Scopelliti "Sbagliato generalizzare su politica" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Scopelliti "Sbagliato generalizzare su politica"

17 mag 12 "La politica ha un suo limite e una sua responsabilità, quella di non avere occupato gli spazi che le competono, vuoi per debolezza, vuoi per incapacità, vuoi perché altri poteri e altre logiche hanno avuto il sopravvento". Lo ha detto il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, nel corso del convegno svoltosi a Locri sul tema 'Siamo tutti 'ndranghetisti?', organizzato dal quotidiano Calabria Ora. "Non possiamo però dire - ha aggiunto - che ci sono sindaci antindrangheta e sindaci che amoreggiano con la 'ndrangheta. Questo non si puo' dire perché ci sono tanti amministratori che fanno il loro dovere e che dentro può esserci qualcuno che può avere rapporti o qualcos'altro. Esiste una politica fatta da persone perbene che meritano il rispetto di tutti e l'errore commesso in questa terra è aver generalizzato per consolidare gli interessi di pochi". Nel corso dei lavori è intervenuto il direttore di Calabria Ora, Piero Sansonetti, il quale ha affermato che "é vero che in Calabria ci sono forme e culture di sopraffazione molto forti, ma non ci sono solo in Calabria. Scopelliti deve fare una scelta: se vuol fare il bene della Calabria e se vuole dare un senso al suo ruolo deve giocarsi tutto per essere il punto di riferimento per una lotta di massa dei calabresi. Non esiste una via d'uscita se non si riaprono lotte di massa". Numerosi gli interventi che si sono succeduti durante i lavori. Il sindaco di Locri, Giuseppe Lombardo, ha ricordato che "magistratura e forze dell'ordine in materia di contrasto alla 'ndrangheta hanno ottenuto concreti e significativi risultati. Tuttavia l'attività di repressione da sola non è sufficiente, si deve agire sulle leve dello sviluppo". Per il presidente del comitato dei sindaci della Locride, Ilario Ammendolia, per ogni "ndranghetista ucciso o arrestato almeno due aspirano a quel posto". Un messaggio di speranza è arrivato da Don Giacomo Panizza il quale il cambiamento avviene quando qualcuno "lo prefigura. Credo che dobbiamo mettere a punto questo: in Calabria in quante zone abbiamo gruppi che dicono la speranza può partire da noi? Gesù ha moltiplicato pane e pesci e ne sono avanzati pure. Questo è un modo di stare in società e misurare le relazioni". Bruno Muscolo, presidente della Corte d'Assise di Locri, ha ricordato come "la cosa che mi ha colpito è che l'ente territoriale più vicino, il Comune, raramente si è costituito parte civile e questo ha un suo significato. E noi l'abbiamo riscontrato nei processi più grossi che si sono celebrati negli ultimi anni". Un intervento deciso e puntuale è stato quello del sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta. "I luoghi comuni - ha detto - vanno spediti al mittente. Alla domanda non possiamo che rispondere no, non siamo tutti 'ndranghetisti, non lo siamo mai stati e non lo saremo mai, perche' la maggior parte dei calabresi è gente onesta". Per Pasquino Crupi, storico e direttore de "La Riviera", la "questione meridionale, diceva Giustino Fortunato, è una questione di un territorio condannato non dalla mafia ma dalla storia e dalla geografia alla miseria economica e aggiungeva anche alla miseria morale". Ed infine il procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo, secondo il quale "c'é stato un cambiamento e in peggio. Allora era molto più semplice distinguere tra 'ndranghetisti e non 'ndranghetisti. L'opera di repressione dello stato è indispensabile. Stato e mafia sono sullo stesso piano: o si alleano o si fanno la guerra".