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    Garante infanzia: Calabria regione più popolosa di bambini

     

     

    Garante infanzia: Calabria regione più popolosa di bambini

    29 lug 12 La Calabria dei bambini e degli adolescenti è più popolosa della media nazionale e conta più stranieri residenti del resto del Mezzogiorno (in Calabria ne nascono 5 su cento, il record fra tutte le regioni del Sud). Da piccoli, i calabresi, dispongono di pochi nidi d'infanzia (222 in tutte e cinque le province) e la stragrande maggioranza dei servizi (quasi il 90 per cento) è offerta dai privati. Una curiosità: i calabresi risultano, in assoluto, i più precoci utenti di telefonini d'Italia, con 26 bambini su cento (tra i 6 e i 10 anni) che usano un proprio cellulare. Sono i primi dati che saltano agli occhi da un'indagine sociologica che non ha precedenti: il "Rapporto sulla condizione e il benessere dei bambini e degli adolescenti in Calabria", il primo del genere, commissionato all'Istituto degli Innocenti di Firenze dall'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione e dall'Assessorato regionale alle politiche sociali. Lo studio completo, che verrà presentato dopo la pausa estiva, viene anticipato da una sintesi di venti pagine curata dall'equipe dell'Istituto fiorentino. "Questo report sulla condizione dei minori - spiega Marilina Intrieri, Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione - è la prima tappa di un percorso condiviso all'interno della regione. Delineare un primo profilo della condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in Calabria è solo l'inizio di un lavoro impegnativo quanto indispensabile. Insieme all'Assessorato regionale competente abbiamo congiuntamente ritenuto necessario avviare un percorso che porti alla costituzione dell'Osservatorio regionale sull'infanzia l'adolescenza, quale strumento di analisi, monitoraggio e supporto alle politiche regionali e locali. Lo prevede la legge 451 sin dal 1997". A scorrere l'anticipazione del rapporto, emerge innanzitutto il dato della presenza di bambini ed adolescenti nella regione. La quota della popolazione minorile nell'ultimo decennio è passata da oltre il 20% dei primi anni del 2000 al 17,5% del 2011. Scendendo più nel dettaglio, il numero maggiore di minorenni si trova nella provincia di Crotone (19,6% sul totale della popolazione); seguono le province di Reggio Calabria e di Vibo Valentia (18,3%), la provincia di Catanzaro (17,1%) e infine la provincia di Cosenza (16,5%). "I bambini e gli adolescenti in Calabria costituiscono dunque - si legge nello studio - una presenza più significativa rispetto ad altre realtà italiane e più in generale rispetto alla media nazionale, che si assesta al 16,9% sulla popolazione totale". Il rapporto rileva anche i comportamenti nella quotidianità che vedono in parte appannarsi i profili più 'tradizionali'. Così è emblematico che, nei loro impegni domestici abituali, sia i minorenni maschi che le femmine riordinano la 'proprie cose', ma quando si tratta di apparecchiare la tavola solo un maschio su 4, contro più del 60% delle ragazze, lo fa abitualmente. Rispetto alla cura dei fratelli più piccoli, invece, non si registrano differenze di genere. Il quadro è complesso e variegato. Gli esperti autori della ricerca hanno scattato una fotografia con alcune zone in ombra e altre più nitide, alcune conosciute e altre che emergono forse diverse da quanto percepito. "Sicuramente - rimarcano - ne derivano suggerimenti e piste di lavoro utili" La Calabria, ad esempio, presenta ancora un tasso di mortalità infantile (0-14 anni) superiore, sia pur di poco, al tasso nazionale (4,1% contro il 3,3% complessivo dell'Italia). Tale tasso, che si è quasi dimezzato nell'ultimo decennio, si concentra più significativamente nella fascia 0-4 anni, con 75 decessi su 91 complessivi. C'é poi il dato dell'abbandono dei percorsi formativi. Solo il 77,9% dei calabresi fino a 19 anni raggiunge il diploma; l'abbandono nel corso della carriera scolastica è significativo in particolare alla fine del primo anno scolastico, ove si concentra un 12,8% di abbandoni. C'é, infine, il capitolo che riguarda i comportamenti devianti e i reati che vedono come protagonisti i minorenni. La percentuale é aumentata negli anni rispetto al totale delle persone denunciate, in linea, però, con quanto avvenuto nel Paese. C'é un inquietante elemento, che forse può ricondursi alla massiccia presenza della 'ndrangheta sul territorio, che differenzia la Calabria dal resto del contesto nazionale e anche dalle altre regioni del Sud. Si tratta della tipologia di reato: la quasi totalita' dei minorenni calabresi (89,1%) è denunciata, infatti, per reati diversi dal furto, percentuale di quasi 20 punti più alta di quella nazionale e di 10 punti più alta di quella del Mezzogiorno; otto minorenni calabresi su cento sono accusati di reati che li collocano in qualche modo nella sfera del crimine. Si tratta, senza dubbio, di un tema cruciale da affrontare assieme a un'analisi più specifica delle opportunità di recupero e prevenzione. Bisogna che le istituzioni si rimbocchino le maniche: occorre occuparsi, scrivono gli autori dell'indagine, "del protagonismo dei minori in eventi delittuosi, con azioni sia nei riguardi del singolo minore sia nei riguardi del contesto sociale di riferimento e della necessaria riaffermazione del principio della legalità come principio guida della convivenza civile e sociale"

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