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    Elezioni politiche, dichiarazioni e commenti

     

     

    Elezioni politiche, dichiarazioni e commenti

    11 feb 13 "Mi ritengo una nominata della seconda Repubblica. Ma ho scelto questa volta di farmi votare. Solo il consenso elettorale può dare la legittimità politica". Lo ha detto Stefania Craxi presentando a Reggio Calabria i candidati della lista Riformisti italiani. "Voglio dare credibilità - ha aggiunto - ad un progetto di prospettiva: la ricostruzione di un progetto politico riformista. L'altro motivo è che io non voglio partecipare ulteriormente al fallimento di questa seconda repubblica. Un fallimento che è sotto gli occhi di tutti e di cui sono tutti responsabili, da Berlusconi a Bersani, da Casini a Fini". "Un fallimento che è anche di un Parlamento - ha proseguito Stefania Craxi - che non ha saputo legiferare neanche su materie di sua competenza. Di partiti che non sanno più selezionare la classe dirigente politica. Di esecutivi che hanno governato solo in presenza di voti di fiducia con l'abuso dei decreti legge. E di una magistratura che sconfina in campi non suoi. C'é uno squilibrio dei poteri che nessun Paese civile e democratico può più consentirsi".
    "Monti è stato una grande delusione". Lo ha detto Stefania Craxi a margine di una manifestazione elettorale dei Riformisti italiani. "C'era la possibilità - ha aggiunto - di riunire una grande area riformista. Ha deciso invece di rinchiudersi in una dorata solitudine con la presunzione che la società civile fosse meglio di quella politica. Come se la società civile del nostro paese fosse esente dalle responsabilità del degrado morale che vive il Paese. Con il risultato che lui il nuovo sta rosicchiando voti agli elettori dei vecchi partiti con cui si è alleato. C'é in Italia una legge obbrobriosa che non consente ai cittadini di essere elettori e che ci consegnerà un parlamento balcanizzato, incapace di produrre riforme e soluzioni utili per uscire dalla più grande crisi del dopoguerra". "Il nostro impegno - ha proseguito Craxi - è quello di dare all'Italia un sistema di governo possibile perché altrimenti tutti quelli che parlano di riforme stanno raccontando una maxiballa. Con questo sistema di governo le riforme non si faranno"

