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    Commissione regionale sanità chiede dimissioni subcommissario Pezzi

     

     

    Commissione regionale sanità chiede dimissioni subcommissario Pezzi

    30 giu 13 "L'immediata rimozione del sub Commissario ex generale Luciano Pezzi, nominato con provvedimenti del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2010 e del 31 maggio 2011 per l'attuazione del Piano di Rientro per la Regione Calabria". E quanto chiedono, al capo del Governo Enrico Letta, i consiglieri regionali Aurelio Chizzoniti, Carlo Guccione, Gesule Vilasi, Ottavio Bruni, Rosario Mirabelli, Gabriella Albano, Pietro Giamborino, Salvatore Pacenza, Pasquale Tripodi e Claudio Parente. La motivazione dell'istanza, siglata all'unanimità dai componenti la Commissione speciale di Vigilanza e Controllo del Consiglio regionale, è scritto in una nota, dopo che il sub Commissario, formalmente convocato a seguito "di numerose segnalazioni pervenute alla Presidenza della Commissione da parte di imprenditori sanitari concernenti gravi censure afferenti i criteri di assegnazione dei budget nel cui contesto risultano indubbiamente privilegiate quelle strutture che hanno sforato gli stessi penalizzando incredibilmente le altre che si sono scrupolosamente attenute alle sottoscritte quantificazioni contrattuali", "al fine di fornire utili elementi di valutazione alla Commissione sulla ripartizione dei fondi del Sistema sanitario regionale tra i laboratori di analisi e le Strutture di specialistica ambulatoriale accreditate, non si è presentato in Consiglio per essere audito", è tranciante. "Il sub Commissario - è scritto nella richiesta - ha oltraggiato il fiero popolo calabrese, apparendo di sicura evidenza come il comportamento del monarca in trasferta (timoroso di improbabili contaminazioni da parte dei triviali e lazzaroni calabresi), appaia sempre di più tipologicamente assimilabile a quello di tantissimi governanti totalitari che non esitano ad esibire opinabili giustificazioni per nobilitare sistematiche oppressioni nei confronti dei sudditi". La Commissione, oltre alla rimozione di Pezzi, chiedono Talarico e Scopelliti l'istituzione di una Commissione d'inchiesta volta ad accertare i criteri attraverso i quali sono stati individuati i budget assegnati alle strutture convenzionate con la Regione. Soprattutto con riferimento all'anno 2012/2013 estendendo l'operatività anche ai laboratori di analisi al fine di controllare il rapporto spesa - fatturato, nel corso degli ultimi dieci anni verificando la qualità e la consistenza numerica del personale utilizzato, le apparecchiature strumentali, l'acquisto di reagenti, il consumo di energia elettrica, nonché ad ogni altra questione connessa e di interesse collettivo". Ricordando che sulla questione è intervenuta anche l'Autorità del Garante che ha evidenziato "diverse criticità, nella cui ottica emergono evidenti distorsioni concorrenziali, auspicando che il criterio della spesa storica, già rilevato anche in recenti pronunce dei giudici amministrativi, attualmente assunto per la ripartizione dei fondi alle strutture private accreditate venga sostituito, ma che nonostante le sue puntuali indicazioni la spesa, tutt'altro che rientrata, sta di fatto dilatandosi oltre misura, confermando come il criterio della spesa storica non risulti il più adeguato a rispondere alle esigenze dell'utenza e a consentire nello stesso tempo lo sviluppo con pari opportunità di nuovi e adeguati operatori", la Commissione si rivolge anche all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato alla quale chiede "di verificare se nella specie emergano elementi di fatto e di diritto tali da giustificare ulteriori verifiche ed accertamenti". Nell'istanza, inviata anche al Ministro della Salute, ai Presidenti della Commissione Sanità del Senato e della Camera, al Presidente dell'Autorità del Garante della Concorrenza e del Mercato ed ai Presidenti del Consiglio e della Giunta regionali, con argomentazioni condivise sia dai membri della maggioranza che dell'opposizione, è ricostruito il mancato incontro fra la Commissione e Pezzi. "Il 'cauidillo' - è scritto nell'istanza - ha insultato (non presentandosi in Commissione) la dignità e la fierezza di tutti i calabresi che generosamente lo ospitano e lo pagano, sottraendosi ad un doveroso confronto teso a risolvere il problema e non a aggravarlo, ritenendosi vittima di lesa maestà perché la Commissione non ha il potere di convocare un sub Commissario il quale, all'evidenza, è componente di un organo dello Stato e non della Regione. Sua Maestà Imperiale non intende compromettersi interloquendo con volgari plebei, fra l'altro, rei di rappresentare pericolosamente la volontà popolare, evidentemente espressa, secondo i foschi affreschi della peggiore quanto interessata letteratura, da oziosi, vagabondi, briganti, rigorosamente tenuti a pagare le tasse e non a rivendicare diritti".

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