Lo Moro "Bindi è investimento del PD" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Lo Moro "Bindi è investimento del PD"

03 gen 13 "Casini non aveva altra strada ma la formazione di centro caratterizzata dalla presenza di Monti va più a destra di quella che era la posizione dell'Udc e credo che Monti perderà molto consenso strada facendo". A sostenerlo è stata la deputata del Pd Doris Lo Moro incontrando i giornalisti per commentare le primarie del partito svoltesi in Calabria che l'hanno vista superare lo scoglio della selezione per una nuova candidatura. "Le primarie - ha detto poi Doris Lo Moro - sono state una sfida impegnativa e vincente per il partito alle quali siamo stati costretti dalla necessità di superare il fatto di non avere una nuova legge elettorale con scelte che potessero avere il supporto popolare. Visto che il Pdl ha fatto cadere il Governo e ci siamo trovati senza legge abbiamo dovuto decidere le primarie anche se in pochi giorni, con limiti e tanti rischi. Anche deputati uscenti di grande valore non hanno superato le primarie e questo era un rischio che sapevamo di dover correre". La Lo Moro ha poi sottolineato il valore della candidatura di Rosi Bindi alle primarie in Calabria come quella di Anna Finocchiaro in Puglia. "Un partito che candidata la propria presidente in Calabria - ha spiegato - assume degli impegni con la regione. E' un investimento del partito, così come la candidatura del commissario calabrese Alfredo D'Attorre. Il nostro è un partito nazionale, quindi che investa su qualcuno in Calabria è una forma di responsabilizzazione. Rosi Bindi non é sconosciuta che dopo l'elezione se ne va. Per quanto mi riguarda sono soddisfatta del mio risultato. Ho ritenuto necessario candidarmi perché dopo cinque anni in un Parlamento di nominati non era tollerabile continuare così quindi era necessario misurarsi con i rischi del territorio". "Un parlamentare che viene dalle primarie - ha concluso Doris Lo Moro - sente di più la responsabilità di rappresentare la propria regione. Adesso a livello regionale deve succedere ciò che è accaduto a livello nazionale tra Bersani e Renzi che. Il partito deve essere coeso e vincere all'esterno perché il nemico non è all'interno. Chi ha perso deve riconoscere la legittimazione che ha premiato l'altro soggetto e deve cessare le ostilità"