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    Camera approva Convenzione di Instanbul su femminicidio, commenti

     

     

    Camera approva Convenzione di Instanbul su femminicidio, commenti

    28 mag 13 "Grande soddisfazione" per il voto sulla convenzione di Istanbul viene espressa dalla presidente della Camera Laura Boldrini.  "E' un segnale di sensibilità dell'Istituzione, tanto più importante perché arriva nelle ore in cui, in Calabria, viene dato l'addio all'ennesima vittima della ferocia maschile, Fabiana, la giovanissima donna che in questi due giorni di interventi molti deputati e deputate hanno voluto onorare", dice la presidente.

    "Per una tragica coincidenza - dice il ministro Josefa Idem - il passaggio alla Camera del documento avviene proprio nel giorno dei funerali di Fabiana Luzzi, la sedicenne di Corigliano Calabro uccisa dal fidanzato. Vorrei che la famiglia di Fabiana e tutte le donne vittime di soprusi sentano il voto della Camera come una reazione efficace del Governo e delle Istituzioni ad ogni fenomeno di violenza di genere".    "Grazie all'impegno delle deputate e dei deputati - ha concluso Idem - il passaggio alla Camera della Convenzione è stato un percorso celere e senza ostacoli. Sono sicura di poter contare sulla sensibilità del presidente del Senato, Pietro Grasso, e su quella dei colleghi senatori, per veder approvata la Convenzione in tempi altrettanto rapidi anche da parte di Palazzo Madama".

    "In una giornata così drammatica, scandita dalla celebrazione delle esequie della piccola Fabiana Luzzi, ennesima vittima di una incomprensibile ed aberrante violenza, non possiamo che accogliere con soddisfazione la ratifica da parte della Camera della Convenzione di Instanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne". Lo dichiara il consigliere regionale del Pdl Clotilde Minasi, apprendendo l'esito della votazione dell'importante ddl in uno dei due rami del Parlamento. "Il fatto che la ratifica - aggiunge - sia stata approvata all'unanimità con 545 voti a favore su 545 imprime ancor più forza alla necessità che si agisca su più fronti, per arginare questo grave fenomeno che non conosce, purtroppo, stati sociali, culturali o geografici. E' degno di nota e significativo che il Governo centrali dimostri la volontà di voler operare su una tematica di strettissima, quanto drammatica attualità, attraverso uno strumento internazionale. Attendiamo che la ratifica arrivi al Senato fiduciose di una rilevante approvazione definitiva: la protezione e la tutela delle donne in ambienti intra ed extra domestici necessitano di azioni concrete, non più procrastinabili e l'iter intrapreso si incammina verso la direzione più giusta in tal senso". "Per quanto riguarda la Regione Calabria - conclude Clotilde Minasi - stiamo lavorando affinché si giunga alla redazione di una legge completa e ad hoc contro ogni violenza di genere".

    "Il via libera all'unanimità alla Camera al ddl di ratifica della Convenzione di Istanbul, che ora passa al Senato, è un passo cruciale nell'ambito delle azioni di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne". E' quanto afferma la parlamentare del Pdl Dorina Bianchi. "La Convenzione, infatti - aggiunge - vincola giuridicamente gli Stati europei in materia di delitti contro le donne e dunque rappresenta un atto di civiltà dal grande valore simbolico. Dobbiamo mantenere sempre alta la guardia per debellare questo fenomeno che oltretutto, nel nostro paese, in questi ultimi mesi ha registrato una escalation di crimini contro le donne, inammissibile". "Imperativo categorico e priorità della politica e delle istituzioni - dice ancora Dorina Bianchi - è fare in modo che, grazie alle leggi e alla loro applicazione organica, le donne siano protette dallo Stato e i loro diritti tutelati, che abbiamo la consapevolezza di ciò e sappiano che ci sono gli strumenti e i mezzi per difendersi"

    "Certi episodi non andrebbero enfatizzati dai mass media, anche perché scatta facilmente l'emulazione". In un'intervista a tutto campo al settimanale Chi, per il numero in edicola domani, Sabrina Ferilli interviene così sul tema del femminicidio e della violenza sulla donne. E sottolinea: "Il problema va affrontato con una cultura diversa, con valori ispirati al rispetto, alla fiducia e all'amore". Nella conversazione con 'Chi' la Ferilli parla della sua partecipazione a Cannes con "La grande bellezza"di Paolo Sorrentino poi tocca i temi di attualità a partire dagli ultimi episodi contro le donne: "Stiamo vivendo una crisi che non è solo economica, ma culturale e sociale. Penso alla violenza sulle donne. Il nostro micro e macrocosmo è sempre la famiglia e le difficoltà e i malesseri esplodono all'interno del nucleo famigliare. E prendono di mira le donne. Ma certi episodi non andrebbero enfatizzati dai mass media, anche perché scatta facilmente l'emulazione. Il problema va affrontato con una cultura diversa, con valori ispirati al rispetto, alla fiducia e all'amore". Dall'attrice una battuta anche sulla crisi economica: "Ho tantissima fiducia in questo nostro popolo, che fa i conti ogni giorno con la massima precarietà, ma non si arrende. La mia speranza e convinzione è che comunque ce la faremo. Ce la dobbiamo fare. Il problema è che la riuscita è legata al singolo e non dovrebbe essere così".

