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    Stasi "Mobilità passiva va ridotta"

     

     

    Stasi "Mobilità passiva va ridotta"

    12 mag 12 La Vicepresidente della Regione, Antonella Stasi, ha partecipato - informa una nota dell'Ufficio stampa della Giunta - al quinto congresso nazionale Area Metabolica della Società Italiana di Medicina Generale che si é svolto a Crotone. "Se la Calabria riuscisse ad annullare il 50% della mobilità sanitaria passiva - ha affermato nel corso del suo intervento la Vicepresidente Stasi - si potrebbero recuperare risorse per la costruzione di un nuovo ospedale ogni due anni, investire in tecnologie e innovazioni e riequilibrare velocemente la sanità calabrese agli stessi standard del resto del Paese. E' questo il motivo fondamentale che ha spinto la Calabria e le altre Regioni del Sud a sollecitare una ridefinizione delle le regole della mobilità sanitaria infraregionale all'interno del nuovo Patto per la Salute, attualmente in stesura, e la chiusura di Accordi bilaterali annuali, per meglio regolamentare i flussi sanitari". "Il peggiore dei mali della sanità nel Sud Italia è, infatti, la mobilità sanitaria passiva. Seppur in leggera diminuzione - ha ribadito la Vicepresidente - questo fenomeno rappresenta una voce di spesa esorbitante e non più sopportabile. In questo scenario il Presidente Scopelliti ha voluto avviare delle procedure operative per prevenire ulteriormente comportamenti distorsivi ed ha già posto in essere un'attività di monitoraggio e controllo della quantità e della qualità dei Flussi informativi con il Ministero della Salute ed al Coordinamento Nazionale Tuc. per migliorare la compensazione interregionale. "Il 40% circa della mobilità dei pazienti che dalla Calabria - ha proseguito la Stasi - emigrano verso strutture sanitarie del Nord Italia è legato a prestazioni inadeguate ed inappropriate, frutto di una politica aggressiva da parte di strutture ospedaliere private che operano senza vincolo di budget per i pazienti provenienti da fuori regione. E' molto facile, infatti, per i pazienti calabresi trovare possibilità di immediato ricovero, facilitato e prioritario rispetto alle richieste dei pazienti delle stesse regioni che, invece, si vedono rinviati secondo tempi di attesa decisamente più lunghi. Diventa sempre più cospicuo, inoltre, il numero di consulenti medici che erogano prestazioni e consulenze mediche in Calabria, in Sicilia ed in Campania per poi consigliare ai propri pazienti di effettuare l'intervento nella struttura privata del Nord. A questo si aggiungono le differenze tariffarie esistenti tra il costo di un ricovero pagato ad una struttura (pubblica o privata) in Calabria e quanto si è obbligati a pagare lo stesso ricovero con la TUC (Tariffa Unica Convenzionale) fuori regione. Senza parlare poi dei diversi gradi di applicazione dell'indicazione di appropriatezza definita al livello nazionale". "La Regione rinnova la propria disponibilità - ha concluso la Stasi - ad una necessaria sinergia tra istituzioni e medici, nella consapevolezza che l'impegno comune si deve tradurre in un motore di condivisione contro gli sprechi, a favore dell'efficienza e del buon senso, in un momento in cui il Paese chiede rigore nei conti pubblici ed allo stesso tempo diritto alla salute".

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