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    Guccione "Cancellare le priorità del sud è scelta scellerata"

     

     

    Guccione "Cancellare le priorità del sud è scelta scellerata"

    17 lug 12 "Cancellare il Mezzogiorno dalle priorità del nuovo Fondo per l'innovazione tecnologica istituito dal Decreto Legge Sviluppo, come ha fatto la Lega Nord presentando un proprio emendamento approvato, anche con l'appoggio del Governo, dalle Commissioni Attività produttive e Finanze della Camera o bocciare l'emendamento D'Antoni che istituiva il credito d'imposta per le assunzioni al Sud, è una scelta ottusamente campanilistica e senza alcuna prospettiva, che serve solo a rappresentare l'idea di un Paese sempre più diviso a metà, con un'Italia del nord sempre attenta e pronta a rapinare le risorse del sud, con l'unico risultato di allargare le divisioni ed accrescere il malcontento". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione. "Lo abbiamo detto e ripetuto più volte nei mesi scorsi - prosegue Guccione - citando spesso il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Non è mostrando i muscoli, scippando, dirottando al nord i fondi destinati al sud o negando nuove opportunità al Mezzogiorno che si rilancia l'economia e lo sviluppo dell'Italia. Senza la crescita del Mezzogiorno, l'intero Paese non ha alcuna speranza di risollevarsi dalla palude in cui sembra essere piombato. L'attuale Governo, nonostante il Pd continui responsabilmente ad appoggiarlo, non è altro che la continuazione del governo Berlusconi-Tremonti, il governo più antimeridionalista della storia. Monti ed i suoi ministri, alla stregua dei loro predecessori, mostrano in ogni occasione e in forma eclatante di essere espressione di un potere economico totalmente insensibile a tutte le differenze sociali, economiche e culturali presenti all'interno dello Stato e qualsiasi cosa possa dare vantaggio al Sud viene puntualmente appiattita, negata, annullata". "Di fronte a tutto ciò - conclude Guccione - occorre attuare una vera e propria inversione di tendenza, costruendo un fronte comune compatto e coeso, disposto anche a mettere in piedi azioni eclatanti pur di essere rispettato e ascoltato a Roma. C'é bisogno di una vera e propria svolta che veda le regioni meridionali alleate e compatte, a prescindere dalle appartenenze politiche, su una serie di obiettivi irrinunciabili. Scopelliti e la sua Giunta sono troppo deboli per essere interlocutori dei poteri che contano".

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