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    Guccione: “In agricoltura e forestazione occorrono riforme radicali”

     

     

    Guccione: “In agricoltura e forestazione occorrono riforme e innovazioni radicali”

    22 lug 12 “Alla luce dell’ultima discussione svoltasi nella II Commissione regionale sulla riforma di Afor e Arssa e in relazione al Decreto Monti sulla revisione della spesa pubblica che impone di accorpare enti, agenzie e organismi regionali con l’obbligo di risparmiare il 20% sulla spesa attuale, la proposta avanzata dalla Giunta regionale calabrese va senz’altro rivista e modificata, anche perché, per come prevede il Decreto, sarà lo stesso Governo, trascorsi nove mesi, a procedere all’accorpamento. Occorre, quindi, avviare da subito un confronto ampio sulla riforma di tutti gli enti che fanno capo alla Regione. D’altra parte, dopo l’approvazione della legge regionale numero 9 del 2007 (Commissariamento e Liquidazione), per come è ampiamente emerso dalla relazione della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, sono rimaste completamente insoddisfatte le esigenze di riforma strutturale del comparto e di razionalizzazione della spesa pubblica”. Lo afferma in una nota il Consigliere regionale del PD Carlo Guccione. "Le ripetute proroghe concesse in questi cinque anni, di sei mesi in sei mesi, ai vari commissari liquidatori di Afor e Arssa –si legge, tra l’altro, nella relazione della Corte dei Conti- hanno accresciuto lo stato generale di confusione e incertezza, generato anche dall'assenza totale di strategie finalizzate a garantire indispensabili momenti di coordinamento e di indirizzo", con il risultato che oltre un miliardo e mezzo di euro destinato a due enti già in liquidazione è stato inutilmente buttato al vento! Occorre, pertanto, una riforma strutturale credibile che sia a supporto dello sviluppo della nostra regione in settori importanti come agricoltura e montagna, inaugurando un nuovo approccio nella loro gestione e dimostrando davvero di voler cambiare passo. La grave crisi economico-finanziaria impone non solo al Paese ma anche alla nostra regione riforme e innovazioni radicali se si vogliono definitivamente sciogliere tutti i nodi che frenano lo sviluppo. Questa occasione, pertanto, non va assolutamente perduta. Agricoltura, forestazione e montagna sono settori troppo importanti per il decollo della Calabria, soprattutto se si considera l'elevata fragilità del nostro territorio sottoposto ad un continuo e devastante dissesto idrogeologico che, soprattutto negli ultimi anni, ha provocato oltre 3 miliardi di euro di danni a infrastrutture, imprese e famiglie, mettendo in ginocchio intere comunità e territori. Tale fenomeno si combatte solo con interventi di manutenzione estesi e continui sul territorio che diventano difficili e costosi quando si effettuano nel momento dell'emergenza, mentre sono efficaci, facili e veloci se vengono eseguiti con manodopera forestale, l'unica in grado di intervenire in tempo reale e su qualsiasi territorio,riducendo al minimo le formalità amministrative e burocratiche. Per fare questo, però, occorre ridefinire l'operatività degli operai forestali mediante una nuova impostazione che preveda una loro suddivisione in categorie di interventi quasi specialistici: a) difesa del suolo: squadre formate ed attrezzate per intervenire sul territorio in tempo reale per opere di consolidamento, sistemazione idraulico-forestale, pronto intervento, ecc. b) antincendio boschivo (AIB): squadre appositamente formate che operano tutto l'anno con attività di prevenzione (periodo invernale) e di lotta antincendio nella stagione estiva; c) forestazione: per la ricostruzione di boschi percorsi da incendi e/o aree nude soggette a erosione e dissesto; d) riqualificazione di siti ambientali degradati: siti di vecchie discariche , siti dismessi, aree poste nei pressi di luoghi di pregio, ecc. e) ludico-sportiva: per l'individuazione di aree di pic-nic, percorsi e sentieri da mettere a disposizione dei turisti e per favorire la pratica degli sport di montagna. La Calabria è la terza regione italiana per estensione di foreste (oltre 600.000 ettari) di cui 55.000 sono di proprietà regionale. Nonostante questo enorme patrimonio, la nostra regione manca di una cultura e, quindi, di una economia forestale apprezzabile. Questo settore, infatti, potrebbe rappresentare la nostra maggiore fonte di reddito. La sua valorizzazione è un elemento strategico per favorire l'occupazione e lo sviluppo economico nelle nostre aree montane (diversificazione produttiva, ottenimento di energia rinnovabile), compatibilmente con una gestione sostenibile e con il rispetto del ruolo multifunzionale delle foreste. In questo senso bisogna innanzitutto procedere ad una serie di "passaggi" che ci mettano in grado di avviare al meglio un processo veramente "virtuoso". Ne cito alcuni: a) approvare la legge forestale regionale che è stata già incardinata qualche giorno addietro nella IV Commissione regionale “Ambiente e Territorio” e che si basa sui principi della gestione forestale sostenibile, le cui finalità principali sono quelle di coniugare le esigenze ambientali con quelle economiche e sociali, in piena sintonia con gli indirizzi e i contenuti degli accordi internazionali (Strategia forestale dell'Unione Europea, Protocollo di Kyoto, Strategia di Helsinky e Strategia di Lisbona); b) prevedere per le foreste pubbliche (per prima quelle regionali) la redazione dei piani di gestione, propedeutici per la certificazione delle foreste, l'accesso del legno calabrese ai mercati qualificati, l' accesso ai cosiddetti crediti verdi; c) sviluppare l'utilizzo della biomassa; d) valorizzare la filiera del legno per consentire al legname calabrese che almeno le prime lavorazioni avvengano nella nsotra regione elevando così il suo valore aggiunto. La Calabria, con la sua vasta estensione forestale è anche il più grande polmone verde del Mediterraneo. Un approccio sicuramente innovativo può venire dall'accesso ai "crediti verdi" la cui messa in vendita può rappresentare per la nostra regione un ritorno economico non indifferente. Dobbiamo cogliere questa occasione dell'ormai improcrastinabile riforma di Arssa e Afor, insomma, per aprire una discussione e un confronto di merito sulle aree interne della Calabria che rappresentano oltre il 45% del territorio e della popolazione e fanno tutt'uno con forestazione e montagna, per individuare una serie di strumenti che ci mettano nelle condizioni di operare al meglio. Per far questo è assolutamente necessaria un'operazione di rottura netta con un passato che ha impedito lo sviluppo di queste aree e di questi settori fondamentali per la nostra regione e che oggi possono, attraverso un approccio veramente innovativo e riformatore, essere considerati non più come una pesante palla di piombo al piede dello sviluppo di cui è sempre più difficile liberarsi, ma una grande risorsa per la Calabria ed il Mezzogiorno".

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