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    Dirigenti PD "Intollerabile rinvio congresso provinciale, traditi"

     

     

    Dirigenti PD Catanzaro "Intollerabile rinvio congresso provinciale, traditi"

    21 apr 13 "Le drammatiche ore che il PD vive non ci consentono di abbassare il livello della nostra mobilitazione nell'ora più difficile e che ci deve vedere non ripiegati su noi stessi e sulle contraddizioni determinate da un gruppo dirigente al quale noi tutti avevamo affidato delega piena e sincera". E' quanto sostengono in una nota i dirigenti del partito di Catanzaro Pasqualino Mancuso, Arturo Bova, Michele Gigliotti, Attilio Mazzei, Domenico Giampà, Italo Reale e Fernanda Gigliotti in merito al rinvio dell'assemblea programmatica provinciale. "Siamo stati traditi noi - proseguono - e, insieme a noi, gli elettori che avevano accordato il loro consenso ad un partito che nel promettere un cambiamento aveva acceso speranze per i giovani e per un futuro più giusto per gli ultimi ed i meno tutelati. Nell'ora di scelte decisive, al contrario, il PD ha mostrato limiti intollerabili e condotte politiche irresponsabili, soprattutto quelle al riparo del voto segreto, che stridono drammaticamente con la condizione che vive il Paese; le dimissioni dell'intero gruppo dirigente erano e sono un atto doveroso che deve consentire non solo di aprire la stagione congressuale ma soprattutto di cambiare metodi ed uomini nei ruoli di direzione politica e di indicare ai cittadini, ad ogni livello territoriale, che si è aperto un nuovo corso e che si apre una nuova fase politica. Non ci nascondiamo i pericoli ma occorrono gesti visibili, netti e forti anche nella provincia di Catanzaro dove, in passato, più laceranti sono state le contraddizioni tra l'appartenenza al PD e le declinazioni di comportamenti chiaramente incompatibili con la sua natura e con la sua vocazione. Lo è stato fino al 2010 e negli ultimi mesi si è ridelineato un tentativo di chiaro ritorno al passato e di 'normalizzazione' di un processo che era stato coraggiosamente avviato con il doveroso e necessario commissariamento degli organi provinciali del Partito". "Oggi - sostengono i dirigenti del Pd - con il rinvio, anch'esso necessitato e reso obbligato dal contesto generale di sofferenza estrema del PD, dell'assemblea programmatica provinciale unito all'annuncio della fase congressuale nazionale, che di fatto supera quella locale e regionale, ed in attesa delle determinazioni che ci auguriamo celeri degli organismi nazionali, ci preme sottolineare che, nonostante la convinta adesione ad un metodo preventivo e condiviso per ricercare soluzioni unitarie per la segreteria provinciale, una parte del Partito ha ritenuto, unilateralmente e scorrettamente, di avviare campagne di mobilitazione a sostegno di candidature che, irresponsabilmente, hanno vulnerato ogni intesa unitaria e che, anzi, si sono poste come sfida al rinnovamento e come un penoso e stonato ritorno al passato, ad una restaurazione ipocrita e nel segno di una arrogante autoreferenzialità e del soffocamento di quelle istanze al cambiamento che si sono disvelate anche nelle ultime elezioni politiche e che dobbiamo assecondare, oggi, con decisione e coraggio". "A quanti, come l'on. Amato, nelle ultime ore, avevano chiesto lealtà nel confronto congressuale - conclude la nota - ricordiamo che essa è stata vulnerata proprio da coloro i quali, a cominciare da lui, hanno preferito scorciatoie personali ed egoistiche ad una ricerca plurale e collettiva, possibilmente innovativa e unitaria. Noi andremo, da qui in avanti per la nostra strada, con un percorso autonomo e distinto e distante da quanti, dalla sua nascita, hanno utilizzato il PD esclusivamente per rendite personali, di puro posizionamento politico, o utilizzando il partito come un taxi, in cui salire e scendere secondo la propria convenienza, nel segno del trasformismo, del trasversalismo, dell"inciucismò istituzionale consumatisi da tanti, troppi anni. Noi non rimarremo con le mani in mano, nelle prossime ore lanceremo iniziative ampie di mobilitazione su tutto il territorio provinciale chiamando a raccolta le sezioni, rimaste per troppo tempo inoperose a causa dell'asfissia politica di gruppi dirigenti chiusi nel palazzo e tutta la base vera del PD, che non ha smarrito il senso del dovere verso una causa comune che, ancora e nonostante tutto, possiamo, dobbiamo e vogliamo difendere".

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