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    Deputati Pdl "Mozione PD su depuratori è propaganda elettorale"

     

     

    Deputati Pdl "Mozione PD su depuratori è propaganda elettorale"

    25 lug 12 "Che il Pd predisponga una mozione in favore della Calabria potrebbe essere, potenzialmente, un fatto positivo, rimane tuttavia da capire quanto quella mozione, con le fantasiose, originali e del tutto fuori luogo considerazioni degli epigoni nostrani del Pd, serva concretamente alla Calabria e quanto, più appropriatamente, possa tornare utile, invece, alle sorti elettorali del Pd; l'approccio spiccatamente propagandistico che abbiamo letto in alcune considerazioni fa propendere per la seconda ipotesi ovvero un buon manifesto da sventolare quale prova fittizia e cartacea di un impegno in favore della Calabria". Lo sostengono, in una nota, i deputati calabresi del Pdl Giuseppe Galati, Jole Santelli, Giovanni Dima e Lella Golfo. "Vogliamo omettere di citare la descrizione fatta della Calabria - proseguono - perché abbiamo avuto la netta percezione che non si trattasse della nostra Regione ma di una sperduta regione siriana; mancava solo che dicessero che è in corso un bombardamento aereo e che dunque il governo avrebbe dovuto predisporre un'adeguata difesa. Questo è il rischio che si corre quando si fanno le cose non per ottenere risultati amministrativi e di governo ma tenendo solo a mente l'asticella del gradimento elettorale. Diversamente il Pd regionale avrebbe dovuto fornire una visione più adeguata della realtà calabrese, avrebbe dovuto con onesta intellettuale riconoscere che non si è all'anno zero, avrebbe dovuto indicare soluzioni compatibili con le strade già percorse e le reali necessità dei nostri territori. Ma tant'é, si è sprecata un'occasione e si è scelto l'approccio puramente elettorale. Spiace vedere come la dirigenza nazionale di un grande partito si presti a malcelate operazioni di marketing elettorale adducendo quali rischi concreti conseguenze inimmaginabili sul 'piano della coesione territoriale, della fiducia istituzionale, della convivenza civile e dell'ordine pubblicò". "Siamo - affermano Galati, Santelli, Dima e Golfo - da un lato, di fronte all'inqualificabile tentativo di descrivere una situazione allo sfascio e dove tutto è irrimediabilmente negativo, dall'altro alla semplicistica operazione di scrivere un interminabile elenco di provvedimenti necessari con la consapevolezza che quell'elenco è un manifesto di grida manzoniane. Nel caso in cui gli autorevoli esponenti del Pd non se ne fossero accorti, ma sono più che giustificati dalle costanti, continue e dolorose distrazioni causate dalla loro ingovernabilità interna, in Calabria esiste ed è pienamente operativa una Giunta regionale che ha già predisposto e concretizzato misure di governo su molti degli aspetti strumentalmente indicati nella mozione; dall'agricoltura alle politiche attive del lavoro, dal turismo all'utilizzo adeguato dei fondi europei, dall'osservanza del Piano di rientro del debito sanitario alla definizione di un nuovo sistema sanitario regionale che ha già generato risparmi economici, ha ridotto la migrazione sanitaria e instaurato la logica delle eccellenze. Tutto questo in una situazione estremamente difficile e complicata, per noi e per il Paese intero; gli esponenti del Pd, locali e nazionali, sanno bene che in Calabria si è operato e si continua ad operare in una condizione di totale emergenza e, nonostante ciò, è stato avviato dal presidente Scopelliti e dalla sua maggioranza, adeguatamente supportati e sostenuti dall'intera delegazione parlamentare, un percorso complessivo che superasse approcci episodici e fortemente condizionati dalle urgenze; che ci fossero delle emergenze particolarmente complicate il Pd lo sa bene in ragione del fatto che ha governato per cinque anni la regione. Ma giova un'altra e più importante considerazione che testimonia l'approccio strumental-elettorale di quella mozione; che il governo debba rivolgere con più attenzione lo sguardo alla Calabria è cosa nota ed è impegno che ha visto Scopelliti costantemente impegnato in questa direzione, ciò che sarebbe stato realmente importante sarebbe stata non una mozione per la Calabria ma una mozione dalla Calabria. E' il nostro sistema regionale nel suo complesso che deve chiedere al governo, quale che sia il tecnico che lo guida o il colore politico che l'accompagna, di considerare la Calabria in ragione di meriti che ha duramente conquistato e di colpe che non sono sue; il disimpegno dello Stato risulta infatti cosi evidente e spinto da considerazioni ragionieristiche che l'intera classe dirigente e politica calabrese avrebbe dovuto esprimere unitariamente la propria voce". "Redigere una mozione con quell'approccio - concludono i deputati del Pdl - non vuol dire avere a cuore i destini della Calabria e del suo sviluppo, significa solamente averci provato. A fare cosa? A buttare fumo negli occhi e restituire della Calabria l'immagine di un contesto incapace di essere e fare sistema. Se si pensa che con questi espedienti si possa aver assolto al proprio ruolo di rappresentanza politica si è proprio fuori strada".

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