    "L'attacco di Berlusconi al Festival di Sanremo è l'ultima trincea: quando si arriva a dichiarare guerra al Festival della canzone manca solo la crociata contro Carosello". Lo ha detto Massimo D'Alema a Catanzaro commentando le dichiarazioni di Berlusconi a Unomattina. "Ora Berlusconi - ha aggiunto D'Alema - si rivolge contro i valori fondamentali del Paese...".
    "Considero la decisione del Santo Padre come un atto di responsabilità e di amore verso la Chiesa a cui guardare con rispetto". Lo ha detto Massimo D'Alema a Catanzaro. "E' un fatto enorme - ha aggiunto D'Alema - difficile da commentare. Se il Santo Padre ha deciso di lasciare il pontificato, favorendo un ricambio, lo ha fatto innanzitutto per amore della Chiesa e pensando che il ricambio possa assicurare una guida nella pienezza delle sue funzioni".
    "Quelli di Berlusconi sono annunci disperati di una persona che, come dice il prof. Monti, tenta di comprare qualche voto fidando sull'ignoranza e sula disperazione dell'elettorato più disarmato". Lo ha detto a Catanzaro Massimo D'Alema. "Quando uno dice - ha aggiunto - 'vi restituiro' i soldi dell'Imu ma siccome non ce li ho li prendo dalla Cassa depositi e prestitì, costui è un avventuriero. Una frase del genere vale 30 punti di spread".
    "Sono, lo devo dire sinceramente, un ammiratore di Berlusconi mentre mi preoccupa molto chi gli va dietro". Così Massimo D'Alema a Catanzaro rispondendo ad una domanda sulle dichiarazioni di Berlusconi sullo spread. "A questo punto non ce l'ho più con Berlusconi - ha aggiunto D'Alema - perché non si può dire più nulla se non avere ammirazione per quest'uomo dominato da un vitalismo straordinario che si aggira per l'Italia e che, ogni giorno, spara, per usare il suo linguaggio pirotecnico. Anzi, mi aspetto che da qui alla fine della campagna elettorale abolisca le multe, sciolga i vigili urbani".
    "Noi siamo in gara per vincere e governare il Paese; gli altri, invece, o per creare ostacoli o per creare condizionamenti o, ancora, per dare voce a proteste. Sia chiaro: il Paese dovrà essere governato e se il giorno dopo vi saranno solo ostacoli, proteste e condizionamenti andiamo a picco, questo è chiaro". Lo ha detto Massimo D'Alema. "La vera sfida - ha aggiunto D'Alema - è quella tra la proposta di rinnovamento del centrosinistra, del Pd e di Bersani, e la destra di Berlusconi; gli altri sono partecipanti, tutti rispettabili ma non sono in corsa per vincere. Sono in corsa ciascuno con propri obiettivi: a sinistra, c'é chi chiede i voti per potere condizionare il Pd ed evitare che si allei con i moderati; al centro c'é chi chiede i voti per potere condizionare il Pd allo scopo di evitare che si allei con Vendola. La mia opinione è questa: la condizione perché possano condizionarci è che noi vinciamo le elezioni"
    "Il problema non è Berlusconi ma, soprattutto, lo sconcerto di questo gruppo dirigente del Pdl, da Alfano agli altri, che è veramente una comitiva di anime morte". Lo ha detto Massimo D'Alema a Catanzaro. "Sono totalmente scomparsi - ha aggiunto - e poi preoccupa il fatto che ci sia una parte del Paese che gli va dietro".
    "Ho l'impressione che Scopelliti stia perdendo la fiducia dei calabresi che è più importante di quella di Cesa". Lo ha detto Massimo D'Alema rispondendo, a Catanzaro, ad una domanda sul quanto dichiarato ieri dal segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa rispetto alla conferma dell'alleanza col Pdl alla Regione Calabria. "Si tratta - ha aggiunto - di una posizione miope e sbagliata. D'altro canto, a mio parere, non è più tempo di parlare degli scenari post elettorali. Penso che la legge elettorale prevede che ci sia chi vince e noi siamo in corsa per vincere. Abbiamo detto che non vogliamo essere autosufficienti e non possiamo continuare a parlare di alleanze come se si votasse con la proporzionale". "Quello delle alleanze - ha concluso - è un problema che, a questo punto, si porrà dopo"
    "L'antipolitica, anche quando si manifesta a sinistra, ha un segno che è sempre profondamente di destra". Lo ha detto Massimo D'Alema parlando al'Università di Catanzaro in occasione della presentazione del suo libro intervista "Controcorrente" a cura di Peppino Caldarola edito da Laterza. All'iniziativa hanno partecipato il rettore dell'ateneo Aldo Quattrone; il preside della facoltà di Giurisprudenza, Luigi Ventura, che ha presentato la pubblicazione, e il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, che ha intervistato l'ex premier. "Quando ha la meglio l'antipolitica - ha aggiunto D'Alema - i cittadini appartenenti alle fasce più deboli diventano ancora più deboli. E' chiaro, infatti, che se si indebolisce la democrazia, aumentano di pari passo le diseguaglianze sociali che vanno a scapito, soprattutto, di chi sta meno bene economicamente". D'Alema, nel corso della presentazione, ha poi parlato della fine del Pci e dell'esperienza della 'Bolognina' che ha dato vita al Pds da cui sono nati poi i Ds e, infine, il Pd. "La nostra generazione - ha sostenuto - non ha fallito, come qualcuno vorrebbe lasciare ad intendere. Abbiamo costruito una grande forza politica che ha governato il Paese e si appresta a governarlo ancora". L'ex premier ha poi criticato quello che ha definito "il presidenzialismo di fatto, anche se il premier non è eletto direttamente" e Silvio Berlusconi, "che non ha voluto fare le riforme - ha sostenuto - perché è il primo beneficiario di questa forma plebiscitaria che ha incarnato in pieno".

