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    De Nisi "Lascio la Provincia solo per una canidatura"

     

     

    De Nisi "Lascio la Provincia solo per una canidatura"

    12 ott 12 "Non ho rassegnato le dimissioni e non ho intenzione di farlo. Se il mio partito dovesse prospettarmi la candidatura in vista delle prossime elezioni politiche, potrei anche valutare di lasciare, ma per questo c'é tempo fino al 29 ottobre". Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, del Pd. "In ogni caso - ha aggiunto De Nisi - le dimissioni non sono una priorità perché la mia preoccupazione principale è ora l'approvazione del bilancio, soprattutto al fine di tutelare centinaia di famiglie, quelle dei dipendenti dell'Ente. Lo scioglimento del Consiglio provinciale potrebbe preludere a centinaia di esuberi con la conseguente messa in mobilità di altrettanti lavoratori. Quando sono arrivato alla guida dell'Ente ho trovato una pianta organica sovradimensionata, con circa 500 dipendenti a tempo indeterminato, 220 lavoratori a contratto e 79 ex art. 7. Nel corso degli ultimi anni, grazie alle politiche di rigore che abbiamo attuato, siamo scesi a 396 dipendenti e 77 lavoratori ex art. 7. Molti in meno, quindi, ma ancora troppi in base alle normative che disciplinano i limiti di spesa per il personale. Il paradosso sta nel fatto che proprio chi ha creato questa situazione, ora spinga per la caduta della Provincia, mettendo così a rischio il lavoro di chi ancora ce l'ha. Ecco perché ritengo che l'attuale Consiglio provinciale abbia il dovere di approvare il bilancio. Per me sarebbe più facile lavarmene le mani, in fondo questo disastro non l'ha creato l'attuale amministrazione e sono certo che, anche davanti alla magistratura contabile, sarebbe facile dimostrare di chi sono davvero le colpe". "L'allusione all'ex presidente della Provincia, Ottavio Bruni - è detto in una nota dell'ufficio stampa dell'ente - è evidente. Sebbene non lo nomini quasi mai, è a lui che De Nisi si riferisce quando replica a testa bassa alle polemiche delle ultime settimane". "Considero così meschini gli attacchi che ho subito - ha detto ancora De Nisi - che per quanto mi riguarda non avrei neppure convocato una conferenza stampa, ma alla fine ho deciso di farla perché in tanti mi chiedevano una replica e non volevo alimentare equivoci restando in silenzio. Non credevo che il linguaggio e i toni di certi personaggi potessero rilevarsi così scurrili e triviali. Mai visto niente di simile, neppure nel più piccolo Comune. Eppure stiamo parlando di persone che per il ruolo che rivestono dovrebbero avere ben altri metodi e obiettivi, a cominciare dalla tutela di questo territorio. Invece, mentre io facevo il mio dovere partecipando alla riunione del Cal, il comitato delle autonomie locali che avrebbe dovuto elaborare una proposta di ripartizione territoriale in vista dell'accorpamento delle provincie calabresi, nessun consigliere regionale espresso da questo territorio si è presentato, meno che mai questo incoerente personaggio, troppo impegnato a lanciare invettive. La stessa persona che a 70 anni, per mero calcolo, ha deciso di passare nel centrodestra, rinnegando il proprio passato. Qual è il suo bilancio degli ultimi 20 anni di politica? Cosa ha fatto per il proprio territorio, quali risultati ha raggiunto quando era alla guida della Provincia? Insomma, credo che abbia perso proprio una buona occasione per stare zitto". "A Bruni, attuale consigliere regionale dell'Udc - si afferma ancora nella nota - De Nisi rimprovera numerose scelte amministrative, dall'inutile e pericolosa Tangenziale est a palazzo Di Leo, emblema della sua inefficienza, dal Palazzetto dello Sport, completato da molto tempo ma che nessuno vuole e ci costa solo in mutui 500mila euro l'anno, fino ai 120 milioni di euro in contratti Swap (i cosiddetti prodotti finanziari derivati, che l'attuale amministrazione è riuscita a estinguere sul filo del rasoio, grazie alla scoperta di gravi irregolarità commesse dalla banca intermediaria, ndr)". "Per non parlare dei 150 milioni di euro in mutui - ha detto ancora De Nisi - che pesano sulle casse dell'ente. Una situazione debitoria aggravata dalla costante riduzione dei trasferimenti statali che sono passati da circa 16 milioni di euro l'anno agli attuali 5,8. Per far fronte a queste problematiche abbiamo dovuto stringere la cinghia e tagliare al massimo le spese, cominciando proprio dai costi della politica. Le indennità sono state decurtate del 45 per cento e ormai da oltre un anno consiglieri e assessori non percepiscono alcunché".

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