    La deputata del Pd Enza Bruno Bossio è intervenuta all'apertura della seduta pomeridiana odierna della Camera dei Deputati per dichiarazione di voto sulla ratifica della Convenzione di Istanbul. Lo riferisce la stessa deputata in un comunicato.    "Non è proprio casuale - ha detto Bruno Bossio - questa drammatica coincidenza tra il voto di oggi per la ratifica della Convenzione europea contro la violenza sulle donne e la terribile morte di Fabiana, giovane della mia terra, perché è da tempo che si svolge una guerra silenziosa che solo in Italia ha mietuto oltre 100 vittime in meno di un anno. Una guerra invisibile le cui vittime hanno una sola colpa: quella di essere donne".    "E a proposito della discussione che si è aperta sulla stampa con riferimento alla Calabria, dopo la terribile morte di Fabiana - ha aggiunto la deputata del Pd - vi è da dire che non esistono distinzioni razziali, religiose o sociali quando si parla di femminicidio. Forse, addirittura, se andiamo a vedere il dossier della 'Casa delle donne' di Bologna, la maggioranza di questi delitti in Italia avviene nelle regioni del nord ed è italiano il 73 % degli assassini. La ratifica della Convenzione di Istanbul sarà un tassello strategico per incardinare la violenza contro le donne come lesiva dei diritti umani. Un momento significativo, un altro passo avanti dopo quello che, meno di vent'anni addietro, il Parlamento con l'approvazione di un'apposita legge, ha definito lo stupro un crimine contro la persona superando l'odiosa norma del Codice Rocco secondo la quale questa violenza ledeva soltanto la moralità pubblica. Sono soprattutto le donne a cambiare la storia e non è fuori luogo oggi ricordare un'altra giovane calabrese, Denise, che ha avuto il coraggio di rendere giustizia alla madre Lea Garofalo, sciolta nell'acido per essersi opposta alla doppia oppressione del marito e della mafia. Perché il femminicidio diventi il ricordo di un'epoca lontana, però, dobbiamo cambiarla tutti noi questa storia".    "Intanto - ha concluso Enza Bruno Bossio - servono misure esecutive che attuino la Convenzione per garantire adeguati finanziamenti pubblici ai 'Centri donna', assistenza legale e case di accoglienza. Ma soprattutto è necessaria una grande mobilitazione culturale per introdurre la cultura di genere nella formazione scolastica affinché i nostri figli imparino a conoscere e a rispettare la donna e il suo corpo".

    "La ratifica della Convenzione di Istanbul rappresenta un importante traguardo di civiltà, una scelta giusta e doverosa e che assume maggior rilevanza oggi, nel giorno dei funerali della povera Fabiana Liuzzi, la sedicenne uccisa dal fidanzatino a Corigliano Calabro". E' quanto afferma il deputato del Pd, Bruno Censore, circa la ratifica alla Camera dei Deputati della Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.    "Riconoscere la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani - aggiunge Censore - rappresenta un fatto di grande rilevanza, che mi auguro possa concorrere a corroborare ulteriormente la diffusione di una cultura che rifiuti la violenza e la sopraffazione".

    L'Associazione daSud, in merito all'omicidio di Fabiana Luzzi, afferma in una nota che "le dinamiche che hanno portato al suo omicidio appartengono al repertorio di un classico caso di femminicidio: il possesso, il disconoscimento del desiderio femminile da parte maschile, la chiusura e la solitudine di Fabiana". "L'opinione pubblica e i media - aggiunge - se, da un lato, hanno denunciato e descritto l'omicidio di Fabiana, come un caso di femminicidio e non come un raptus di natura passionale, dall'altro, hanno rivelato una certa miopia nel volere trovare un'ulteriore chiave di lettura nella cultura di provenienza del ragazzo. Alcuni neurologi e psichiatri intervistati in trasmissioni televisive e radiofoniche hanno interpretato il gesto del fidanzato come un atto di violenza intriso di "tribalismo calabrese", così alcuni articoli di giornalisti e opinionisti si sono concentrati sulla componente "mafiosa" della cultura calabrese. Come è successo nei confronti di migranti, anche nel caso di Fabiana, la violenza di genere rischia di essere utilizzata per costruire discorsi pubblici che insistono sulla minaccia incombente della diversità e dell'inferiorità culturale. Questa narrazione 'convenzionale' del femminicidio rischia di costruire a livello simbolico e discorsivo la pericolosità sociale di categorie o mondi etnici e culturali, con l'effetto di distogliere lo sguardo dalla radice trasversale e politica della violenza di genere". "Come associazione daSud, impegnata nella costruzione di un nuovo immaginario antimafia e antisessista - si afferma ancora nella nota - prendiamo distanza politica da simili interpretazioni che eludono il cuore del problema: nel nostro paese, le donne muoiono perché donne, indipendentemente dalla razza, dall'etnia e dalla cultura dell'uomo violento. Inoltre riteniamo che, nel racconto del femminicidio, fare riferimento alla specificità culturale di un territorio tradisca un'interpretazione erronea delle culture, concepite come monoliti e non come 'processi' che hanno nel cambiamento, nella revisione e reinterpretazione di pratiche la loro ragion d'essere". "Il Femminicidio - conclude daSud - è un fenomeno complesso, non dice solo della violenza estrema che pone fine alla vita di una donna, ma di una violenza sistemica e trasversale che pervade tutti gli "ambiti vitali", dalla famiglia, alla scuola, all'organizzazione sociale".

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