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    Regioni escluse da compensazioni, incostituzionale

     

     

    Regioni escluse da compensazioni, incostituzionale. PD "No ad esclusioen Calabria". Scopelliti "No penalizzazioni"

    23 mag 12 Le Regioni escluse dai benefici sulle compensazioni preparano un'iniziativa comune di protesta nei confronti del Governo. Secondo quanto si è appreso, una bozza di documento da inviare con urgenza a Palazzo Chigi viene elaborata in queste ore da Campania, Lazio, Calabria, Molise, Abruzzo e Sicilia. Per i governatori, escludere le Regioni sottoposte a piano di rientro per i deficit sanitari sarebbe "irragionevole e incostituzionale", determinando una "ingiustificata disparità di trattamento" verso le imprese creditrici. I decreti del Governo "inibiscono - è la tesi espressa nella bozza del documento - in modo ingiustificato alle imprese creditrici di tali regioni di fruire dei benefici previsti dai decreti, impedendo di compensare debiti della stessa natura (tributari, assistenziali e previdenziali), anche se vantati nei confronti dello stesso creditore (come lo Stato), per il solo fatto che i crediti da opporre in compensazione sono vantati nei confronti di enti soggetti o meno a piano di rientro; creando così una ingiustificata disparità di trattamento che presenta evidenti profili di illegittimità costituzionale. Ulteriore ingiustificata disparità (se confermata dai decreti) si verificherebbe per effetto della esclusione della copertura del fondo di garanzia sulle cessioni pro solvendo e pro soluto di crediti verso le Regioni soggette a piani di rientro in materia sanitaria". Viene contestata anche la norma che esclude la possibilità di certificare i crediti vantati nei confronti delle Regioni sottoposte a piani di rientro. "Non si comprende, infatti, per quale motivo - si legge sempre nella bozza - la certificazione debba essere esclusa in questo caso visto che: riguarda esclusivamente crediti certi, liquidi ed esigibili, e risponde all'esigenza di far fronte celermente ai pagamenti derivanti da obblighi dell'amministrazione, esigenza pienamente compatibile con quella del ripianamento del debito sanitario; gli stessi decreti attuativi prevedono che la certificazione non possa essere rilasciata qualora risultino procedimenti giurisdizionali pendenti, per la medesima ragione di credito, rendendo dunque impossibili duplicazioni o pagamenti contestati dall'amministrazione". I contatti tra le Regioni interessate si stanno infittendo, e il testo definitivo della lettera da inviare al Governo potrebbe essere pronto molto presto.

    Pd: No ad esclusione Calabria. "Escludere le Regioni che hanno sottoscritto un piano di rientro per i debiti nella sanità da un provvedimento sacrosanto e tanto atteso come quello relativo ai debiti della pubblica amministrazione nei confronti dell'imprenditoria costituisce un grave errore". Lo sostengono i deputati calabresi del Pd Marco Minniti, Nicodemo Oliverio, Rosa Villecco Calipari, Maria Grazia Laganà Fortugno, Francesco Laratta, Doris Lo Moro e Cesare Marini. "Regioni, come la Calabria - aggiungono - a questo punto pagherebbero un doppio prezzo con l'effetto di veder accentuata ulteriormente la dinamica recessiva in una economia regionale già drammaticamente colpita. Si tratta, in sostanza, di cambiare una norma di legge introdotta dalla manovra di finanza pubblica predisposta dal governo Berlusconi in maniera tale che il governo possa tenerne conto correggendo i decreti legislativi". "Siamo ad un passaggio delicatissimo: si muova la Presidenza della Regione. Per quanto ci riguarda - concludono i deputati del Pd - siamo impegnati a farlo insieme a tutto il Pd affinché venga cancellata questa inaccettabile ingiustizia".

    Scopelliti "No a penalizzazioni". "Non è possibile far pagare le responsabilità politiche del passato alle Regioni sottoposte a piano di rientro. Condivido pienamente le riflessioni del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro". Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. "Il testo relativo al decreto compensazioni - aggiunge - per i pagamenti alle imprese che vantano crediti dalle pubbliche amministrazioni deve essere cambiato per evitare ulteriori penalizzazioni. Bisogna invece apprezzare e valorizzare lo sforzo delle Regioni in un comparto delicato quale quello sanitario. Il testo, infatti, come lo stesso Caldoro ha evidenziato, pone le Regioni su piani diversi. Il provvedimento ha una sua logica e lo condividiamo. Tranne la parte in cui esclude gli enti sottoposti al piano di rientro". "Ci siamo sempre battuti - conclude Scopelliti - contro chi tendeva a dividere il paese. Per questo crediamo che non debbano esistere Regioni di serie A ed altre di serie B".

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