Il PD perde pezzi, Manoccio "Basta con spartizioni e potentati, lascio" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Il PD perde pezzi, Manoccio "Basta con spartizioni e potentati, lascio"

10 mar 12 "La scelta del Commissario di nominare un megacomitato, per gestire la fase congressuale del partito a Cosenza, rappresenta la solita logica di spartizione dei potentati e delle correnti che tanto male hanno prodotto in Calabria fin dalla sua nascita". E' quanto sostiene il sindaco di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, in una lettera aperta al commissario regionale del Pd Alfredo D'Attorre, annunciando la sua uscita dal partito. "La rappresentazione ed i nomi scelti - ha aggiunto - sono in continuità con le esperienze fallimentari delle ultime stagioni politiche. Neanche un premio Nobel per la farmaceutica avrebbe fatto meglio; ci sono proprio tutti, nessuno escluso, parlamentari che rappresentano se stessi nel migliore dei casi, consiglieri regionali fino a ieri muti di fronte alle malefatte del 'Modello Reggio' e il resto 'nominato' dai padrini politici. Basta, non se ne può più, sembra di assistere al tragico finale di una commedia in cui nessuno è disposto a pensare al futuro, vittima degli egoismi, in cui i soliti noti temono di perdere le posizioni di potere. Possibile che nel Pd non si riesca a comprendere che la situazione economica e sociale è diventata drammatica, che le famiglie non ne possono più, che i municipi sono diventati l'unico luogo di ascolto per i tanti disperati e che i sindaci, loro malgrado, stanno per trasformarsi in gabellieri dello stato? Chi, dei nominati, molti da circa un quarantennio, nelle istituzioni si occuperà delle sofferenze dei cittadini e proporrà un nuovo modello sociale? Chi, dei nominati si porrà il problema dell'agibilità politica venuta meno dalla mancanza di opposizione in regione? Chi di loro deciderà di fare un passo indietro privilegiando la costruzione di una nuova classe dirigente capace, senza scheletri nell'armadio, di operare per una politica riformista nella nostra terra? E' il solito film visto e rivisto, in cui i 'soliti noti' per rapporti personali con la dirigenza nazionale, utilizzando gli equilibri di corrente, in provincia fanno il bello e il cattivo tempo, sperando che tra loro non si annidi anche qualche Lusi di periferia". "Io - ha sostenuto Manoccio - mi sono stancato di tutto ciò; un partito che ritiene che gli amministratori locali, i giovani e le nuove intelligenze emerse negli ultimi tempi, devono stare ai margini è un partito vecchio, stantio, e familista. Tutto l'inverso di ciò che avevamo pensato e sul quale ci siamo impegnati negli anni scorsi: dare finalmente alla Calabria e all'Italia un partito slegato dalle logiche 'proprietarie' degli apparati e aperto alle istanze della società. Quante altre 'Caposuvero' dovremo incontrare prima di poter parlare di un partito che fa dell'azione politica a favore dei cittadini, dei poveri e dei precari la propria base e il proprio programma politico? Certamente una nuova stagione politica in Calabria sarà difficile da attuarsi con la presenza nei luoghi decisionali di tutti questi autorevoli esponenti. Si é pensato ad un percorso di garanzia dei vecchi equilibri correntizi, si sono esclusi gli amministratori locali, i giovani, ed i tanti compagni ed amici che quotidianamente nei propri luoghi lavorano per il Pd al fianco di popolazioni stremate dalla crisi". "Per tutto ciò - ha concluso Manoccio - parteciperò all'assemblea degli amministratori del Pd a Lamezia il 17, anticipando fin d'ora il mio allontanamento dal Partito. Cercherò per l'ultima volta di parlare dei problemi della gente e delle difficoltà dei tanti amministratori che, con passione, e gratis, fanno il loro dovere nei territori, anteponendo la loro figura a quelle degli iper garantiti del Partito, 'eterni nominati' nel paradiso della politica".