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    Ponte sullo Stretto, reazioni e commenti

     

     

    Ponte sullo Stretto, reazioni e commenti

    02 nov 12 "A Messina la gente ancora vive nelle baracche del terremoto del 1907, a Reggio Calabria la popolazione vede la tragedia di una politica divorata dalla caduta di credibilità e noi che facciamo? ci gingilliamo ancora col Ponte sullo Stretto di Messina? E' un'opera che celebra solo i nefasti del sud, che ha dato già molti morti di mafia e che unisce non due coste ma due cosche." Questa la sonora bocciatura di Nichi Vendola intervenuto a Zapping 2.0 su RAI Radio Uno.

    "Accogliamo con soddisfazione la notizia che ha visto il Governo ripensare la propria linea riguardo la costruzione del Ponte sullo Stretto". Lo afferma Enrico La Loggia (Pdl), presidente della Commissione Parlamentare per l'Attuazione del federalismo fiscale, che la scorsa settimana aveva lanciato un appello al Governo, assieme al collega di partito Antonino Foti, affinché rivedesse la decisione di stoppare la costruzione del Ponte . "Era evidente sin dall'inizio che la scelta sulla prosecuzione dell'opera non poteva essere presa da un Governo tecnico e la decisione dell'Esecutivo guidato dal Presidente Monti va nella direzione auspicata". Secondo l'esponente del Pdl, infatti, "non si può cancellare con un tratto di penna un'opera che tra Sicilia e Calabria porterà circa 40mila posti di lavoro e 10 milioni di nuovi turisti negli anni a venire. Chi oggi parla di opera inutile e costosa non sa che tra penali, smobilitazione dei cantieri e soldi già spesi, si arriverebbe a una cifra superiore al miliardo d'euro, molto vicina al miliardo e trecento milioni che lo Stato spenderebbe per la realizzazione del Ponte (i restanti 7,2 miliardi sono investimenti di privati). Giusto, dunque, affidare la decisione a un Governo politico, il quale non dovrà fare i conti solamente con queste cifre, ma anche con un tasso di disoccupazione che in Sicilia e Calabria sfiora il 20%", conclude.

    "Non posso che accogliere positivamente la decisione del CdM circa la proroga dei termini, per un periodo complessivo di due anni, per l'approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina". E' quanto afferma, in una nota, l'assessore ai Trasporti della Regione Calabria, Luigi Fedele - informa una nota dell'ufficio stampa della giunta regionale - a proposito della decisione adottata dal Consiglio dei Ministri di prorogare la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. "Non mi stancherò mai di ripetere - prosegue Fedele - quanto sia vantaggiosa la realizzazione, specialmente in una parte di territorio come il nostro su cui grava un pesante isolamento sia infrastrutturale che trasportistico, di una straordinaria e grande opera pubblica qual è il Ponte sullo Stretto. Un'infrastruttura dall'innegabile valore ingegneristico e tecnologico che apporterebbe alla nostra regione enormi possibilità di sviluppo, reali risvolti occupazionali grazie alla creazione di migliaia di posti di lavoro oltre ad offrire la possibilità di migliorare l'intera rete di collegamenti e di realizzare l'alta velocità. Perciò la proroga decisa dal Consiglio dei Ministri, per di più senza l'aggravio di una penale, non fa che alimentare fiducia nei confronti di un progetto che, ad oggi, risulta essere l'unica via per far uscire la Calabria da un'emarginazione fisica evidente che potrebbe degenerare in un isolamento sociale e culturale. In questo senso, il Ponte dello Stretto e la sua realizzazione, costituiscono un passaggio cruciale". "Non solo per l'investimento che si andrà a fare - sostiene ancora Fedele - e che ci gioverà in ogni direzione, sia per lo sviluppo economico in sé che per il rilancio dell'occupazione, ma perché questa infrastruttura, oltre che implicare altri investimenti, rimetterà al centro dell'attenzione mondiale questa parte del Mezzogiorno molto spesso abbandonata a se stessa. Non avrebbe alcun senso - ha concluso Fedele - fare retromarcia proprio adesso di fronte ad una sfida che sarà decisiva per il futuro del nostro territorio".

