NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Anniversario uccisione Falcone-strage Capaci, dichiarazioni

     

     

    Anniversario uccisione Falcone-strage Capaci, dichiarazioni

    23 mag 13 "Giovanni Falcone non dobbiamo ricordarlo solo perché martire per la Giustizia, ma come il padre della moderna lotta alle mafie, che presuppone un pool di magistrati antimafia in ogni Procura, coordinati da una Procura nazionale antimafia a Roma, e come colui che intuì brillantemente che le indagini antimafia non si fanno solo per strada, ma anche e soprattutto nelle banche, laddove ogni assegno ed ogni bonifico possono 'parlare' non solo di importi, ma di date, luoghi e persone coinvolte nei vorticosi giri di denaro legati ai traffici mafiosi". Lo ha afferma, in una dichiarazione, Rosanna Scopelliti, deputato del Pdl, e figlia del giudice Antonino Scopelliti assassinato dalla mafia il 9 agosto 1991 in Calabria. La parlamentare, che sta partecipando alle celebrazioni per il 21/mo anniversario della strage di Capaci, ricorda in una dichiarazione l'uccisione del genitore "poco prima che iniziasse a sostenere la pubblica accusa nel ricorso in Cassazione del maxi processo alla cupola mafiosa palermitana, proprio il processo istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Giovanni Falcone - ricorda Rosanna Scopelliti - davanti alla bara di mio padre il giorno del suo funerale, fu udito mormorare 'hanno ammazzato Nino, ora il prossimo saro' iò, e fu sempre Falcone, ad indicare immediatamente la strada investigativa agli inquirenti scrivendo un memorabile articolo subito dopo l'assassinio di mio padre, pubblicato dal quotidiano La Stampa, dove diceva espressamente di scavare in direzione dell'incarico nel ruolo di pm assunto da mio padre nel maxi processo in Cassazione". "Oggi - conclude Rosanna Scopelliti - dobbiamo onorare quindi non solo il martire, ma il genio giuridico che ha rivoluzionato i metodi investigativi nella lotta alle mafie. E nel giorno che ricorda il suo assassinio non possiamo non ricordare invece anche gli altri martiri per la Giustizia che perirono insieme a lui nell'attentato di Capaci, e cioé la giovane moglie e magistrato Francesca Morvillo, e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro"

    "Giovanni Falcone era un magistrato preparatissimo, integerrimo, ma anche garantista, scrupoloso, di idee e di formazione socialista: la sinistra che oggi tenta di appropriarsi della sua figura, che invece appartiene a tutti gli italiani, in vita lo contestò duramente". Lo afferma il senatore del Pdl, Antonio Gentile, segretario dell'Ufficio di Presidenza del Senato. "Ricordo quando andò a collaborare con Claudio Martelli al Ministero di Grazia e Giustizia - prosegue Gentile - le offese e le contestazioni che dovette subire da chi pensava che avesse lasciato il campo di battaglia per una comoda sistemazione, non capendo ancora una volta la sua strategia ancorata a un'intelligenza viva, arguta, lucida: quelle contestazioni lo ferivano molto di più delle minacce della mafia, che egli considerava quasi fisiologiche visto il suo ruolo di frontiera. Alla sua famiglia, alla famiglia Morvillo, alle famiglie dei giovani rappresentanti delle forze dell'ordine vittime della follia mafiosa - conclude Gentile - va oggi, come ogni anno, il mio abbraccio sincero".

    Il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, Salvatore Magaro', nel ventunesimo anniversario della strage di Capaci, ha partecipato alla "marcia della legalità", svoltasi a Trebisacce e promossa dall'Istituto comprensivo "Corrado Alvaro" a conclusione del percorso didattico "legalità sui banchi di scuola" svoltosi nelle scuole di Trebisacce, Albidona e Alessandra del Carretto. "Partecipo sempre molto volentieri - ha sostenuto Magarò salutando gli alunni - ad iniziative come questa caratterizzate dal protagonismo vivo e sano dei giovani di oggi, futuri cittadini di domani. Non dobbiamo stancarci mai di parlare di giustizia, praticare la legalità e marciare insieme affinché entrambe si realizzino compiutamente. Iniziative come questa non sono mai retoriche, anzi sono necessarie, perché contribuiscono a ricostituire un sentire comune e l'appartenenza ad una scala di valori e principi che sono contro le mafie, la violenza, la sopraffazione il malaffare. Il concetto di legalità riporta al rispetto delle regole: la convivenza si basa sull'osservanza di regole di condotta. Se queste mancano o sono poco chiare la forza prevale sulla giustizia, l'arbitrio sul diritto e la violenza sulla libertà. E' a scuola che si sperimenta la prima autentica forma di convivenza civile che è più efficace e vera quando riesce, come in questo caso, a indirizzare la comunità verso una riflessione comune e una presa di coscienza forte. E' a scuola che si costruisce l'antimafia, perché combattere la 'ndrangheta significa prima di tutto trasmettere e osservare modelli positivi di legalita'". "A voi futuri cittadini - ha concluso Magarò - si chiede un impegno maggiore perché il rispetto della legalità non è un semplice atto formale, ma una convinzione personale, uno stile di vita che non possono essere delegati alle istituzioni o ad altri".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- > Guarda l'indice delle notizie su: "Politica"

     

     

Elezioni 28/29 marzo

Elezioni

Regionali - Comunali - Ballottaggi- Affluenza

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore