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    Dieci circoli PD del cosentino chiedono dimissioni Commissario D'Attorre

     

    Dieci circoli PD del cosentino chiedono dimissioni Commissario D'Attorre

    30 apr 13 Le dimissioni del commissario regionale del Pd Alfredo D'Attorre sono state chieste, in una nota, dai segretari dei circoli del partito di dieci comuni del cosentino. "L'esito delle elezioni politiche nazionali, la vicenda dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica e le conseguenti dimissioni del segretario nazionale Pier Luigi Bersani - è scritto nella nota firmata da Gaetano Marcovecchio (San Basile), Renzo Russo (Saracena), Anna Licursi (Cervicati), Nicola Bavasso (Lungro), Angela Giordano (Frascineto), Elisa Rugiano (Civita), Michele Borrelli (Acquappesa), Michele Malescio (Acquaformosa), Benito Salerno (San Vincenzo La Costa), Antonio Mandato (Roggiano Gravina) - impongono anche in Calabria l'apertura di una seria riflessione politica sullo stato del Pd. Una riflessione che metta capo all'apertura di una nuova fase di riorganizzazione e rilancio del Partito stesso. Il primo dato imprescindibile è rappresentato dal venire meno della legittimazione avuta dall'attuale commissario Alfredo D'Attorre. Infatti, occorre ricordare che la sua nomina a commissario è stata proposta direttamente da Bersani. Dimessosi la fonte della sua legittimazione, D'Attorre non gode più di una piena capacità decisionale e di un pieno riconoscimento politico. Inoltre, la nomina di D'Attorre era stata promossa come volontà di massima attenzione da parte della segreteria nazionale nei confronti della Calabria: D'Attorre era stato infatti indicato in quanto membro della stessa segreteria (essendo lui il responsabile dell'iniziativa politica). Orbene, quella segreteria si è dimessa in blocco. Lo stesso D'Attorre ha rimesso il suo mandato nazionale. Sarebbe un gesto di coerenza rimettere anche il suo mandato regionale essendo questo venuto in conseguenza del suo ormai passato ruolo di dirigente nazionale". "Un secondo dato che dovrebbe essere preso in considerazione - sostengono ancora i segretari dei dieci circoli - è rappresentato dai limiti funzionali e temporali del mandato ricevuto da D'Attorre: egli avrebbe dovuto far svolgere il congresso regionale, e i congressi locali, in un arco di tempo limitato. E' di tutta evidenza che questo mandato non è stato adempiuto né nel suo scopo né in tempi limitati. Il congresso regionale infatti è stato fatto saltare senza ragioni formali nel luglio dello scorso anno. Ora lo si è calendarizzato a giugno. Ma anche questa data non potrà essere rispettata per il motivo che la convocazione del congresso nazionale imporrà di svolgere anche il congresso regionale calabrese in coincidenza con quello nazionale e con tutti i congressi delle altre regioni. Dunque, si può affermare che D'Attorre non ha adempiuto ne potrà adempiere più al suo mandato. Senza aver più una funzione da svolgere, nulla giustifica la sua permanenza come commissario regionale. Il terzo dato infine riguarda la sostanza della guida politica che lui ha svolto nell'ultimo anno. A D'Attorre va ascritta la responsabilità di un risultato elettorale assai negativo"

     

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