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    PM Cisterna "Io indagato per un errore macroscopico"

     

     

    PM Cisterna "Io indagato per un errore macroscopico"

    12 nov 12 "A pochi giorni da una decisione per me importantissima, in cui alti magistrati saranno chiamati, su mia iniziativa, a decidere della legittimità del mio operato, vengono pubblicate su un grande giornale carte coperte da segreto. Questa volta mi viene scagliata addosso l'accusa di aver falsificato i registri di un corso universitario ove erano appuntate le mie lezioni. E' un errore macroscopico, rimediabile in poche battute". Lo afferma, in una nota, il magistrato Alberto Cisterna in relazione ad un'inchiesta della Procura di Reggio Calabria nella quale è indagato di cui scrive oggi "La Repubblica". Il magistrato, scrive il quotidiano, "é accusato di aver truffato l'università Mediterranea dove insegnava Ordinamento giudiziario e forense e di avere denunciato, pur sapendo di compiere un falso, un ispettore di polizia". "Perché mai - aggiunge Cisterna - avrei dovuto falsificare qualcosa, visto che per quelle lezioni avevo preventivamente rinunziato a qualsiasi compenso? Era un incarico totalmente gratuito e questo esclude ovviamente ogni ipotesi di truffa che neppure la Procura ha mai ipotizzato. Ma il giornale di oggi dice il contrario. Ho difficoltà a immaginare che, questa ennesima fuga di notizie, non sia un'altra pagina del vero e proprio linciaggio che sto subendo con l'obiettivo di distruggere la mia immagine. E' un danno mediatico enorme, studiato a tavolino e curato con una raffinata lucidità di cui avverto per intero la forza, posto che mai alcun processo approderà a nulla. Si è cominciato con una singolare indagine che ha consentito che venisse frugata la mia esistenza e quella dei miei famigliari negli ultimi dieci anni. Dieci anni in cui la mia vita è stata passata al setaccio, rovistando nel mio, unico, conto corrente, analizzando 5 anni di tabulati telefonici, prendendo a verbale decine e decine di persone in tutta Italia: amici, semplici conoscenti, collaboratori di lavoro, poliziotti, carabinieri e finanzieri. Naturalmente non un solo euro era fuori posto e, infatti, per quell'indagine, in cui si era addirittura ipotizzato un reato di corruzione in atti giudiziari, alla fine gli stessi magistrati hanno chiesto l'archiviazione. Ora da quell'inchiesta di straordinaria ampiezza emergono delle scorie. La seconda ipotesi è quella di calunnia perché avrei, nel difendermi, messo in evidenza gravissime anomalie che finanche la Procura, che ha aperto l'indagine a mio carico, ha mai negato. Mi si accusa che avrei interpretato, come dolosamente falsi, atti che invece sarebbero stati compiuti in mio danno in perfetta buona fede. Si tratta di parecchi episodi sempre tutti ricostruiti in modo indiscutibilmente infedele a mio danno e mai a mio favore. Un insulto a tutte le leggi della probabilità e della statistica". "Ovviamente - sostiene Cisterna - anche in questo caso dispongo di prove inoppugnabili che dimostrano l'infondatezza dell'addebito ed il fatto che ho ragione di reclamare per un grave torto. Comunque, appena ho avuto notizia ufficiale dell'inchiesta, pochi giorni or sono, ho chiesto immediatamente di essere ascoltato dai pm per consegnare loro una valanga di atti che rigo per rigo smentiscono in modo radicale e indiscutibile tutte le ipotesi dell'accusa. Purtroppo, come immaginavo, prima ancora di essere sentito, qualcuno ha consegnato alla stampa le carte con l'obiettivo, ancora una volta questo e questo soltanto, di deturpare la mia credibilità". "Da oltre un anno e mezzo, durante il quale mi sono difeso in tutte le sedi nella scrupolosa osservanza delle procedure e senza mai ostacolare le legittime iniziative dei pubblici ministeri - conclude Cisterna - non ho mai avuto un'occasione di poter raccontare tutta intera la mia verità e consegnare i miei documenti, mentre venivo con cadenza infernale massacrato dalle fughe di notizie a mezzo stampa. Nell'accingermi a farlo, ancora una volta, mi trovo colpito alle spalle".

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