    Il 14 febbraio alle ore 15.30, presso la sala del Consiglio Comunale di Gioia Tauro, il Partito Democratico darà vita ad un'iniziativa sul lavoro e lo sviluppo nella Piana. "L'Italia giusta. Infrastrutture, lavoro, legalità e sviluppo nella Piana di Gioia Tauro", è il tema dell'incontro rivolto al mondo del lavoro ed ai cittadini del comprensorio della piana. All'iniziativa parteciperà la leader nazionale della Cgil Susanna Camusso, il candidato alla Camera Alfredo D'Attorre e la capolista Rosy Bindi, oltre ai candidati alla Camera ed al Senato del Pd. "In particolare, oltre che di un porto - è scritto in una nota - che se rafforzato ed adeguatamente sostenuto può rivelarsi volano di sviluppo per l'intera regione, si discuterà di altre importanti questioni locali come l'agricoltura, l'ambiente, le infrastrutture, ovviamente non soltanto in termini di analisi ma anche di proposta concreta. L'obiettivo è quello di focalizzare concretamente le problematiche e i temi di assoluta attualità per indirizzare al meglio l'impegno per questo territorio nelle massime istituzioni pubbliche, portando le questioni dell"Agenda-Piana di Gioia Taurò sul tavolo del futuro governo nazionale".

    "Avevamo progettato tutto, avevamo in mente di affidare questi lavori a società italiane e ci eravamo anche riusciti - ha affermato il Cavaliere - poi in due anni di Governo di Centro-Sinistra hanno deciso di accantonare questo grande progetto, trovando la scusa che ostacolasse gabbiani e delfini" Parole e musica di Silvio Berlusconi in diretta televisiva nazionale. Personalmente la trovo una bella conferma, assolutamente coerente e utile". Lo afferma in una nota il deputato uscente e candidato del Pdl alla Camera in Calabria, Nino Foti. "D'altronde - aggiunge - la mia posizione è notissima anche a livello nazionale. Proprio sul finire di legislatura abbiamo sentito il dovere con il collega siciliano, già Ministro, on. La Loggia di tenere una apposita conferenza stampa. In tale occasione siamo riusciti a salvare la mega - opera che stava per essere messa definitivamente in naftalina dal Governo dei Professori. Allora denunciammo in modo forte e chiaro che non fare il Ponte sarebbe costato al Paese ed agli italiani troppi miliardi di Euro, tra penali e perdite di finanziamenti, tanto valeva che questa Grande Opera invece venisse realizzata. Oggi Berlusconi riaccende una speranza". "Fare il Ponte sullo Stretto - prosegue Foti - significa almeno venti anni di lavoro per migliaia di giovani e imprese, rappresenta motivo di sviluppo economico e di interesse turistico con benefici diretti su entrambe le sponde quella siciliana e quella calabrese, sarebbe motivo di orgoglio e regalerebbe una nuova identità futura al Mezzogiorno del Paese".

    E’ la vera, grande novità della campagna elettorale in corso in provincia di Cosenza ed in Calabria. Sei consiglieri e assessori provinciali appartenenti a Rifondazione Comunista (Biagio Diana e Antonio Simarco), Italia dei Valori (Mario Caligiuri e Franco Dodaro), Verdi (Mario Giordano), Gruppo Misto (Michele Fusaro) i cui partiti si riconoscono a livello nazionale e locale nella coalizione Rivoluzione Civile che sostiene Antonio Ingroia hanno deciso, in coerenza con il mandato ricevuto dai propri elettori, di dissociarsi dai propri partiti e di votare il 24 e il 25 febbraio prossimo la coalizione di centrosinistra che ha dato e continua a dare ottimi risultati all’Amministrazione Provinciale di Cosenza sotto la guida di Mario Oliverio e che, a livello nazionale, sostiene Pier Luigi Bersani. I sei assessori e consiglieri provinciali spiegheranno i motivi che li hanno indotti ad assumere questa scelta nel corso di una conferenza stampa che si terrà mercoledì prossimo 13 febbraio alle ore 11 presso la Sala degli Stemmi della Provincia di Cosenza.

    Domani, martedì12 febbraio, ore 15.00, presso la sezione cittadina sita in via Alimena 14 (fronte camera commercio cosenza), si terrà la presentazione dei candidati de "la Destra" dell'area urbana di Cosenza alla Camera dei Deputati: Luca Bartelli e Alessandra Pimicerio. Interverranno : Michele Arnoni, Segretario cittadino di Cosenza, Domenico Avolio, Segretario Regionale Gioventù Italiana e candidato alla Camera, Giovanni Gravina candidato capolista al Senato della Repubblica, Gabriele Limido, Segretario Regionale e Antonio Pucci, Segretario Provinciale, entrambi candidati alla Camera dei Deputati.

    " Stamattina l'on. Domenico Scilipoti, imposto da Berlusconi in Calabria nelle liste del Pdl, ha mancato di rispetto ai terremotati calabresi. In una trasmissione televisiva con il sindaco di Mormanno, si è offeso perché gli è stato detto, in piena legittimità, di essere stato catapultato in Calabria ed ha abbandonato gli studi". Lo afferma, in una dichiarazione, Katia Stancato, candidata al Senato in Calabria con la Lista Civica Monti. "Se è comprensibile che per Scilipoti la campagna elettorale s'incarni con un senso carnevalesco - aggiunge - non é accettabile che, in un contesto nel quale si parlava delle angosce e delle ansie che vivono da più tempo i cittadini della zona del Pollino, ci si comporti in un modo cosi folkloristico. I calabresi hanno il diritto di reclamare una classe politica che sia espressione del territorio, ribellandosi a chi considera la loro terra un territorio di conquista". "La dialettica elettorale - dice ancora Katia Stancato - può essere aspra e ruvida, ma è imposto a chiunque il doveroso rispetto dinanzi a situazioni così drammatiche. E questo vale ancora di più per chi pretende di venire a dire ad un popolo intelligente e capace di rappresentarne i bisogni"

    L'assessore regionale alle attività produttive Antonio Caridi - informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta - ha promosso e sottoscritto, in rappresentanza della Regione, un protocollo d'intesa con le ditte concessionarie di acque minerali che impegna le parti a mantenere il posto di lavoro di tutta la forza lavoro occupata. L'atto è stato firmato, nella sede dell'assessorato regionale, con la 'Mangiatorella spa', 'Calabria Acqua Minerale sas', 'Sila spa' e 'Fontana della Salute Srl'. Il protocollo nasce in seguito alla delibera adottata dalla Giunta regionale in merito all'istituzione di un canone a carico dei concessionari di acque minerali e termali per l'imbottigliamento e la commercializzazione delle stesse, commisurato alla quantità di risorsa idrominerale emunta. Le società concessionarie hanno esposto all'assessore Caridi le problematiche economiche, di mercato e sulla concorrenza, derivanti dall'applicazione del canone concessorio nella misura stabilita. "Pertanto - ha dichiarato Caridi - abbiamo provveduto ad apportare nella delibera di Giunta di approvazione dei canoni la possibilità di una riduzione del imposta del 60% per i concessionari che sottoscrivono protocolli d'intesa con la Regione Calabria che stabiliscono patti sulla difesa dei livelli occupazionali. Ciò consente di evitare prevedibili riflessi sul piano degli investimenti occupazionali, considerate le condizioni sociali ed economiche del territorio calabrese, con particolare riferimento alle note problematiche occupazionali già critiche ed oggi aggravate dalla crisi economica in atto, ed anche di poter trarre il maggior profitto dal bene demaniale a beneficio della collettività sia di rispettare il principio comunitario di libera concorrenza del mercato". Dal canto loro i rappresentanti delle quattro società firmatarie hanno espresso apprezzamento e plauso per l'assessore Caridi, la cui attenzione ha consentito di produrre un mantenimento dei livelli occupazionali, che costituisce un risultato di grande rilevanza in questo specifico momento di crisi. Secondo i concessionari, inoltre, la prosecuzione di questi positivi rapporti e di questa sinergia permetterà la realizzazione di attività improntate ad etica e legalità, con l'avvio di un circolo virtuoso a vantaggio delle aziende ed a favore dei consumatori e dell'intera economia calabrese.

    "Quanto accade sulla strada che da Sibari porta a Rossano Calabro è semplicemente vergognoso": la denuncia è del sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e candidato capolista al Senato, in Calabria, per Io amo l'Italia. "Decine di ragazze, anagraficamente a cavallo - aggiunge - tra la minore e la maggiore età intente a prostituirsi in modo indisturbato. Si tratta di una fenomenologia che, a quanto mi hanno riferito gli abitanti del luogo, persiste da molto tempo nella più totale indifferenza. Tutto ciò è inaccettabile. In una regione dove il rischio illegalità è alle stelle, la fenomenologia della prostituzione assume contorni ancor più torbidi. Non si può predicare bene e razzolare male e la colpa di tutto ciò è soltanto di uno Stato che - incalza il sociologo - pretende le tasse ma non è in grado di garantire le benché minime norme di sicurezza pubblica".

    "Le continue assicurazioni in merito alla tenuta dell'alleanza Udc-Pdl in Calabria portate avanti da esponenti di primo livello del partito di Casini, creano confusione nell'elettorato, non basta spuntare i posti migliori al senato al fine di assicurare l'elezione di propri uomini, è indispensabile dare un segnale forte di rottura e di cambiamento con il passato". Lo afferma Francesco Grandinetti, candidato alla Camera della lista Fini-Futuro e Libertà. "L'accordo e il patto stretto con Scopelliti - aggiunge - e non con i calabresi dove sta portando la nostra Regione? Attualmente assistiamo al caos nella gestione dei rifiuti, alla disputa interna per la stabilizzazione dei precari ad un sistema sanitario che stenta a garantire i servizi primari, al settore dei trasporti carente, al Turismo al collasso, se tutto questo é frutto dell'accordo allora qualcosa non torna. I dirigenti dell'Udc Calabresi dovrebbero tenere in debita considerazione che non è possibile portare avanti l'azione politica continuando ad essere alleati in Calabria con il Pdl-Lega, come diventa difficile per l'elettorato comprendere una visione che vede a Roma l'appoggio alla coalizione guidata da Monti e in Calabria il sostegno al Pdl camuffandolo dietro un patto personale che in politica non esiste poiché gli uomini rappresentano le idee i programmi dei rispettivi partiti. La coalizione Monti può diventare per la Calabria la via d'uscita seria e concreta, ne è la dimostrazione la non impugnazione della legge Regionale sulla Fondazione Campanella".

    "Se gli italiani vogliono pagare più tasse, sono soddisfatti di pagare l'imu, allora votino pure Bersani, se come io credo, sono stanchi di essere tartassati, di vedere il potere d'acquisto della loro famiglia ridotto a zero e non vogliono,con i soldi dell'imu, sovvenzionare il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena allora l'unica possibilità è votare per il PDL alle prossime elezioni" Così l'on. Domenico Scilipoti candidato per il PDL in Calabria durante un incontro con gli amministratori locali oggi a Cosenza

    Il Capolista al Senato in Calabria di Fare per Fermare il Declino, Sandro Brusco, ha incontrato i candidati calabresi e i sostenitori del movimento. Nella Sala delle Conferenze di Confindustria a Reggio Calabria, nella mattinata, alla presenza dei candidati Marcello Altomonte, al Senato, Francesco Minicucci, Giuseppe Branca, Giancarlo Sudano e Caterina Papisca alla Camera. Nel pomeriggio Brusco si è spostato a Lamezia Terme, dove è stata inaugurata la sede di Fare, sul centralissimo Corso Nicotera e dove si è anche costituito il comitato locale, guidato da Pietro Greco, n. 8 alla Camera. All'incontro, oltre al Responsabile del Coordinamento e n. 2 alla Camera, Andrea Lanza, erano presenti anche Pietro Sainato, candidato n. 3 al Senato, Francesco Trimboli e Francesco Burza, n. 10 e n. 12 alla Camera. "Ci presentiamo agli elettori - ha dichiarato Brusco in apertura di intervento - come alternativa al sistema politico fallimentare della Seconda Repubblica, proponendo soluzioni completamente nuove e preferendo rischiare, piuttosto che allearci con qualcuno. L'Italia degli ultimi 15 anni è stata il fanalino d'Europa. Il debito del Paese si è registrato sin dagli anni '80 e nessuno dei Governi che si sono alternati ha mai realmente cercato di risolvere il problema. Un atteggiamento, quest'ultimo, che continua a manifestarsi, con i partiti più significativi, che non fanno proposte concrete di risanamento del debito e di contenimento della spesa pubblica e sono incapaci di innovare e creare lavoro. Problemi ancora più sentiti al Sud, dove la partecipazione femminile al lavoro non é solo tra le più basse d'Europa, con dati che sono da Terzo mondo e non certo da società civile".

    Carolina Girasole, sindaco di Isola Capo Rizzuto e candidata alla Camera con la lista Scelta Civica con Monti, si impegna nella campagna "Mettiamoci in gioco", promossa da un gruppo di associazioni per richiamare l'attenzione sul fenomeno del gioco d'azzardo. "Ho deciso - afferma Girasole - di aderire alla campagna 'Mettiamoci in gioco' perché sono convinta che il grido d'allarme lanciato dalla magistratura e dalle associazioni sulle proporzioni e sulle ricadute sociali del fenomeno del gioco d'azzardo in Italia ci chiami ad una forte assunzione di responsabilità. Il numero sempre crescente di giocatori dipendenti o a rischio, il drammatico aumento di giocatori giovani e giovanissimi, il coinvolgimento ormai conclamato della criminalità organizzata, sono tutti elementi che confermano la gravità di quello che si configura come un vero e proprio allarme sociale. Non si tratta di demonizzare il gioco in assoluto, ma di intervenire sugli aspetti che possono trasformarlo in un problema capace di provocare danni molto gravi nel nostro tessuto sociale, a unico beneficio della criminalità organizzata".

    "La Calabria consegnerà al centrosinistra, al Pd e a Bersani un risultato molto importante". E' quanto ha affermato il commissario regionale del Pd, Alfredo D'Attorre, intervenendo alla conferenza stampa di Massimo D'Alema, presente anche Salvatore Scalzo, che è stato candidato sindaco di Catanzaro del centrosinistra. "Questa è la regione - ha aggiunto D'Attorre - in cui nel 2010 abbiamo registrato la sconfitta più netta che ci ha portato a perdere le elezioni regionali con quasi 30 punti percentuali di distacco. Se i dati che abbiamo sono corretti, e non mi riferisco solo ai sondaggi ma anche alle sensazioni che raccogliamo sul territorio nelle decine di incontri che stiamo avendo, credo che il successo che il centrosinistra avrà in Calabria segnerà un gigantesco spostamento di rapporti di forza, il più netto in Italia. Credo che la Calabria abbia già voltato le spalle alla destra. Quello che ci deve preoccupare in questi ultimi giorni di campagna elettorale è il vuoto politico che la destra lascia: un'area di sofferenza, di indecisione, di possibile astensionismo e di protesta". "Noi dobbiamo avere - ha sostenuto ancora D'Attorre - la capacità di spiegare anche a tanti cittadini, a tante forze oneste che magari sono anche ideologicamente distanti da noi e che nel 2010, sperando nel cambiamento, avevano votato per Scopelliti, che queste non sono elezioni normali di un'alternanza tra destra e sinistra. Il 24 e 25 febbraio si decide della salvezza dell'Italia e dentro questa di un nuovo ruolo e di un nuovo rilancio del Mezzogiorno. Abbiamo degli interlocutori allo sbando: un presidente della Regione che ormai ha rinunciato al governo della Calabria, che si occupa solo di inaugurazioni farlocche e per il resto si dedica a una improbabile storiografia delle precedenti esperienze amministrative. Scopelliti si è messo a fare lo storico dei governi di centrosinistra mentre la regione è sommersa dall'immondizia. Incontriamo difficoltà nel confronto politico basato sugli argomenti, non ci sono che continui improperi personali. Ancora ieri mi pare abbia detto che io ed altri siamo degli illustri sconosciuti". "Voglio dire a Scopelliti, con grande tranquillità - ha detto ancora il commissario del Pd - che noi continuiamo ad occuparci di problemi concreti, ma se anche fosse vero quello che dice, meglio essere sconosciuti che essersi illustrati per le ragioni per cui si è fatto conoscere lui in questi anni agli occhi dell'opinione pubblica, regionale e nazionale. In ogni caso noi consideriamo chiuso il capitolo inglorioso di questa esperienza della destra al governo della Regione. Siamo impegnati in un confronto sui contenuti e sulle grandi questioni lasciate aperte dalla destra: la sanità, i rifiuti, l'uso dei fondi strutturali, il lavoro ed in particolare il destino delle giovani generazioni che per noi rappresenta il cuore del nostro confronto con l'opinione pubblica".

