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    Vertenza Italcementi, visita viceministro Fassina. Azienda: stop per crisi

     

     

    Vertenza Italcementi, visita viceministro Fassina. Azienda: stop per crisi

    13 lug 13 "Credo che la prima strada da esplorare sia la responsabilizzazione dell'Italcementi, come è stato fatto in altri casi simili. Un'azienda così importante non può dire vado via e basta". Lo ha detto il viceministro all'Economia, Stefano Fassina, che ha incontrato nel silos in cui solo saliti per protesta da 17 giorni, i lavoratori dell'Italcementi di Vibo Valentia dopo che l'azienda ha annunciato la chiusura dello stabilimento. "Noi - ha aggiunto - cercheremo di fare la nostra parte, ma la Regione deve essere partecipe. Stiamo seguendo questa delicata vicenda, che rappresenta senza dubbio il segnale di un problema gravissimo che caratterizza questo territorio più di altri. Stiamo cercando, con molte difficoltà, di dare risposte ma il problema è di più ampio livello. Per quanto mi riguarda, il primo passo che farò sarà quello di parlare con il Ministro per lo Sviluppo Economico". Ad accompagnare Fassina, nell'incontro con i lavoratori dell'Italcementi, c'erano i deputati Bruno Censore, del Pd, e Dalila Nesci, del Movimento 5 Stelle. «Quando il lavoro, anziché un diritto riconosciuto dall'articolo 4 della Costituzione, anziché un fattore di emancipazione individuale - ha detto Censore - diventa una vera e propria emergenza, le prospettive di crescita e di sviluppo di un territorio vengono meno. Purtroppo, decidendo con una scelta unilaterale di abbandonare un territorio che le ha dato tanto in termini di logistica, maestranze e professionalità, l'Italcementi rischia di compromettere il futuro di circa 200 lavoratori, tra diretti e indotti. Questo non possiamo permetterlo, soprattutto in territorio, come quello Vibonese, drammaticamente ancorato agli ultimi posti per reddito procapite e che soffre, più degli altri, della mancanza di prospettive occupazioni". «Il viceministro dell'Economia Stefano Fassina - ha detto, da parte sua, Dalila Nesci - si è impegnato per sapere direttamente dai vertici aziendali che cosa vuol fare Italcementi dello stabilimento di Vibo Valentia e dei suoi lavoratori. Il viceministro è salito con noi sul silos e ha mostrato disponibilità all'ascolto. Di questo sono molto soddisfatta perché significa che l'impegno collettivo è servito a togliere i lavoratori da un isolamento pericoloso e ingiusto".

    Italcementi: Stop Vibo per crisi mercato. "La chiusura dell'impianto di Vibo Marina non dipende da spostamenti della produzione in altre regioni o altri Paesi, ma dalle condizioni del mercato del cemento in Italia che registrano un volume di vendite più che dimezzato rispetto a sette anni fa". Lo afferma, in una nota, l'Italcementi. "Una situazione - aggiunge - nota a livello nazionale, dopo che sia l'Aitec (l'associazione di settore dei produttori di cemento), sia l'Ance hanno evidenziato i numeri di una crisi drammatica per tutta la filiera delle costruzioni. Dopo un crollo senza precedenti che ha riportato il mercato italiano del cemento ai livelli degli anni Sessanta, le vendite nel nostro Paese stanno registrando nel primo semestre del 2013 una ennesima consistente diminuzione. I dati del ministero dello Sviluppo Economico parlano di una ulteriore caduta del 18,2% tra gennaio e aprile 2013 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, che già aveva registrato un drastico calo dei volumi". "L'andamento del mercato del cemento, del resto - rileva ancora l'Italcementi - rispecchia il momento difficilissimo che il comparto delle costruzioni sta attraversando. I dati diffusi in settimana dall'Ance, davanti anche a rappresentanti del Governo, parlano infatti di 690 mila posti di lavoro persi complessivamente negli ultimi cinque anni a causa della crisi del settore. Per fare fronte a questa situazione Italcementi ha varato un piano che prevede la razionalizzazione della propria rete produttiva, con la chiusura di alcuni impianti e la ristrutturazione di altri, scelti in base a un'analisi complessiva del mercato italiano, al fine di mantenere il proprio apparato produttivo efficiente dal punto di vista industriale e adeguato ai mutati volumi di vendita. Questo potrà garantire la tenuta dell'azienda in una fase drammatica del mercato"

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