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    Ponte sullo Stretto, polemiche

     

     

    Ponte sullo Stretto, polemiche, lo vogliono i sindaci di Reggio e Villa, no dal Minsitro e dalla politica

    01 ott 12 "Non c'é dubbio che senza il Ponte sullo Stretto e senza ciò che la struttura rappresenta per questi territori, il mezzogiorno d' Italia sarà escluso da qualsiasi programma di sviluppo nazionale ed internazionale". E' quanto si afferma in una lettera aperta al Parlamento sottoscritta dai sindaci di Reggio Calabria, Demetrio Arena, di Villa San Giovanni, Rocco La Valle e dai primi cittadini di altri centri del reggino sulla vicenda dell'iter realizzativo dell'infrastruttura. "Non c'é dubbio altresì - proseguono i sindaci - che le preoccupazioni del mondo economico sono altre, e cioé che si sposti il baricentro verso Sud, che il Sud venga fuori dall'emarginazione e dal disagio, che il futuro proietti verso l' Africa (e non verso Est o Nord Europa) le logiche economiche, che il futuro diventi il Mediterraneo con al centro le sue popolazioni. La storia insegna che vi è un solo modo per distruggere questo futuro:impedire che si realizzi ogni forma di sviluppo e di collegamento, emarginare 'ab origine' oltre ogni limite i territori, distruggere 'nella culla' ogni forma vitale". "Pur di non fare il Ponte i 'detrattori' - è scritto ancora nel testo - hanno mosso gli ambientalisti, hanno scomodato la natura, i terremoti, gli uccelli migratori, l'ombra del Ponte....; hanno evocato terremoti, tempeste di mare, venti non sostenibili; lo hanno elevato a simbolo di inutilità e di spreco; hanno scomodato la mafia che invece di essere arginata e sconfitta vedrà incrementare i propri proventi; hanno finanche scritto che distruggerà l'insularità Ssciliana. Nessuno però si è soffermato sui flussi di traffico provenienti dall' Africa e diretti in Europa e viceversa, sullo scambio di merci, sulla portualità". "L' impegno dello Stato è solo di 1,3 miliardi. Ma veramente - concludono i sindaci - è così insostenibile? Noi non lo pensiamo affatto".

    Ministro Clini: Contrario all'opera. "La valutazione di impatto ambientale è un documento tecnico e amministrativo, non politico e prescinde dall'opinione del ministro sul progetto. E' un atto dovuto il cui iter, una volta avviato, non può essere interrotto. Rimango contrario alla priorità di realizzare il ponte sullo Stretto rispetto ad altre infrastrutture, che invece ritengo più urgenti. Come per esempio la capacità ferroviaria del trasporto merci, che deve essere aumentata al più presto ". Lo afferma il ministro dell'Ambiente Corrado Clini.

    Renzi: Fondi del ponte alle scuole. "Continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io dico che gli otto miliardi li dessero alle scuole per la realizzazione di nuovi edifici e per rendere più moderne e sicure". E' così che ha esordito Matteo Renzi, a Sulmona, sua prima tappa del tour abruzzese per le primarie 2012. Arrivato alle 15, con un'ora di ritardo rispetto all'orario previsto per avere partecipato ai funerali del procuratore Pierluigi Vigna, Renzi si è scusato col numeroso pubblico accorso all'interno del palazzo dell'Annunziata per ascoltarlo.

    PD Calabria "No a cattedrale nel deserto". "Il Mezzogiorno, non ha bisogno di nuovi slogan e cattedrali nel deserto, ma di investimenti produttivi. Il progetto del Ponte sullo stretto di Messina, scolorita bandiera del peggior berlusconismo, va assolutamente archiviato, a favore di un piano infrastrutturale degno di questo nome per la Sicilia e la Calabria". Lo affermano, in una nota congiunta, il commissario regionale del Pd della Calabria ed il segretario regionale del Pd Sicilia, Alfredo D'Attorre e Giuseppe Lupo. "Il governo Monti, nella persona del ministro Clini - hanno aggiunto - ha già espresso l'importante intenzione di chiudere definitivamente questo capitolo. Ora manca il passo decisivo: utilizzare le risorse risparmiate per realizzare infrastrutture di vitale importanza per i territori calabresi e siciliani. E' quanto prevede, tra l'altro, la mozione del Partito democratico sulla Calabria recentemente approvata dal Parlamento e firmata in primis da Pierluigi Bersani. L'esecutivo si impegni ad onorare quel documento e dia una prospettiva di reale sviluppo alle reti di quei territori".

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