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    Ingroia in Calabria

     

     

    Ingroia in Calabria

    20 apr 13 "Non voglio fare processi alle intenzioni, ma l'effetto della delibera del Csm che mi riguarda è stato penalizzante e contro di essa ricorrerò con i rimedi giuridici consentiti a cominciare dal Tar". Lo ha detto Antonio Ingroia a margine di un incontro con gli studenti delle scuole superiori di Soverato in occasione della presentazione del suo libro "Io so". "Mi auguro - ha aggiunto Ingroia - che non sia avviato un procedimento d'urgenza che mi impedisca di usare tutti i rimedi a mia disposizione. La lettura della motivazione della delibera del Csm che ho fatto assieme ad una rilettura, attenta, di tutta la normativa vigente ha confermato quella che era la mia sensazione iniziale e cioé che si è trattato di un provvedimento se non punitivo certamente penalizzante. L'organo di autogoverno dei magistrati ha emesso a mio parere un provvedimento illegittimo che ha violato la circolare medesima. Non è vero che l'unica destinazione possibile per me era Aosta, al contrario Aosta non era consentita. Il Csm aveva altre opportunità a disposizione che avrebbero consentito di valorizzare la mia professionalità antimafia, ad esempio la Procura nazionale. Il Csm, invece, ha deliberatamente deciso di mandarmi ad Aosta".

    - "Sono orgoglioso dell'indagine sulla trattativa Stato Mafia che ho condotto e che vedrà per la prima volta alla sbarra, davanti a giudici popolari, in veste di coimputati, capimafia dell'epoca, capi dei servizi segreti di allora e alcuni ministri del tempo". Lo ha detto Antonio Ingroia, già procuratore aggiunto di Palermo, parlando ad un incontro con gli studenti delle scuole superiori di Soverato indetto per la presentazione del suo libro "Io so" scritto con Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza. All'iniziativa, promossa dall'Istituto commerciale Calabretta e dall' Osservatorio Falcone Borsellino Scopelliti ha partecipato il giornalista Maurizio Torrealta autore del libro "Processo allo Stato". "Il processo scaturito dall'indagine sulla trattativa Stato-Mafia - ha aggiunto Ingroia - è la rappresentazione plastica di quello che è stato dopo la stagione delle stragi, il contatto tra pezzi importanti dello Stato dell'epoca e i capi della mafia del periodo. Tuttavia, quando si parla di guerra tra lo Stato e la mafia non si può dire che sempre di guerra si sia trattato. Dietro le quinte infatti, nello stesso momento in cui i mafiosi mettevano le bombe, c'erano uomini dello Stato che, invece di affrontare a viso aperto Cosa nostra, stavano trattando per quella tregua che poi verrà siglata". Ai ragazzi in platea, Ingroia, che ha parlato anche della sua recente esperienza politica "non riuscita", ha detto che "c' é bisogno sempre di più di una magistratura autonoma assieme ad una politica antimafia nuova e diversa. Differente da quella che ha sempre puntato alla tregua o alla trattativa. Non ci libereremo di questo approccio fino a quando non cambieranno il modo di essere e di pensare del nostro ceto politico".

    "Mi auguro che si riescano a trovare le energie per dare al Paese un Capo dello Stato credibile, fuori dai giochi e in grado di dare luogo ad un Governo capace di affrontare i problemi del Paese. Dopo di che, se la situazione è così ingovernabile, si possa andare alla urne". Lo ha detto Antonio Ingroia a margine di un incontro sulla legalità con gli studenti delle scuole superiori di Soverato. "La situazione è drammatica - ha aggiunto Ingroia - il Paese è impantanato senza un Governo e senza, persino, che si riesca a trovare una maggioranza per avere un Capo dello Stato. Mancano le Commissioni parlamentari e la stessa Assemblea è ferma. Abbiamo un Paese reale in crisi economica profonda, drammatica, con vicende tragiche di suicidi dovuti alla crisi che si susseguono, da una parte, e dall'altra un Paese legale incapace di darsi un Governo che faccia le riforme di cui c'é vitale necessità. Credo che si stia vivendo uno dei momenti più bui della nostra storia recente".

    "Sono orgoglioso dell'indagine sulla trattativa Stato Mafia che ho condotto e che vedrà per la prima volta alla sbarra, davanti a giudici popolari, in veste di coimputati, capimafia dell'epoca, capi dei servizi segreti di allora e alcuni ministri del tempo". Lo ha detto Antonio Ingroia, già procuratore aggiunto di Palermo, parlando ad un incontro con gli studenti delle scuole superiori di Soverato indetto per la presentazione del suo libro "Io so" scritto con Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza. All'iniziativa, promossa dall'Istituto commerciale Calabretta e dall' Osservatorio Falcone Borsellino Scopelliti ha partecipato il giornalista Maurizio Torrealta autore del libro "Processo allo Stato". "Il processo scaturito dall'indagine sulla trattativa Stato-Mafia - ha aggiunto Ingroia - è la rappresentazione plastica di quello che è stato dopo la stagione delle stragi, il contatto tra pezzi importanti dello Stato dell'epoca e i capi della mafia del periodo. Tuttavia, quando si parla di guerra tra lo Stato e la mafia non si può dire che sempre di guerra si sia trattato. Dietro le quinte infatti, nello stesso momento in cui i mafiosi mettevano le bombe, c'erano uomini dello Stato che, invece di affrontare a viso aperto Cosa nostra, stavano trattando per quella tregua che poi verrà siglata". Ai ragazzi in platea, Ingroia, che ha parlato anche della sua recente esperienza politica "non riuscita", ha detto che "c' é bisogno sempre di più di una magistratura autonoma assieme ad una politica antimafia nuova e diversa. Differente da quella che ha sempre puntato alla tregua o alla trattativa. Non ci libereremo di questo approccio fino a quando non cambieranno il modo di essere e di pensare del nostro ceto politico".

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