamo cercato di cancellare col referendum negato, offre comunque a chi è arrivato primo l'opportunità (ma è anche un dovere) di proporre le misure per uscire dalla crisi. Non si esce dalla crisi senza sacrifici e senza dolori; ma per farli accettare bisogna dare l'esempio".

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