    Il ponte sullo stretto di Messina è inutile e lo sa bene anche questo Governo visto che il ministro Passera l'ha definita un'opera non prioritaria e che il ministro Clini ha affermato più volte che non esiste l'intenzione di riaprire le procedure per la sua realizzazione. Il fatto di aver rinviato ancora la decisione sulla sua fattibilità denota tutta la incoerenza ed incapacità decisionale del Governo": così Manuela Lanzarin, capogruppo della Lega Nord in Commissione Ambiente della Camera. "Quando si tratta di adottare provvedimenti contro i lavoratori, i pensionati e le imprese del Nord - aggiunge - il Governo non perde tempo mentre si prende ancora due anni per prendere una decisione sul ponte di Messina. Ci sono infrastrutture ben più urgenti e importanti da realizzare nei nostri territori ma - conclude la parlamentare leghista - il Governo continua ad interessarsi solo ed esclusivamente al Sud".

    Il deputato del Pd Marco Minniti ha presentato un'interrogazione al Presidente del Consiglio ed al Ministro delle Infrastrutture sul ponte sullo Stretto per chiedere "quale logica economica abbia ispirato la decisione di proroga per un'opera i cui costi, per stessa ammissione del Governo, sono insostenibili per il Paese". "Nei giorni scorsi - scrive Minniti - il Governo Monti aveva annunciato lo stop alla costruzione perché 'l'Italia non può permettersi questa infrastrutturà, un'opera il cui costo è stato stimato in non meno 8,5 miliardi di euro. Secondo un'autorevole fonte giornalistica (il Sole 24 ore del 31 ottobre 2012), i collaboratori del ministro delle Infrastrutture avrebbero affermato che nella risoluzione dei contratti relativi all'opera non sussisteva alcun rischio di penale e che la questione sarebbe stata valutata attentamente dagli uffici giuridici del Ministero. Lo stesso Esecutivo ha diramato, il 31 ottobre 2012, una nota con cui ha deciso di 'prorogare, per un periodo complessivo di circa due anni, i termini per l'approvazione del progetto definitivo del Ponte al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità'". La proroga, sostiene Minniti, "sembrerebbe destinata unicamente ad assicurare altri due anni di retribuzione ad amministratori, dirigenti e dipendenti della società Stretto di Messina, le cui attività per studi di fattibilità, interventi preliminari, manutenzione, affitti di sedi e consulenze milionarie dal 1981 ad oggi hanno comportato un onere finanziario per lo Stato di 300 milioni; a cui andranno aggiunti altri 300 milioni per il pagamento di penali maturate tra opere realizzate e mancati guadagni per il consorzio di imprese Eurilink, guidato dalla Impregilo". "Come mai - chiede Minniti - nel giro di tre settimane il Governo ha cambiato radicalmente idea rispetto al Ponte sullo Stretto con una decisione di proroga che confligge totalmente con i precedenti intendimenti dell'Esecutivo e inficia i principi della spending review nonché il modello di contenimento della spesa pubblica elaborato dall'Esecutivo tecnico". Il deputato chiede quindi di sapere "se non ritenga opportuno procedere ad ulteriori verifiche rispetto ai pesanti oneri aggiuntivi che la proroga comporta per un opera che la Ue ha cancellato dai suoi piani strategici e che per lo stesso Esecutivo non rappresenta una priorità strategica" e "se non ritiene opportuno a 41 anni dalla legge 1158, mettere la parola fine alla annosa e dispendiosa questione del Ponte sullo Stretto, procedendo allo scioglimento della Stretto di Messina Spa e indirizzando le risorse immediatamente disponibili per questa via ad un più urgente e improcrastinabile Piano straordinario di ammodernamento delle infrastrutture viarie calabresi e siciliane"

    "La scelta del governo di rimandare di due anni le decisioni su cosa fare del Ponte sullo Stretto è in linea con quanto fatto dai governi precedenti, di centrodestra e di centrosinistra". Lo dice Luigi Sturniolo della Rete No-ponte di Messina che chiede "la chiusura della società Stretto di Messina spa, la cancellazione del contratto con Impregilo e non riconoscimento di alcuna penale e alcun debito". "Queste - aggiunge Sturniolo - sarebbero le scelte economicamente più vantaggiose per il Paese e per il territorio, ma questo governo non le prenderà perché significherebbe contraddire gli interessi dei propri soci di maggioranza. Il neo-eletto presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, potrebbe come primo atto ritirare la partecipazione della Regione alla società concessionaria per la progettazione e costruzione del ponte. In questo modo si risparmierebbero soldi e si potrebbe aprire una fase vertenziale col governo nazionale per investimenti realmente utili".

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