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    Cgil "Settore costruzioni in eutanasia ma Regione non risponde"

     

     

    Cgil "Settore costruzioni in eutanasia ma Regione non risponde"

    29 giu 13 "Ormai è trascorso un mese dalla manifestazione regionale dei lavoratori del settore delle costruzioni, promossa unitariamente dal sindacato e rispetto agli impegni assunti dalla politica regionale, a conclusione del sit-in di protesta davanti al Consiglio regionale, non riscontriamo risposte conseguenti alle proposte contenute nella piattaforma rivendicativa sindacale". E' quanto affermano, in una nota congiunta, il segretario generale della Cgil calabrese, Michele Gravano, e il segretario generale regionale della Fillea, Luigi Veraldi. "La piattaforma programmatica - prosegue la nota - prevedeva l'apertura di un tavolo permanente anti-crisi di settore (tra organizzazioni sindacali di categoria e Lavori pubblici, urbanistica, Attività produttive, Lavoro) per fare il punto sulla situazione e accelerare l'esecuzione delle opere pubbliche di competenza diretta della Regione, oltre ad avviare un confronto costruttivo con le committenze nazionali (Anas- Rfi - Trenitalia) impegnate e da impegnare in Calabria per opere infrastrutturali, quindi strategiche per l'avvenire dell'economia regionale e per dare comunque risposte occupazionali. Continua la disattenzione rispetto ad un settore che potrebbe costituire non solo una risposta occupazionale all'interno della nostra regione ma anche l'assolvimento della funzione anti-ciclica per incidere positivamente sull'intera economia a partire dalla ripresa dei consumi. Una condotta elusiva che non salvaguarda e non difende la filiera delle costruzioni che ha rappresentato anche per la nostra regione una delle poche esperienze produttive-industriali e quindi di lavoro, e che nell'attuale contesto di crisi ha segnato perdite occupazionali delle imprese di costruzioni e degli impianti fissi di settore, Legno- Lapidei - Laterizi - Cemento". "Risulta chiara la responsabilità - sostengono ancora Gravano e Veraldi - per le mancate risposte in tema di politiche industriali a sostegno delle esperienze esistenti, una tra tutte lo stabilimento Italcementi di Vibo Valentia destinato alla chiusura per l'attuale crisi di mercato e che in tempo utile non ha ricevuto la dovuta attenzione alle necessità aziendali relative ai fattori produttivi ed ai relativi processi di innovazione e competizione che avrebbero potuto determinare un destino diverso del sito. In questo quadro di mancate risposte ed insensibilità rispetto alla protesta dei lavoratori del settore, alla rivendicazione sindacale, registriamo la scarsa attenzione anche per gesti sociali estremi che hanno riguardato lavoratori dello stabilimento Italcementi di Vibo saliti sul silo per protestare avverso la chiusura e lavoratori del Cantiere di Crotone della Iei saliti sulla gru per protestare per il mancato pagamento delle spettanze. Sono solo gli ultimi episodi accaduti, eclatanti e diversi tra di loro per tipologia di protesta, che però individuano la stessa incapacità, quella di dare risposte al settore, alla relativa occupazione, alla qualità del lavoro, alla sua regolarità e costituiscono un panorama preoccupante dettato da un crescente disagio sociale con effetti di cui la politica regionale non può non considerarsi responsabile".

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