    "E' un gesto di grande responsabilità che va rispettato verso cui ci si deve inchinare". Lo ha detto a Cosenza il Presidente del Senato, Renato Schifani. "E' un amore - ha aggiunto - ancora più grande verso questa figura. Dopo la prima amarezza è entrata in noi questa consapevolezza".
    "Le alleanze elettorali negli enti locali vanno rispettate anche in presenza di scelte politiche diverse, perché al patto con gli elettori ci si presenta con un progetto e guai se durante il mandato dovessimo vedere minate queste alleanze di livello superiore". Lo ha detto il Presidente del Senato, Renato Schifani, questa sera a Cosenza. "Non credo - ha aggiunto - che ci possano essere ripercussioni in ambito territoriale delle vicende collegate all'autonomia dell'Udc che va da sola. L'Udc ci abitua ad alleanze regionali a macchia di leopardo. Governa in quattro regioni con il centrodestra e in quattro regioni con il centrosinistra".
    "Occorre detassare le aziende che assumono giovani". Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, questa sera a Cosenza a margine di un'iniziativa elettorale. "Nel Mezzogiorno - ha aggiunto - c'é una disoccupazione giovanile inaccettabile e dobbiamo lavorare per risolvere questo problema. La Calabria, in particolare, ha bisogno di grandi reti di infrastrutture e grandi opere di urbanizzazione per attrarre capitali".
    "C'é chi sostiene che il condono favorisca l'evasione. Io mi innamoro di un'altra ipotesi". Lo ha detto il Presidente del Senato, Renato Schifani, questa sera a Cosenza."Chi non è in regola con le tasse, pur di sistemare queste pendenze - ha aggiunto - si autodenunzia. Sarà, quindi, più facilmente tracciabile e rintracciabile in futuro".
    "No al disprezzo politico, sì alla satira". Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, in merito alle polemiche sul Festival di Sanremo. "Mi auguro, visto che siamo in campagna elettorale - ha aggiunto - che sia il più laico possibile".
    "Mi ero molto impegnato perché questa legge elettorale potesse essere modificata". Lo ha detto a Cosenza il presidente del Senato, Renato Schifani. "Da presidente del Senato - ha aggiunto - ho fatto quello che potevo. Sono state le parti politiche a decretare il mantenimento del sistema elettorale che dovrebbe essere al più presto cambiato per restituire ai cittadini la libertà di scelta".

    "Le elezioni politiche alle porte non rappresentano solo una scadenza elettorale, ma devono essere interpretate come l'assunzione di un impegno concreto per Reggio Calabria da parte di tutti i candidati". Lo sostiene, in una dichiarazione, il coordinatore del Pdl Grande Città di Reggio Calabria, Daniele Romeo. "Reggio Calabria - aggiunge - ha subito lo scioglimento del Consiglio comunale su cui la storia chiarirà tanti aspetti e ci darà ragione, anche se le condizioni delle strade, l'abbandono delle piazze, il degrado del centro e delle periferie e la tensione sociale già oggi indicano come l'assenza della politica stia creando seri problemi ai commissari, nonostante i loro impegno tra difficoltà oggettive e l'abbandono da parte di quel Governo che, invece, avrebbe dovuto affiancarli. I rappresentanti che verranno eletti il 24 e 25 febbraio devono sottoscrivere un vero e proprio patto con i cittadini, mettersi al loro servizio e portare avanti le azioni messe in campo da circa dieci anni a questa parte. La più importante, probabilmente, riguarda la Città Metropolitana. Lo dissi circa un anno fa, alla mia elezione quale Coordinatore del partito: è necessario portare a compimento questo iter, altrimenti c'é il serio rischio che Reggio Calabria muoia. Il riconoscimento della Città Metropolitana è stato un grande successo del centrodestra targato Giuseppe Scopelliti, ma è necessario che la classe parlamentare si faccia carico di incalzare il prossimo esecutivo nazionale, qualunque sia il suo colore politico, affinché vengano concluse tutte le procedure. A tale impegno deve corrispondere anche una particolare attenzione verso il 'Decreto Reggio' perché è impensabile una sua corretta attuazione solo quando il governo è di centrodestra, come è accaduto nell'ultimo decennio". "Il mio, quindi - dice ancora Romeo - è un appello affinché ci sia una presa di coscienza da parte dei prossimi deputati e senatori chiamati a rappresentare questo territorio. Mettano da parte la logica dello scontro e facciano squadra in favore di Reggio perché negli ultimi mesi abbiamo soltanto subito i danni di odio e personalismi, ma è arrivato il momento di voltare pagina e pensare allo sviluppo, per non disperdere tutto il lavoro degli ultimi dieci anni e dare risposte serie ai reggini"

