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    Tripodi "Regione apra coonfronto su futuro Comunità Urbane"

     

     

    Tripodi "Regione apra coonfronto su futuro Comunità Urbane"

    14 set 12 "La Giunta regionale, inspiegabilmente, insiste nel voler cancellare ogni forma di governo democratico nei territori montani". A sostenerlo, in una nota, è il consigliere regionale Pasquale Tripodi. "Si insiste, infatti - prosegue Tripodi - nell'ambito della ricostituzione di una nuova azienda regionale, nella chiusura delle Comunità Montane e si rifiuta di aprire un serio confronto sulla loro trasformazione nelle più moderne ed attuali Unioni di Comuni montani. Una struttura, quest'ultima, che essendo anch'essa espressione diretta dei Comuni garantisce una forte partecipazione del territorio nella programmazione delle politiche per la montagna e nella gestione degli interventi. L'insistenza della Giunta regionale oltre che illogica sul piano dell'ordinamento istituzionale locale oggi, dopo l'approvazione della legge 135/2012 di conversione del Decreto n. 95/2012 (spending review), appare assolutamente fuori del tempo ed in contrasto con le finalità della legge nazionale che invece riconosce la specificità della montagna nell'economia generale e perciò dispone l'esistenza di autonome strutture di governo". "Con l'art. 19 della spending review - sostiene ancora Tripodi - tale riconoscimento si compendia nella definizione di Unioni di Comuni montani per tutte le Unioni che raggruppano Comuni che fanno parte o abbiano già fatto parte delle Comunità Montane. Perciò per la Regione, al pari di quanto stanno già facendo tutte le altre Regioni italiane, si pone l'obbligo, ma anche si offre l'opportunità, di legiferare sull'organizzazione delle Unioni di Comuni montani quali organi di successione nel patrimonio materiale, organizzativo, professionale e di esperienza politico amministrativa delle sopprimende Comunità Montane. Tale più moderna e democratica risposta ai problemi specifici della montagna calabrese avverrebbe peraltro senza alcun costo aggiuntivo per la Regione sia perché il personale ex 285, gran parte di quello dipendente delle Comunità Montane, manterrebbe il finanziamento del fondo nazionale consolidato, usufruirebbe delle risorse derivanti dalla gestione di progetti comunitari e si gioverebbe dei proventi della gestione associata dei servizi comunali". Per Tripodi "la Giunta regionale, inoltre, deve comprendere che solamente attraverso l'organizzazione delle Unioni di Comuni montani è possibile gestire servizi di natura pubblica, quindi non delegabili ad aziende di natura privatistica, né d'altro canto problemi complessi come l'assetto idrogeologico del territorio possono essere affrontati separatamente dai singoli comuni. Si fa appello perché la Giunta regionale sul problema non innalzi bandiere di prestigio personale e non attivi prove di forza ma ritrovi il coraggio del realismo nel confronto politico perché le soluzioni ai problemi della montagna siano nell'interesse vero dei calabresi e, soprattutto, delle popolazioni montane"

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