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    Chizzoniti "A Reggio magistratura illumini eminenze grigie"

     

     

    Chizzoniti "A Reggio magistratura illumini eminenze grigie"

    13 mag 13 "Proprio perché ex ante si sono vissute in città cocenti delusioni la dove in una realtà peculiare, quale la nostra, è già difficile ed extra ordinem il ricorso alla Giustizia che diventa impercorribile quando la stessa sbatte la porta in faccia a chi temerariamente decide di esporsi in prima persona". Lo afferma il consigliere regionale Aurelio Chizzoniti in una lettera al Procuratore Federico Cafiero De Raho, ed al Presidente del tribunale di Reggio Calabria, Luciano Gerardis. "E' inutile bizantineggiare - aggiunge - ma questa è la cruda verità. Perché così è stato, almeno fino a qualche settimana addietro. E, sul punto, nessuno può smentire che quando la politica, una volta tanto anticipa la Procura, nominando una Commissione di indagine all'interno del Consiglio Comunale, le conclusioni della stessa, presieduta dal consigliere di minoranza Nuccio Barillà, ancora giacciono nei cassetti polverosi della Procura della Repubblica. Con questo retroterra, tutt'altro che incoraggiante, chi può convincere la gente (che non dispone di avvocati in famiglia) a denunciare se poi una chiamata di soccorso diventa quasi una visione onirica? E' possibile che ciò sia avvenuto in un paese civile? A Reggio e dintorni è possibile". "Signor Procuratore - prosegue Chizzoniti - non conosco la situazione da ella vissuta ex ante a Casal di Principe, ma per poterla tipologicamente assimilare a quella di Reggio la stessa deve essere scandita dalla identica e cinica rinuncia ad indagare il pianeta politico. Signor Procuratore e Signor Presidente, penso con grande deferenza che debba essere proprio la magistratura a fare il primo passo scardinando porte rimaste rigidamente sbarrate, spalancando quelle socchiuse, illuminando eminenze grigie inesplorate ed evidenze bianche purtroppo ignorate. Perché nessuno può prescrivere ad altri di denunciare, così come ho fatto io o qualche imprenditore se non adeguatamente supportati da una convincente inversione di rotta riesumando quei fascicoli stracolmi di annotazioni negative apposte con una ormai famosissima, sterilizzante penna rossa. Perché è grande l'afflizione che attanaglia la società reggina che ha assistito ad evidenti inerzie inquisitive proprio da parte di chi avrebbe dovuto garantire la legalità. La fiducia nelle Istituzioni non è un detersivo che si acquista al supermercato, ma, al contrario, chi è chiamato ad esercitare delicatissime funzioni giurisdizionali, deve saperla conquistare trasmettendola alla collettività anche attraverso la quotidiana celebrazione dell'esaltazione della civiltà giuridica. Che poi é l'unica che possa autenticamente supplire alla logica tenebrosa ed inappagabile che ha alimentato pregressi, pesantissimi sospetti che gravano sulla Procura che ella ha ereditato". "Del resto - conclude - Signor Presidente, Signor Procuratore è proprio necessaria la denuncia per perseguire la disinvolta occupazione de parte di privati cittadini che costruiscono - sotto gli occhi di tutti - manufatti in cemento armato sui marciapiedi sottraendoli alla fruibilità collettiva?"

     

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