    L'assessore regionale all'Agricoltura Michele Trematerra - informa una nota dell'Ufficio stampa della Giunta - comunica "relativamente all'evento calamitoso di siccità dei mesi giugno-settembre 2012, verificatosi sul territorio calabrese, che, con Decreto del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali del 21 gennaio scorso, è stata accertata e dichiarata l'esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi verificatesi nelle province di Catanzaro, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, facendo seguito alla delibera della giunta regionale n. 477 del 6 novembre 2012 con cui il dipartimento 'agricoltura' aveva individuato tutte le provvidenze da riconoscersi ai territori colpiti". "E' sicuramente - prosegue Trematerra - per un mero errore materiale, legato esclusivamente alle tipologie d'intervento dichiarate dalla Provincia di Crotone, che il suddetto territorio ha visto riconosciute le provvidenze di cui all'art. 5 comma 2 lettera b) del D.Lgs. 102/2004 relative ai soli prestiti ad ammortamento quinquennale. Tale conseguenza, non imputabile al Dipartimento 'Agricoltura', tant'é che nella succitata Delibera di Giunta sono state previste tutte le provvidenze di cui al D.Lgs. 102/2004, è già oggetto di attenzione dei Dirigenti preposti, che provvederanno ad inoltrare al Ministero competente tutta la documentazione necessaria per correggere l'errore manifestatosi, evitando di danneggiare un territorio che merita di essere sempre più tutelato".

    "Il solito professorino D'Attorre, chiuso in una campana di vetro, nelle sue sporadiche sortite elettorali pensa di poter fomentare i calabresi, anche se l'impressione è che non conosca minimamente gli argomenti che tratta". E' quanto afferma, in una nota, il vicecapogruppo del Pdl alla Regione, Fausto Orsomarso. "Ad esempio, quelle che avrebbe definito 'inaugurazioni farlocche' - prosegue Orsomarso - sono esempi concreti di buona amministrazione, come hanno rilevato i medici e i giornalisti presenti all'apertura delle nuove strutture. Io lo sfido ad un confronto televisivo, faccia a faccia, in una qualsiasi emittente locale calabrese, per discutere di idee e progetti, ma sono disponibile anche a farlo in una televisione della sua Campania, se pensa di sentirsi maggiormente a suo agio. Intanto voglio rivolgergli i miei più sinceri complimenti per il suo supporto al candidato a sindaco di Catanzaro Scalzo, che è riuscito a perdere per la terza volta, e credo sia un record. Cosa può saperne il docente campano, che si è auto-assegnato il posto blindato in Parlamento grazie al suo status di commissario del Pd, di quali siano le reali esigenze della nostra terra? Ha detto bene, la sconfitta del centrosinistra alle ultime regionali è stata la maggiore prova dell'inconsistenza del Pd sul nostro territorio, anche se il silenzio di alcuni esponenti del suo partito di fronte alle sue sortite, forse, ne è una dimostrazione ancora più palese". "Invece di attaccare il Presidente Scopelliti, a cui va il merito di aver fatto scendere il deficit della sanità da 254 a 70 milioni - prosegue Orsomarso - perché non prova ad elaborare qualche proposta per il nostro territorio? Quali sarebbero le idee del 'nuovo che avanza' rappresentato dal duo D'Alema-Bindi nella loro gitarella in Calabria? D'Attorre di fianco a D'Alema, forse, potrebbe parlare di banche. Solita storia: dal commissario del Pd mai un'idea per confrontarci, ma solo attacchi personali e tentativi di denigrazione. In questo momento ai calabresi serve fiducia nel futuro e la scelta dei rappresentanti per il Parlamento deve avvenire sui programmi concreti e non sui soliti slogan. Questa classe dirigente ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e fare delle scelte, a volte impopolari, ma sempre al fine di tutelare gli interessi delle comunità. Evidentemente tutto ciò non rientra nella cultura di D'Attorre: ne prendiamo atto con rammarico, consapevoli che difficilmente ci potrà mai essere un confronto tra noi e loro".

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