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    Consiglieri PD Regione "Basta penalizzare sanità a Cosenza"

     

     

    Consiglieri PD Regione "Basta penalizzare sanità a Cosenza"

    03 giu 13 I consiglieri regionali del Pd Carlo Guccione, Antonino De Gaetano, Nicola Adamo e Pietro Giamborino hanno presentato un'interrogazione al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti per sapere "quali iniziative immediate, urgenti e tempestive si intendono mettere in atto per porre fine alla penalizzazione della provincia di Cosenza che subisce i maggiori tagli nei servizi sanitari e riceve meno risorse di quelle previste e che tale situazione non garantisce l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) in maniera uniforme su tutto il territorio regionale con il rischio di mettere a repentaglio la vita dei cittadini". "Il riparto del fondo sanitario regionale - è scritto nell'interrogazione - avviene secondo criteri che non garantiscono una quota procapite uguale per tutti i calabresi e in particolare l'Asp di Cosenza nel riparto delle risorse del Fondo ha ricevuto nel 2011 oltre 42 milioni di euro in meno rispetto a quanto le era dovuto e la stessa cosa si è ripetuta per il 2012 con oltre 40 milioni in meno rispetto alle altre provincie. Anche per quanto riguarda gli erogatori sanitari privati per la specialistica e laboratori la distribuzione delle risorse ha fortemente penalizzato la provincia di Cosenza. In provincia di Cosenza vi sono 11 strutture sanitarie private che versano in una situazione economica veramente difficile, sia a causa dei mancati pagamenti da parte dell'Asp, sia per le scelte penalizzanti del commissario Scopelliti nel riparto delle risorse del fondo sanitario regionale e tutto ciò rischia di mettere a repentaglio gli stipendi e, addirittura, i posti di lavoro di ben 700 dipendenti. L'Adi (Assistenza domiciliare integrata), nonostante le numerose richieste degli assistiti, in provincia di Cosenza non è ancora operativa e le risorse per l'attivazione restano disimpegnate da mesi. I tre ospedali 'spoke' (Castrovillari, Rossano-Corigliano e Paola-Cetraro) ad oggi non hanno ancora attivato i posti-letto per acuti previsti nei decreti (733 posti per acuti meno della metà attivati) del Commissario ad Acta per l'attuazione del Piano di Rientro, diversi reparti funzionano con meno della metà dei posti-letto previsti che, a loro volta, per mancanza di medici e paramedici, rischiano di essere ridimensionati o, addirittura, chiusi definitivamente. Al 31 marzo 2012 sono stati chiusi ben 17 ospedali senza che preventivamente siano stati potenziati i servizi sanitari territoriali e, ancora ad oggi, non sono stati realizzati 13 Centri di assistenza primaria territoriale (Capt) o Case della salute (nella provincia di Cosenza - San Marco Argentano, Mormanno, Lungro, Trebisacce, Cariati, Praia a Mare), che rimangono ancora disegnati solo sulla carta. All'ospedale dell'Annunziata di Cosenza si registra una grave carenza di personale medico e paramedico: mancano 150 medici sui 579 previsti, 260 infermieri su 960, 50 tecnici-radiologi su 168, 125 operatori socio-sanitari su 240 con grave pregiudizio per i servizi ospedalieri che dovrebbero essere erogati e garantiti da un presidio 'Hub' e che grazie al personale medico e paramedico in servizio che si sottopone a turni massacranti non vengono chiusi alcuni reparti. La spesa per l'immigrazione passiva dei calabresi che si recano fuori dalla regione per curarsi nel 2012 é cresciuta fino a raggiungere la somma di circa 250 milioni". "Con Decreto 24/13 - conclude l'interrogazione - è stato adottato l'Atto aziendale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza in netto contrasto con quanto previsto dal Tavolo Massicci che ha chiesto alla Regione di adottare tempestivamente un documento di aggiornamento delle linee-guida regionali per l'adozione di atti aziendali che dovranno recepire le osservazioni ministeriali e siano coerenti con l'atto complessivo di programmazione di tutte le reti assistenziali, anche al fine di poter permettere alle aziende del Servizio sanitario regionale di poter adottare i relativi atti aziendali".

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