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    Stato di agitazione lavoratori Fondazione Campanella

     

     

    Stato di agitazione lavoratori Fondazione Campanella

    18 apr 13 Le segreterie regionali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale dipendente della Fondazione Tommaso Campanella, riservandosi di attivare ulteriori e più incisive azioni di lotta e di denuncia. La decisione è stata presa dopo che la direzione strategica ha dichiarato il pesante passivo del Polo Oncologico ed il conseguente blocco dei ricoveri, di cui parla oggi la Gazzetta del Sud, oltre che della annunciata messa in mobilità di tutto il personale dipendente della fondazione. I sindacati "denunciano il ritardo per il quale ancora non è stato definito da parte della Regione il budget economico per l'anno 2013 e paventano una volontà non dichiarata di tendere alla chiusura del Polo Oncologico con il risultato di mettere a rischio la salute dei cittadini ricoverati ed in cura oltre che i livelli occupazionali dei dipendenti che finora, tra profonde difficoltà economiche, hanno dimostrato grande spirito di servizio e di abnegazione". Cgil, Cisl e Uil di categoria impegnato la "Regione e l'Università a sottoscrivere con urgenza l'intesa prevista dalla citata Legge regionale 63/13, unica condizione di sopravvivenza delle attività del Polo Oncologico per l'erogazione dell'assistenza sanitaria ai cittadini". Invitano il Prefetto di Catanzaro a "convocare con urgenza un tavolo di confronto con tutti i soggetti istituzionali interessati alla soluzione dello stato di crisi in cui opera la Fondazione per garantire la continuità delle attività assistenziali alle quali è demandata, i cui tempi non possono più essere condizionati dai ritardi della politica che calpesta i diritti essenziali dei cittadini e dei lavoratori".

    Primari: Senza fondi tra 7 giorni si chiude. "Se non accadrà nulla in queste ore e senza l'assegnazione del budget per il 2013, la Fondazione sarà costretta a chiudere nell'arco di 7 giorni. E' una situazione drammatica per i pazienti e per le loro famiglie perché non saremo più in grado di garantire le prestazioni e già da oggi abbiamo dovuto interrompere i nuovi ricoveri". Lo ha detto stasera il direttore sanitario della Fondazione Tommaso Campanella nel corso di una conferenza stampa nel campus universitario di Catanzaro a cui hanno partecipato i direttori dell'unità operative del centro per la cura dei tumori. "Chiudere questa struttura - ha aggiunto Doldo - significa non poter più assistere quei 15 mila malati oncologici che abbiamo seguito in questi anni e non sarà affatto facile trasferirli in altri centri viste le file d'attesa lunghissime. E ciò accade nonostante nel triennio 2010-2012 le prestazioni erogate dalla Fondazione siano aumentate quasi del doppio mentre le risorse siano diminuite di quasi un terzo". Il direttore sanitario della Fondazione Campanella ha, inoltre, evidenziato come "l'attività del polo di Germaneto abbia permesso di contrastare l'emigrazione sanitaria per l'oncologia, con circa 12 mila accessi all'anno di chemioterapia che è la principale causa dello spostamento di pazienti fuori regione. Senza l'attuazione della legge regionale n. 63 si mette a repentaglio anche la formazione degli studenti dell'unica facoltà di medicina della Calabria, che qui acquisiscono competenze e professionalità". Davanti a molti dipendenti della struttura, personale medico e paramedico, hanno preso la parola anche i primari a capo delle unità operative della Fondazione. Per Pierfrancesco Tassone, uno dei due direttori dell'unità di Oncologia, "la situazione che si è venuta a creare è pericolosa perché con l'interruzione delle attività assistenziali si creerà una vera emergenza sanitaria per la regione di cui la politica deve essere consapevole. Alcuni malati, che fanno parte di particolari studi clinici, non potranno essere curati in altre strutture. Si tratta di un danno enorme per la comunità, per cui chiediamo risposte immediate alla politica a partire dal presidente della Giunta regionale". "E' da irresponsabili - ha detto Pierosandro Tagliaferri (oncologia) - chiudere un centro di riferimento nazionale e internazionale come questo. L'aspetto più grave è la perdita di speranza per i malati e personalmente è un'umiliazione dover dire, domani, a sei dei miei pazienti già operati, che dovrebbero entrare in studi clinici, che non siamo pronti ad accoglierli. E daremo un nuovo spunto all'emigrazione dei nostri cervelli, che dopo essersi formati qui andranno a lavorare altrove". Per Eugenia Allegra (Otorinolaringoiatria), "i malati trattati da noi, anche con tecniche innovative, saranno costretti ad andare fuori regione e questo inciderà molto sulla spesa sanitaria. E' davvero un paradosso perché alla nostra unità operativa si rivolgono pazienti anche da fuori regione che hanno bisogno di interventi altamente qualificati". Aspetto, questo sottolineato anche da Michele Morelli (ginecologia), secondo cui "al dramma assistenziale si aggiunge la perdita di personale altamente formato che dà la base per la ricerca scientifica". Delle gravi conseguenze in termini di emigrazione sanitaria che la chiusura del polo oncologico potrebbe causare hanno parlato anche i primari Angelo Lavano (neurochirurgia) e Manfredi Greco (chirurgia plastica), che hanno ricordato l'importanza delle cure fornite dalle rispettive unità operative per un ampio bacino di malati calabresi.

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