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    Cisl "Disoccupazione femminile è emergenza sociale"

     

     

    Cisl "Disoccupazione femminile è emergenza sociale"

    06 mar 12 "Proprio in virtù della giornata celebrativa delle donne, vogliamo riaffermare che il binomio donne e lavoro è fondamentale per dare centralità alla natalità e dunque alla famiglia. Il tasso di disoccupazione femminile in Calabria, come nel resto del Paese, presenta caratteristiche tali da farne una assoluta emergenza sociale". Lo sostengono, in una nota, il segretario generale della Cisl della calabria, Paolo Tramonti, e la segretaria regionale Rosi Perrone. "E' dunque indispensabile - aggiungono - la ricerca di nuove forme di intervento come il credito d'imposta, i contratti d'inserimento e la scelta volontaria del part-time mirate a migliorare il dato occupazionale e la qualità dei livelli di specializzazione e di formazione. Occorre anche incentivare il principio del lavoro femminile, inteso come attività di interesse sociale, con conseguenze positive immediate di miglioramento del sistema economico calabrese. Molte donne si trovano nella condizione di dover scegliere tra il lavoro e la famiglia. Infatti, sono circa il 42,3% le donne che si prendono cura dei propri figli contro il 34,5% degli uomini, che preferiscono fare carriera. Inoltre, molte accettano un'occupazione part time in quanto la mancanza di servizi di supporto rappresenta un ostacolo, condizionandole nelle proprie decisioni. Vogliamo ancora lanciare un forte appello alla società civile e alle istituzioni, per valorizzare il lavoro delle donne, promuovendo la piena attuazione del principio di pari opportunità sui luoghi di lavoro, e condividendo le responsabilità genitoriali in famiglia". "Il nostro impegno, inoltre - dicono ancora Paolo Tramonti e Rosi perrone - è quello di opporci, per ridurre ed estirpare, tutte le forme di abuso, sopraffazione, violenza, e schiavitù ai danni delle donne. E' necessario tutelare le vittime delle violenze, non solo attraverso strumenti legislativi, perseguendo penalmente gli autori delle stesse, ma anche a livello culturale, attuando delle serie campagne di informazione, comunicazione, e sensibilizzazione. Ancora più allarmanti sono i dati relativi alle violenze denunciate, pari solo al 7% e alle condanne per gli autori delle violenze, che sfiora appena l'1%. Cinquantamila sono le donne che ogni anno sono uccise o si suicidano. Basta solo ricordare fatti recenti, come Giuseppina Pesce, Maria Concetta Caracciolo e Lea Garofalo, tre donne, testimoni di giustizia, suicidatesi con l'acido muriatico perché lasciate sole, infilate con cinica perfidia in un vortice più grande della loro fragilità". "Altro grande tema - concludono i due dirigenti della Cisl - é la sicurezza sul luogo di lavoro, che secondo quanto riportano studi recenti, attesta che le donne subiscono infortuni due volte in meno rispetto agli uomini, ma due volte di più per quanto riguarda le malattie professionali, generalmente collegate allo stress, tra cui quello connesso alle molestie sessuali e alle discriminazioni legate al genere (mobbing)".

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